Possiamo paragonare le Linee
dermoriflessologiche a circuiti di energia che scorrono nel nostro
corpo. Quando i circuiti sono liberi, lo scorrere è equilibrato,
continuo, armonico; quando i circuiti si intasano, il flusso si
blocca o scorre in maniera discontinua o disarmonica.
Una Linea si può definire libera
quando non manifesta ipersensibilità, perciò sia l’organo sia il
sentimento lavorano in maniera equilibrata.
Se il flusso è ostacolato, la Linea
diviene più sensibile, segnalando quelli che possiamo chiamare
“blocco energetico” o “buco energetico”.
Nel primo caso, si tratta solitamente
di un ristagno di energia conseguente a traumi, paure, costrizioni,
resistenze, difficoltà di adattarsi o di riuscire a trasformare una
situazione che crea disagio e fa soffrire.
Nel secondo caso, si tratta soprattutto
di un vuoto di energia dovuto a shock intensi, rapporti
interpersonali caratterizzati da dipendenze o vampirismo psichico,
lavori stressanti protratti nel tempo, preoccupazioni e stati ansiosi
logoranti.
Al di là di questa schematica
classificazione, per forze di cose riduttiva, il risultato si traduce
in uno stato di non equilibrio che genera malessere. Se riscontriamo
ipersensibilità a carico di una Linea, sappiamo che il flusso
dell’energia è discontinuo e che il sentimento e l’organo fisico
corrispondenti stanno lavorando in maniera anomala, creando ristagni
di energia (concentrazioni di forze non bene utilizzate) o scaricando
la vitalità (mancanza di forze).
Questo stato non deve necessariamente
far allarmare, perché può prodursi in modo passeggero, allorché
certe funzioni (psicologiche, spirituali o organiche) devono
svolgere, per un tempo limitato, un lavoro superiore alla norma.
Con la Dermoriflessologia possiamo
agevolare il ritorno a uno stato armonico, sia nei casi transitori
sia in quelli che perdurano da tempo.