La mia visione spirituale dei recenti
avvenimenti
di Samantha Fumagalli
È nella più assoluta confusione che
cadono, finalmente, i paradigmi della realtà. Quella illusoria.
La descrizione del mondo, così come è
stata insegnata, inizia a vacillare, a disgregarsi. Si ascolta tutto
e il contrario di tutto. Non si sa più a cosa credere, non si sa più
cosa sia vero e cosa falso.
È panico? No, è fantastico.
Inebriante!
È dal caos che nasce la
consapevolezza. Dalle tenebre che sgorga la luce.
Quando non si hanno più stampelle a
cui appoggiarsi, l’unica opzione praticabile è imparare a camminare
sulle proprie gambe.
Si è fatto un gran parlare di Nuova
Era, di risveglio delle coscienze, di illuminazione.
Bene, l’occasione è arrivata! Su scala
mondiale.
Reclusione, annichilimento,
repressione, incertezza, paura, oscurità. Tutti sentimenti che
generano attrito. Dall’attrito si sprigiona la scintilla, dalla
scintilla divampa il fuoco. E il fuoco è l’elemento spirituale per
eccellenza.
Non a caso, fin dalle antiche scuole
iniziatiche, la Prova del Fuoco corrisponde alla Prova della presenza
di Spirito.
Il fuoco è luce. E chi può promuovere
il risveglio della coscienza di essere scintille divine, consapevoli
e responsabili, se non Lucifero, il portatore di luce?
Perdonate la mia antica simpatia per
l’angelo più bistrattato di tutti, il prediletto di Dio, a cui è
stato affidato il compito più scomodo, ingrato e difficile di tutti:
generare attrito perché si accenda la scintilla della coscienza
divina negli esseri umani. Scintilla che fa divampare il fuoco dello
Spirito.
Una domanda sorge spontanea: perché il
risveglio non può accadere gentilmente, a opera di un angioletto
buono e tenerone che insegna agli uomini a volersi bene?
Semplice! Perché nessuno può
risvegliare nessuno. Nessuno può dare l’illuminazione a nessuno.
Ci è stato regalato il privilegio del
libero arbitrio e ognuno può e deve scegliere da solo. È un compito
esclusivamente individuale quello di risvegliarsi alla consapevolezza
di essere una scintilla di Dio. E per accendere la scintilla divina è
indispensabile l’attrito, esattamente come lo è per accendere un
fuoco.
“Andrà tutto bene”, secondo me,
non è un buon mantra, perché viaggia sulle note di “stai
tranquillo, continua a dormire, ci pensiamo noi a te”. È
l’antitesi della luce.
Andrà tutto bene è narcotizzante.
Persino un po’ noioso.
Scegliere, svegliarsi e restare svegli,
disegnare la propria realtà, il proprio presente, il proprio futuro.
Usare la fantasia, la creatività, l’iniziativa, l’intraprendenza, il
coraggio, la gioia. Questo è elettrizzante, divertente, vitale.
Nel risveglio, l’unico pericolo da cui
guardarsi è quello della superbia, che farebbe dimenticare di essere
parti di Dio. Scintille di un Tutto e non il Tutto stesso. Come
scintille possiamo co-creare, nel rispetto delle leggi universali,
della Natura e delle altre creature, con umiltà e senso di
condivisione.
Alla Luce dei fatti, bisognerebbe
essere grati per la grande occasione che è stata offerta
all’umanità. A ciascuno di noi.
Il mio augurio è che ognuno possa
attraversare e superare la Prova del Fuoco e scoprirsi più ricco,
consapevole, spirituale e umile.