La prima cosa che ho pensato quando mi è balenata l’idea di scrivere questo articolo è stata di intitolarlo “il corpo che parla”, ma dopo una breve riflessione la scelta è caduta su…
“Le Ragioni del Corpo”.
Le Ragioni del Corpo perché è il titolo di un bellissimo libro che ha fatto crollare, anni fa, il velo di Maya sotto al quale mi ero rifugiato per trovare un po’ di pace.
Le Ragioni del Corpo perché nel momento in cui ho ripreso ad ascoltarlo (il corpo appunto) ho ritrovato me stesso. I suoi segnali erano chiari e precisi e chiedevano alla mia mente di lasciare spazio a quei sentimenti che mi rifiutavo di ascoltare.
Le Ragioni del Corpo perché hanno ripristinato il contatto con la mia anima e questo mi ha permesso di capire attraverso l’amore perché ero così tanto arrabbiato e di comprendere ed accettare la malinconia che mi ha sempre accompagnato, attraverso la gioia.
Da quel momento non ho più avuto paura di esprimere ciò che mi portavo dentro e di ascoltare ciò che arrivava da fuori attraverso i sensi, non ho più avuto paura di ricordare e di lasciar andare, non ho più avuto paura di ascoltare le mie emozioni perché le Ragioni del Corpo hanno fatto sì che potessi ritrovare la mia pace interiore.
Quelle ragioni che, al dire di Friedrich Nietzsche (1844-1900), superano di gran lunga la sapienza delle nostre menti… io non posso essere che d’accordo, grazie a loro ho ritrovato l’amore e la forza di contrastare la malinconia che ancora oggi ogni tanto si fa sentire, ho ritrovato la fede, una Fede così profonda da cui prendo la forza per poter essere quello che sono con me stesso e con il prossimo.
Questa è una parte del mio vissuto, vissuto che mi ha permesso di capire e di innamorarmi della Dermoriflessologia così come me l’ha presentata Flavio Gandini nel primo week end che ho frequentato a Boffalora d’Adda il 20-21 Marzo 2010. Era come se fossi lì ad ascoltare la spiegazione di quello che avevo provato sulla mia “pelle” e di come attraverso essa si possa accedere ai quattro livelli che costituiscono l’uomo, parlava del corpo fisico e di come attraverso i suoi “segnali” vuol farci porre l’attenzione su qualcosa che stiamo trascurando, parlava di bilance dei sentimenti e di come ridonare equilibrio attraverso la “legge dei complementari” (sentimenti antagonisti a quelli che creano disturbo), parlava di memorie cellulari e di come queste ci accompagnino nella vita lasciando profonde cicatrici e della possibilità di accedervi attraverso specifiche zone cutanee dislocate ovunque sulla nostra pelle.
Più parlava e più avevo la netta sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto, tutto trovava ordine dentro di me con una precisione da far spavento, tutto il mio corpo vibrava e suonava una melodia che faceva danzare ogni cellula che lo compone… le Ragioni del Corpo si facevano sentire.
Ma tutto questo sarebbe rimasta una mia personale e discutibile sensazione… e io volevo di più!
Volevo poter dimostrare che quello che sentivo era giusto, che questa meravigliosa tecnica applicata così come viene insegnata dall’Associazione Vega porta a dei risultati davvero sorprendenti.
Così ho cominciato ad “indagare” mettendo a frutto le conoscenze di quella che è stata la mia prima formazione conclusasi nel mese di Giugno del 2003 con il diploma di operatore KPI (Kinesiologia Posturologica Integrata). Un corso intenso e pieno di nozioni che vanno dall’applicazione corretta del test muscolare, allo studio degli allineamenti corporei e di come i nostri principali recettori (occhi, piedi e pelle) e i perturbatori della postura (deglutizione e occlusione) possano interagire con essi e disturbare il sistema che governa il nostro equilibrio (Sistema Tonico Posturale), all’analisi della composizione corporea in funzione del benessere così da poter indirizzare il cliente ad un corretto stile di vita. Un ringraziamento particolare va a Sergio Rocco, docente del corso, a cui sarò eternamente grato per la professionalità e serietà che ha dimostrato e trasmesso.
Tutto questo bagaglio mi ha permesso di poter testare ed avere risposte immediate su tutto ciò che disturba ed interagisce con il nostro “Sistema” comprese le emozioni.
L’indagine delle Catene Lineari fatta attraverso il test muscolare permette di individuare lo squilibrio sulla bilancia individuando direttamente la Linea che è andata in ipo-attività e attraverso una particolare procedura si riesce a capire quale sentimento risulta prioritario così che la correzione possa essere la più mirata possibile e percepita dal sistema della persona come “cosa buona”.
Qui ho avuto la prima conferma: la correzione migliore è sempre caduta sulla stimolazione delle Linee Complementari Antagoniste (es: in iper la Linea del dolore, la stimolazione va fatta sulla Linea del piacere) e questo per le prime 4/5 sedute (salvo rari casi).
Dopodiché, quando la persona ha raggiunto uno stato energetico che le permette di affrontare in modo più diretto l’argomento perturbante, il passo successivo è la stimolazione delle Placche la cui scelta è dettata dalla valutazione delle informazioni riportate dal cliente (sogni, intuizioni, ricordi spontanei ecc.) che fanno riferimento, per esempio ad un periodo particolare della sua vita. In tal caso la scelta cadrà sulle Placche relative alle Età o alle Epoche.
Questo succede perché la maggior parte delle persone che intraprende un percorso Dermoriflessologico ha bisogno di ritrovare quell’equilibrio che lungo il cammino si è perso, anche se in quel lasso di tempo il sistema ha creato automaticamente degli strati protettivi che permettono alla persona di “andare avanti”. Agire subito in modo diretto vuol dire non rispettare quei meccanismi di difesa e il rischio (molto elevato) è quello di arrivare direttamente al “nocciolo della questione” creando così più danni che benefici, perché, come già accennato, sono poche le persone che sono realmente pronte a togliersi quel “cappotto multistrato” che hanno portato per anni e affrontare di colpo i mostri che si nascondo nel profondo mare dell’inconscio.
La seconda conferma è arrivata quando mi sono messo a controllare gli allineamenti corporei prima e dopo il trattamento e la scoperta è stata sorprendente… i cambiamenti sono immediati e le risposte arrivano su tutti e tre i piani (sagittale, frontale e trasversale) e non solo: il miglioramento si rileva anche con altri test come l’estensione dei polsi, la rotazione del capo, il Romberg e il test della marcia di Fukuda. Quindi le Catene Muscolari rispondono in modo equilibrato alla stimolazione delle Catene Lineari antagoniste e complementari. Diversamente la tendenza è verso il peggioramento.
La terza e incredibile conferma è arrivata attraverso la valutazione della composizione corporea fatta sempre prima e dopo il trattamento e quello che ne è risultato mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta… durante il trattamento si verifica uno spostamento d’acqua dal comparto extracellulare al comparto intracellulare con un conseguente miglioramento dell’angolo di fase e della massa cellulare.
A questo punto, oltre ad avere tre tipi di conferme diverse della giusta applicazione sulle 5 bilance del benessere della Legge dei Complementari/Antagonisti, abbiamo anche un’altra conferma: il nostro corpo fisico è realmente un campanello d’allarme, un campanello che se “comprende” che non c’è più la necessità di essere in allerta, spegne istantaneamente la “luce rossa” e smette di “suonare” perché il trattamento sta al corpo come il codice PIN sta alla disattivazione della sirena anti-intrusione. Rimanendo in ascolto delle Ragioni del Corpo, una volta inserito il codice PIN, si ha la possibilità di far sì che i meccanismi di autoguarigione agiscano in un tempo minore in modo tale da ritrovare più velocemente un benessere psico/fisico ottimale.
Purtroppo però non sempre è tutto così semplice, il progresso e la conseguente frenesia hanno fatto perdere alla maggior parte della gente “civilizzata” la capacità di ascoltare il proprio corpo (figuriamoci le emozioni) innescando dei loop che inevitabilmente riportano il soggetto ad una parziale regressione verso il malessere.
Vorrei aggiungere un’ultima cosa prima di concludere: uno dei requisiti principali della Dermoriflessologia è quello di riportare la persona in equilibrio attraverso il “ricordare” e comprendere quegli eventi non metabolizzati che hanno creato una cristallizzazione di quelle memorie e che si risvegliano entrando in risonanza con il vissuto che ci circonda. Uno dei principali canali che la Dermoriflessologia usa come possibilità di prendere coscienza dell’evento perturbante è il sogno.
Vi riporto una piccola parte del libro di Antonio Gentili Le Ragioni del Corpo: «il cuore riveste una fondamentale attitudine nell’esperienza spirituale. Tale dimensione può essere posta ancor più in luce se restituiamo il cuore a “luogo” dell’incessante memoria del Creatore. Il termine ricordare può essere anagrammato in “ri-dare-(il)-cuore al Creatore, che ha su di esso un diritto nativo. Diritto che non registra soluzione di continuità, ma che si esprime con particolare evidenza negli spazi sacri dell’anima come quelli del riposo notturno. Lo si nota richiamando le singolari espressioni dell’inno latino (e cioè del testo ufficiale) di Compieta: “Te i nostri cuori sognino, Te sentano nel sonno”. Il sogno è il linguaggio dell’anima, che si fa portatore della voce del Creatore, sognarlo significa pertanto metterci in sintonia con lui attraverso le profondità della psiche/anima. Ma il sogno è anche il regno del senso, si direbbe, allo stato puro. E dunque i sensi disancorati dalla materialità e non condizionati dalle strettoie della razionalità, percepiscono l’ineffabile e il trascendente.»
È vero che nelle Catene Lineari la corrispondenza fisica della memoria inconscia è lo stomaco, ma è vero anche che il centro energetico collegato al cuore è il mezzo che fa da tramite tra i centri energetici inferiori con quelli superiori quindi possiamo sicuramente considerare il cuore come tramite per entrare in contatto con le nostre memorie inconsce, la nostra spiritualità e di conseguenza con il Creatore.
Quindi cari lettori e colleghi Dermoriflessologi credo che questa meravigliosa tecnica si meriti un posto di primordine in quelle che vengono definite “tecniche globali”.
Un caro saluto e a questo punto… che il sogno sia con voi.
Graziano Castelli – Dermoriflessologo