Il libro della vita

Estratto dal libro La quinta via di Samantha Fumagalli e Flavio Gandini (nuova edizione 2018)

Capitolo 4
Il libro della vita

Qual è il limite della libertà di pensiero e di azione che ogni essere umano meriterebbe di poter esercitare? La domanda è complicata e non è possibile arrivare a una risposta senza prima aver esaminato i meccanismi che ci condizionano durante l’esistenza, fin dalla nascita, se non addirittura da prima.
Scriveva Jean Jacques Rousseau (1712 – 1778): «Tutto ciò che il bambino vede, tutto ciò che sente lo colpisce e gli rimane in mente; tiene in se stesso una specie di registro delle azioni, dei discorsi degli uomini; e tutto ciò che lo circonda è il libro grazie al quale, senza pensarci, arricchisce continuamente la propria memoria in attesa che il suo giudizio possa approfittarne».
Questo libro esiste veramente e non si arricchisce di nuovi contenuti soltanto durante l’infanzia, ma continua a crescere ininterrottamente fino all’ultimo giorno di esistenza terrena.
Le sue pagine si colmano di informazioni che provengono dall’esterno e dall’interno, da cose viste, udite, sperimentate, percepite, provate. I messaggi si sommano e ognuno di essi può preparare il terreno per nuove parole che troveranno posto nei paragrafi successivi, un po’ come quando, in un romanzo, viene descritto un fatto che farà da preambolo a uno successivo. Questa concatenazione di eventi è una costante che si verifica sia negli episodi felici sia in quelli tristi. Pertanto, quando su una delle sue pagine si trova impresso un messaggio deleterio le conseguenze si possono estendere e ripercuotere anche in altri capitoli.
Su questo dono, che è il libro della vita, possiamo imparare a lasciare consapevolmente dei segni, ma prima bisogna essere capaci di leggerlo e di fare tesoro di quanto vi troviamo impresso.
Come è possibile aprire questo libro e rileggerlo in una chiave comprensibile? E come si fa a modificarne qualche elemento o a scriverne di nuovi?
Nei casi di eventi emotivamente dolorosi, si potrebbe essere tentati di operare una totale rimozione, ma quest’azione non è altro che l’equivalente dello strappare una pagina del libro, senza peraltro modificarne le ripercussioni. Strappata la pagina, ce ne sono ancora molte che la seguono e che la precedono sulle quali sono impressi il segno o l’antefatto di quell’episodio.
La via della liberazione passa piuttosto attraverso la rilettura e l’interpretazione del libro; un’interpretazione che tenga conto del tempo e del luogo in cui un fatto è accaduto e il messaggio è stato scritto. Questo tipo di contestualizzazione serve per una doppia valutazione: innanzitutto per capire se, con le conoscenze e le capacità di cui disponevamo in quel determinato momento, abbiamo agito al meglio o avremmo potuto fare di più, e secondariamente per immaginare una possibile correzione come naturale sviluppo dell’esperienza acquisita. Grazie a questa procedura, la trasformazione e l’arricchimento dei contenuti del diario è fattibile.
L’accesso alle pagine del libro può avvenire tramite la parte razionale, ma è un approccio che comporta tutte le difficoltà derivanti dal dover superare i filtri della mente e quindi implica tempi lunghi di esecuzione e risultati incerti. Il metodo che proponiamo noi, al contrario, consiste nell’ascolto diretto degli avvenimenti narrati dall’inconscio e arricchiti da tutto il corollario emozionale. Si interviene sulle memorie cristallizzate a livello fisico ed eterico in modo da consentire l’elaborazione delle informazioni in maniera globale e non soltanto mentale. In ultima analisi si tratta di fare un lavoro cosciente, impegnativo e volontario, utilizzando come canale d’accesso l’intero essere umano e non unicamente la sfera razionale.
L’obiettivo è affrancarsi dai condizionamenti automatici e proseguire il cammino da persone libere. Un obiettivo che dovrebbe essere un diritto di tutti, ma non sempre è facile da raggiungere. Richiede l’acquisizione di alcuni elementi che ne precedono la conquista: consapevolezza e conoscenza, due doti che vanno assimilate poco alla volta.

Se ti interessa continuare la lettura, LA QUINTA VIA è disponibile in tutte le librerie, online e anche in ebook:

Dermoriflessologia: il processo di somatizzazione

Il sistema lineare dermoriflessologico ha reso evidente e dimostrabile ciò che da sempre è stato intuito e cioè che le sofferenze dell’anima si ripercuotono sul fisico e le malattie influenzano gli stati d’animo.
Gli squilibri possono derivare:
1) da un solo e importante evento traumatico;
2) dal perpetrarsi di più stimoli di moderata entità fastidiosi o dolorosi;
3) dal perdurare di situazioni stressanti, pesanti o che richiedono un superlavoro o un’attenzione superiore alla media;
4) da strutture comportamentali apprese fin dall’infanzia, da dinamiche familiari e sociali, da condizionamenti, credenze e abitudini che tendono a rallentare il processo di individuazione della propria personalità e del proprio sé.
Questa considerazione ha carattere generale, ma si sa che ognuno di noi è unico e irripetibile, e tale unicità è data dal ricco insieme formato da: personalità, sensibilità, ereditarietà, predisposizioni e talenti, educazione, esperienze, missione e vocazione. Sollecitato dagli eventi della vita, ognuno di noi percepisce in maniera particolare e coerentemente risponde. Per questo motivo, lo stesso episodio può essere devastante per una persona, irrilevante per un’altra e addirittura utile per un’altra ancora.
Quando un equilibrio psicoemotivo subisce degli scossoni, le conseguenti vibrazioni si ripercuotono sull’organo corrispondente, creando anche un disagio fisico.
Le 5 bilance della Dermoriflessologia ci guidano durante la fase di scoperta degli aspetti psichici e fisici che sono in disarmonia e anche anche nella fase di riequilibrio, permettendo di individuare le energie sulle quali far leva per promuovere un nuovo stato di benessere

Schematizzando
– Quando un fattore stressogeno non viene risolto in tempi ragionevoli, il disagio si ripercuote sull’organo collegato, richiamando l’attenzione in modo più prepotente.
– Il processo di somatizzazione consiste nel meccanismo che porta il sentimento in sofferenza a provocare una stimolazione a carico dell’organo corrispondente, che a sua volta rinvia al sentimento un ulteriore segnale restimolante.
– L’esame della sensibilità delle Linee dermoriflessologiche permette di raccogliere i dati necessari a compilare un quadro della situazione psicofisica.
– Il trattamento delle Linee complementari a quelle ipersensibili consente di ottenere un effetto equilibratore psicofisico.

Se sei interessato a saperne di più, puoi frequentare l’Accademia di Dermoriflessologia e imparare a mettere in pratica questa meravigliosa conoscenza.

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Dimmi dove porti gli anelli e ti dirò chi sei

Simbolo magico, ornamento estetico, segno nobiliare, regalo d’amore, ma anche gioco o provocazione. L’anello è da sempre intriso di significato.
L’anello è un cerchio personale, che riveste un ruolo di amuleto o talismano e negli anni non ha mai perso il suo fascino e il suo potere.
La scelta dell’anello non è mai casuale. In modo più o meno consapevole, essa pone in evidenza il dito al quale lo si porta, ne rafforza il significato e dà indicazioni sul carattere, sui desideri e sullo stato d’animo di chi lo indossa.
Se, per esempio, infili l’anello sempre allo stesso dito, dimostri chiarezza d’idee, ma poca flessibilità al nuovo. Se, al contrario, ti lasci ispirare del momento e cambi dito in base all’estro, denoti buone capacità di adeguarti alle situazioni, ma scarsa linearità d’obiettivi.
In ogni caso, il rito dell’anello prepara alla nuova giornata, con l’intento di esibire le migliori qualità, pronti ad affrontare il mondo e a intrecciare con gli altri un dialogo fatto anche di messaggi silenziosi.

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È un libricino curioso e leggero da leggere tutto d’un fiato…

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Assaggio di lettura: LA QUINTA VIA

Oltre l’illusione

Ogni giorno, ci vengono proposti modelli da emulare, siamo letteralmente bombardati da immagini di donne e uomini bellissimi, sorridenti, pieni di vitalità, con famiglie perfette, carriere vertiginose, vite mondane turbinanti, attività sportive sfrenate.
Veniamo invitati a prendere questi esempi come le uniche espressioni di una vita di successo, con il risultato che spesso, nel confronto con questi prototipi, spesso poco realistici, molti si sentono frustrati, la vita appare loro troppo banale, le energie disponibili molto inferiori alle richieste.
Di fronte alle immagini proposte, per esempio, dalla moda, quanti si sentono di poter vantare uno stile sempre fresco, impeccabile e adeguato a ogni circostanza? Ben pochi, crediamo. Diciamo, piuttosto, che la pioggia ci sorprende proprio quando indossiamo le scarpe meno opportune, veniamo invitati a una festa e ci presentiamo troppo sportivi o troppo eleganti, passiamo mezz’ora davanti all’armadio aperto per decidere cosa indossare a un colloquio di lavoro o a una serata galante, e se gli amici ci fanno una visita a sorpresa a casa, di sicuro non ci troveranno nella nostra tenuta più glamour.
Queste condizioni possono far sentire fuori luogo, ma in realtà sono deliziose, perché autentiche e genuine. Sono situazioni che capitano alle persone che vivono, a differenza degli standard proposti, che sono statici, costruiti e artefatti.
E lo stesso vale per i modelli estetici: magri e bellissimi, con la pelle liscia e i capelli lucenti. Ma quando stiamo con una persona, ciò che ci tocca dentro e ci fa stare bene sono ben altre qualità. Dopo un incontro, ricordiamo i sorrisi, gli sguardi, le parole, la simpatia, l’intelligenza, la gentilezza, e siamo spinti ad approfondire un’amicizia per ciò che ci dà e per ciò che abbiamo piacere di donare.
Anche per quanto riguarda la famiglia ideale, non c’è modello che valga neanche lontanamente la vita reale. Nessuno spot può eguagliare il conforto umano fornito in un momento difficile, la forza che unisce una famiglia quando deve affrontare un problema, le spontanee risate che nascono da semplici gesti quotidiani, la tenerezza che si prova nell’osservare qualcuno che si ama, la complicità che scaturisce dalla conoscenza.
Lo stesso dicasi per la maggioranza dei film che ci mostrano protagonisti ambiziosi, tenaci, coraggiosi e magari anche spiritosi. Personaggi che escono sempre vittoriosi dalle loro vicissitudini, anche quando, in un primo tempo, appaiono deboli o paurosi.
Di fronte a questi campioni, come sembriamo timidi, fragili e perdenti. Eppure siamo stupendi ed eccezionali proprio per le nostre paure da sconfiggere, per i nostri drammi da superare, le nostre certezze da far nascere cercandole dentro di noi e, perché no, anche per le nostre sconfitte.
Quando vediamo un bambino affrontare le sue prime sfide, non possiamo rimanere impassibili, sentiamo vibrare qualcosa dentro, soffriamo quando fa fatica, gioiamo quando raggiunge un traguardo. E dovrebbe essere sempre così, nel corso della vita, perché anche se cambia l’altezza e muta la fisionomia, quando incontriamo nuove montagne, alte o basse che siano, siamo ancora come bambini davanti a vette da scalare. Perché perdere la capacità di emozionarsi, quando a compiere piccole o grandi imprese è un adulto? I dubbi e le paure non svaniscono con l’età e un eroe non è tale soltanto se compie imprese al cardiopalmo.
Tra la propensione a emulare modelli non propri e la rincorsa verso uno stile di vita iperattivo è difficile trovare affascinanti la calma, l’introspezione e la ricerca di un proprio centro, anche se poi, guarda caso, l’ammirazione più grande si rivolge sovente a chi sembra attraversare le tempeste senza bagnarsi. E quali sono le persone che, nonostante i temporali, conservano la pace e mantengono la rotta? Sono quelle che hanno individuato un proprio centro e conquistato un equilibrio interiore. Fattori, questi, che non si trovano all’esterno e non vengono serviti su un vassoio, ma devono essere cercati e trovati dentro di noi.
Quando una persona cerca, spesso inconsapevolmente, di raggiungere un ideale stereotipato creato da altri, si allontana da se stessa e rischia di perdere di vista i suoi reali desideri e obiettivi. Si ritrova, così, a vivere una vita nella quale non si riconosce e finisce per non sapere più cosa vuole, perché ha perduto l’appartenenza al sé. Questo espone al rischio di diventare sempre più vittima involontaria di ulteriori condizionamenti, che allontanano sempre di più dalla propria reale identità.
È soltanto attraverso un viaggio all’interno di noi stessi, che possiamo scoprire un personale e affascinante universo, trovare la nostra missione di vita e condurre una vera esistenza di successo. Perché, a quel punto, il successo è una vittoria assolutamente personale, è la realizzazione del proprio compito divino e non la copia di un qualunque stereotipo di massa.”

Tratto dal libro: LA QUINTA VIA di Samantha Fumagalli e Flavio Gandini

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Lo specchio dell’anima

La Dermoriflessologia è una disciplina olistica dedicata al benessere psicofisico e all’evoluzione spirituale, che unisce antiche conoscenze esoteriche con le scoperte dello scienziato italiano Giuseppe Calligaris. Si avvale di una tecnica riflessologica che interagisce con l’energia psicofisica attraverso semplici stimolazioni cutanee.
La Dermoriflessologia si basa sulla capacità del corpo di conservare memoria del proprio vissuto e su quella della pelle di essere uno specchio fedele di corpo e anima. Emozioni e pensieri influenzano lo stato fisico, le condizioni fisiche influenzano pensieri ed emozioni. Questa relazione si riflette sulla pelle, dove possiamo individuare i flussi energetici e le memorie cristallizzate nel corpo.

La Dermoriflessologia consente di:
✔ rilevare le condizioni psicofisiche;
✔ inviare segnali a corpo e psiche per indurre risposte di auto-guarigione;
✔ portare alla luce la vera personalità;
✔ promuovere la risoluzione dei traumi e la liberazione dai condizionamenti derivati da episodi stressanti o dolorosi;
✔ stimolare sentimenti positivi;
✔ amplificare e pilotare l’attività onirica;
✔ risvegliare le facoltà superiori.

Da Calligaris alla Dermoriflessologia
Da oltre vent’anni abbiamo compiuto numerose ricerche che hanno confermato la validità delle scoperte di Calligaris, sulle Linee e sulle Placche cutanee, ma hanno anche arricchito la materia con procedure sempre più mirate per intervenire sui singoli problemi e hanno portato alla luce nuove Placche e nuovi sistemi cutanei.
Speriamo, con il nostro operato, di aver restituito l’onore che a questo grande scienziato avrebbe dovuto essere tributato quand’era ancora in vita. Se oggi la Dermoriflessologia offre a tutti la possibilità di cambiare vita, promuovendo benessere e autorealizzazione, grazie alla comprensione e al superamento dei propri condizionamenti e limiti, lo dobbiamo anche a lui, il geniale scopritore delle mappe cutanee dalle quali la Dermoriflessologia è partita.
Ci piace immaginare Calligars, dovunque si trovi, gioire insieme a noi di questo dono fatto all’umanità.
Come diceva l’antropologo Carlos Castaneda: «Tutte le facoltà e le potenzialità e le imprese dello sciamanesimo, dalla più semplice alla più stupefacente, sono racchiuse nel corpo umano».
Ed è proprio partendo dal corpo umano che la Dermoriflessologia parte per istaurare un dialogo con l’anima e la dimensione più sottile e misteriosa dell’esistenza.

Il codice psicosomatico
Le corrispondenze delle Linee dermoriflessologiche tracciano un solido collegamento tra psiche e corpo, che permette di comprendere come questi due aspetti si influenzino l’un l’altro. Questa scoperta mette a disposizione di tutti un vero e proprio codice psicosomatico.
Quali sono i principali vantaggi pratici di questo codice?
1. Innanzitutto, partendo da un disturbo fisico o da una malattia, possiamo risalire alla causa originaria di natura psichica, sia essa un’esperienza dolorosa o il protrarsi di un’emozione perturbante o una tendenza caratteriale. Consapevolezza, questa, che ci dà gli strumenti per affiancare alla cura del corpo una cura dell’anima, perché finalmente sappiamo su quali problematiche intervenire.
2. Secondariamente, sapere che anche il problema fisico agisce come restimolatore di sentimenti, ci consente di capire le ragioni degli stati d’animo che proviamo in seguito a un incidente o a un trauma fisico oppure che accompagnano una malattia o una convalescenza. Quante volte ci siamo chiesti da dove viene quella tristezza immotivata o quell’aggressività gratuita o la strana confusione che abbiamo in testa? Bene, il codice psicosomatico ci dà le risposte.
3. Inoltre, conoscendo la facoltà che hanno il corpo e la psiche di influenzarsi reciprocamente, capiamo perché risulta così difficile guarire bene e completamente. Se un dolore dell’anima altera il funzionamento del corpo e provoca una malattia e se quella stessa malattia suscita nell’anima il medesimo dolore, allora ci troviamo davanti a un circolo vizioso dal quale è davvero complicato uscire. Tuttavia, la conoscenza della suddetta dinamica ci mostra anche come intervenire per interrompere questo circolo vizioso e trasformarlo in virtuoso.

Se sei interessato a saperne di più, puoi frequentare l’Accademia di Dermoriflessologia e imparare a mettere in pratica questa meravigliosa conoscenza.

Informazioni: Associazione Vega: 335 7065167 (pomeriggio)
vega@vega2000.itinfo@vega2000.it

Festival Wellness Pieve di Cadore

Programma Festival Wellness – Pieve di Cadore, 18 19 20 maggio 2018

Durante la manifestazione sarà possibile sperimentare sessioni di Dermoriflessologia per il Riequilibrio Energetico con le bravissime Dermoriflessologhe Marzia Alberghini e Caterina Giovanardi.

Cogli l’occasione al volo!

Ricordi dell’aggiornamento Angeli e Demoni 2018

ANGELI E DEMONI – Aggiornamento Dermoriflessologi
Boffalora d’Adda, 5 e 6 maggio 2018
Un fine settimana stupendo, tra Angeli e Demoni, scherzi e storie serie, risate fino alle lacrime (perché si impara meglio ridendo), tanti abbracci e…
MAGIA e AMORE in ABBONDANZA.
Ovviamente abbiamo anche studiato, imparato e sperimentato!
GRAZIE A TUTTI DI VERO CUORE,
Flavio e Samantha

Ricordi dal Convegno di Parapsicologia 2018

Una meravigliosa sede a Montesilvano (Pescara), di fronte al mare.

Momenti indimenticabili. Conferenze interessantissime.

Espositori gentili e disponibili.

E il grandissimo piacere di trovare un’antica collaborazione: Maria Pia Fiorentino, che tanto ha donato agli studi di Giuseppe Calligaris, e che oggi solca il mare della conoscenza con la bellissima rivista L’Eterno Ulisse (sulla quale si possono trovare anche articoli di Dermoriflessologia e sulle scoperte di Calligaris).

Grazie a Nicola Cutolo e a tutto lo staff per la stupenda avventura!