Una comunità della società

di Giorgio Agamben

17 settembre 2021

L’Italia, come laboratorio politico dell’Occidente, in cui si elaborano in anticipo nella loro forma estrema le strategie dei poteri dominanti, è oggi un paese umanamente e politicamente in sfacelo, in cui una tirannide senza scrupoli e decisa a tutto si è alleata con una massa in preda a un terrore pseudoreligioso, pronta a sacrificare non soltanto quelle che si chiamavano un tempo libertà costituzionali, ma persino ogni calore nelle relazioni umane. Credere infatti che il greenpass significhi il ritorno alla normalità è davvero ingenuo. Così come si impone già un terzo vaccino, se ne imporranno dei nuovi e si dichiareranno nuove situazioni di emergenza e nuove zone rosse finché il governo e i poteri che esso esprime lo giudicherà utile. E A FARNE LE SPESE SARANNO IN PRIMIS PROPRIO COLORO CHE HANNO INCAUTAMENTE OBBEDITO.
In queste condizioni, senza deporre ogni possibile strumento di resistenza immediata, occorre che i dissidenti pensino a creare qualcosa come una società nella società, una comunità degli amici e dei vicini dentro la società dell’inimicizia e della distanza. Le forme di questa nuova clandestinità, che dovrà rendersi il più possibile autonoma dalle istituzioni, andranno di volta in volta meditate e sperimentate, ma solo esse potranno garantire l’umana sopravvivenza in un mondo che si è votato a una più o meno consapevole autodistruzione.

L’amicizia

licenza gratuita by Pixabay

L’amicizia è come un arcobaleno.

Un ponte spettacolare, che unisce due punti sulla terra e riempie il cuore di gioa.

E come un arcobaleno va nutrito da entrambe le parti,

con la vita (acqua) e con lo spirito (luce).

Altrimenti si scolora.

E sparisce.

Nutriamo l’amicizia… è la forza e la bellezza degli esseri umani.