Buon 2019!

Il 2018 volge al termine.
Le ultime ore dell’anno non sono destinate soltanto ai preparativi per accogliere il nuovo che avanza, ma possiamo prenderci un momento, un momento importante e profondo, per guardare all’anno che sta finendo e distillare questo scorcio di vita, sia quello più felice sia quello più triste.
Un momento da dedicare a noi stessi, per ricordare, per ringraziare dei doni ricevuti, per trasformare il vissuto in apprendimento.
Una piccola ricapitolazione che ci permetta di portare con noi le perle dell’esperienza e lasciare andare ciò che non serve più, ciò che ha compiuto il suo corso, affinché ciò che è stato sia un utile insegnamento e non rimanga in uno stato latente, che può emergere a nostra insaputa, condizionando i pensieri e le reazioni.
Una ricapitolazione per riconoscere il bello che abbiamo incontrato in quest’anno di cammino, i sorrisi scambiati, i gesti d’affetto, le buone occasioni, gli aiuti ricevuti e quelli offerti con cuore sincero, le voci amiche, le sorprese gradite, le piccole e grandi conquiste, i momenti di gioia e di divertimento, e i momenti di crescita e di arricchimento.
Una ricapitolazione per riconoscere gli insegnamenti che sono stati posti lungo il nostro percorso e che abbiamo incontrato sotto forma di momenti difficili, di incomprensioni, di asperità, di dolori, di ostacoli, di solitudine, di fatica.
Poniamo tutto in un ideale alambicco e osserviamo le esperienze che abbiamo vissuto durante il 2018 distillarsi sotto l’azione del fuoco spirituale, della coscienza e della volontà.
E quando il procedimento di purificazione è concluso, prendiamo ciò che avanza e lasciamo andare, lasciamo che torni alla natura per seguire il suo processo di trasformazione.
Nel nuovo anno portiamo soltanto il prezioso distillato, poche gocce concentrate di gioia e di esperienza.
Adesso siamo pronti per accogliere a cuore aperto il 2019.
Buon fine anno e felice anno nuovo!
Samantha e Flavio

L’alba, tra luce e oscurità

In India si dice che l’ora più bella è quella dell’alba, quando la notte aleggia ancora nell’aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l’uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa.

Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma «non sono due».

Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell’amore diventano Uno.

Quella è l’ora in cui in India – si dice – i rishi, «coloro che vedono», meditano solitari nelle loro remote caverne di ghiaccio nell’Himalaya caricando l’aria di energie positive e permettendo così anche ai principianti di guardare, appunto in quell’ora, dentro di sé, alla ricerca della spiegazione di tutto».

Tatto da UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA di Terzani Tiziano

Vi è nell’uomo un duplice potere

Dialogare con il CORPO INVISIBILE grazie alla DERMORIFLESSOLOGIA:
Attraverso semplici stimolazioni cutanee la Dermoriflessologia (Gandini-Fumagalli) permette di entrare in contatto con il Doppio Eterico o Corpo Invisibile, come lo chiama Paracelso, che contiene tutti i rimedi e le cause di ogni malessere.

Buon Natale!

Ogni anno, a Natale, la Vita torna a nascere. Lentamente, nell’abbraccio della Madre Terra, cullata dal freddo Inverno, in modo che possa avere il tempo di crescere e poi germogliare in Primavera in tutto il suo Splendore.
Ogni anno questa Magia si ripete. Meravigliosa.
Una Magia che riguarda il Divino e ogni Sua Creatura.
Una Magia che interessa anche i nostri Cuori, i nostri Pensieri, i nostri Progetti.
Auguriamo a Tutti di trascorrere un Natale felice e sereno, e soprattutto di mettere a dimora Semi di Amore che germoglieranno generosi nel Nuovo Anno.
BUON NATALE!

Natale e non solo…

In questi giorni, in cui molti sono preda dell’ansia per dover incastrare impegni di lavoro, familiari e festivi, consiglio di ricavarsi cinque minuti per leggere questa riflessione che Bertrand Russell (filosofo, matematico, attivista e scrittore gallese, vissuto dal 1872 al 1970) ha scritto nel 1932 e che è ancora quantomai attuale.
Il brano è tratto dalla sua raccolta di saggi pubblicata nel 1935 e intitolata ELOGIO DELL’OZIO.

«Come molti uomini della mia generazione, fui allevato secondo i precetti del proverbio che dice “l’ozio è il padre di tutti i vizi”. Poiché ero un ragazzino assai virtuoso, credevo a tutto ciò che mi dicevano e fu così che la mia coscienza prese l’abitudine di costringermi a lavorare sodo fino a oggi. Ma sebbene la mia coscienza abbia controllato le mie azioni, le mie opinioni subirono un processo rivoluzionario.
Io penso che in questo mondo si lavori troppo, e che mali incalcolabili siano derivati dalla convinzione che il lavoro sia cosa santa e virtuosa; insomma, nei moderni paesi industriali bisogna predicare in modo ben diverso da come si è predicato sinora
Voglio dire, in tutta serietà, che la fede nella virtù del lavoro provoca grandi mali nel mondo moderno, e che la strada per la felicità e la prosperità si trova invece in una diminuzione del lavoro.
Il concetto del dovere, storicamente parlando, è stato un mezzo escogitato dagli uomini al potere per indurre altri uomini a vivere per l’interesse dei loro padroni anziché per il proprio.
L’ozio è essenziale per la civiltà e nei tempi antichi l’ozio di pochi poteva essere garantito soltanto dalle fatiche di molti. Tali fatiche avevano però un valore non perché il lavoro sia un bene, ma al contrario perché l’ozio è un bene.
La tecnica moderna ci consente di distribuire il tempo destinato all’ozio in modo equo, senza danno per la civiltà. Se il salariato lavorasse quattro ore al giorno, ci sarebbe una produzione sufficiente per tutti e la disoccupazione finirebbe, sempre che si ricorra a un minimo di organizzazione.
Questa idea scandalizza la gente perbene, convinta che i poveri non sappiano che farsene di tanto tempo libero. In un mondo, invece, dove nessuno sia costretto a lavorare più di quattro ore al giorno, ogni persona dotata di curiosità scientifica potrebbe indulgervi. Soprattutto ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. Il lavoro richiesto a ciascuno sarebbe sufficiente per farci apprezzare il tempo libero, e non tanto pesante da esaurirci. E non essendo esausti, non ci limiteremmo a svaghi passivi e vacui. Almeno l’uno per cento della popolazione dedicherebbe il tempo non impegnato nel lavoro professionale a ricerche di utilità pubblica e, giacché tali ricerche sarebbero disinteressate, nessun freno verrebbe posto alla originalità delle idee.
Ma i vantaggi di chi dispone di molto tempo libero possono risultare evidenti anche in casi meno eccezionali. Uomini e donne di media levatura, avendo l’opportunità di condurre una vita più felice, diverrebbero più cortesi, meno esigenti e meno inclini a considerare gli altri con sospetto.
La smania di far la guerra si estinguerebbe in parte per questa ragione, e in parte perché un conflitto implicherebbe un aumento di duro lavoro per tutti.
Il buon carattere è, di tutte le qualità morali, quella di cui il mondo ha più bisogno, e il buon carattere è il risultato della pace e della sicurezza, non di una vita di dura lotta.
I moderni metodi di produzione hanno reso possibile la pace e la sicurezza per tutti; noi abbiamo invece preferito far lavorare troppo molte persone, lasciandone morire di fame altre.
Perciò abbiamo continuato a sprecare tanta energia quanta ne era necessaria prima dell’invenzione delle macchine; in ciò siamo stati idioti, ma non c’è ragione per continuare a esserlo.»

Tra i propositi per l’anno nuovo potremmo mettere quello di lavorare meno e vivere di più e più felici, e dovremmo fare in modo che questo proposito si realizzi, a dispetto di tutte le convenzioni sociali e i poteri forti che sembrano renderlo impossibile.

Buone feste e felice 2019!

Simboli e archetipi: lavori in corso

Simboli e archetipi sono ovunque intorno a noi e anche la Dermoriflessologia ne è estremamente ricca. Da un articolo scritto anni fa, che parlava appunto della simbologia e dell’alchimia all’interno della Dermoriflessologia, sta nascendo un libricino su questo affascinante argomento…
A breve, nuove notizie… intanto, eccovi un piccolo assaggio.
IL CADUCEO DI ERMETE a livello alchemico è il simbolo delle forze opposte continuamente tenute in equilibro. I due serpenti rappresentano dualità e polarità, e nel laboratorio dell’alchimista indicano la fusione della parte attive e maschile con quella ricettiva e femminile. La barra alata centrale è il bastone della sapienza di Ermes, che indica la connessione tra il mondo spirituale e quello fenomenico e le cui ali aiutano a viaggiare nei due mondi.
Con la Dermoriflessologia svolgiamo proprio un lavoro che mantiene in equilibrio le nostre polarità (attraverso le Bilance del benessere, l’alternanza tra stato di veglia e di sogno, eccetera) e impariamo a percorrere la via centrale della conoscenza.
Felice giornata!

Tu puoi fare la differenza!

A CHI CREDE CHE IL NATALE SIA SOLO CONSUMISMO, che evidenzi le differenze sociali, che faccia sentire chi è solo ancora più solo, che porti ansia, che svuoti le tasche, che sia solo un’abbuffata tra parenti che non si frequentano mai, che sia un periodo triste, che ormai sia privo di ogni valore, vogliamo dire:
TU PUOI FARE LA DIFFERENZA!
Puoi essere lo spirito del Natale che vorresti, puoi scegliere che non sia solo consumismo, puoi fare pochi regali ma di cuore o decidere di regalare solo auguri, puoi cercare la compagnia delle persone che ami, puoi stare con chi si sente solo, puoi essere felice senza uniformarti, puoi chiedere a chi ti sta vicino di fare la differenza insieme a te, puoi riempire questo periodo con i tuoi valori migliori.
Se è vero che le malattie e il dolore sono contagiosi, è altrettanto vero che non c’è nulla di più trasmissibile, inarrestabile, epidemico del buonumore, della gioia e delle risate.
BUON PERIODO NATALIZIO A TUTTI!

L’anima svelata

L’anima svelata è un manuale per conoscere e imparare la Dermoriflessologia®, ma è anche un omaggio alla genialità di un grande scienziato, le cui scoperte sono rimaste ai margini della conoscenza ormai per troppo tempo. Il personaggio in questione è Giuseppe Calligaris, neuropsichiatra italiano del XX secolo che ha dedicato l’intera vita allo studio dell’uomo e dei nessi che collegano il corpo e lo spirito. Grazie alla sua indole immaginifica e alla sua mentalità scientifica l’anima è stata svelata e oggi disponiamo di un codice psicosomatico che dimostra come i pensieri e le emozioni agiscano sul corpo e come le condizioni fisiche influenzino le emozioni e i pensieri. Partendo dalle sue scoperte, gli autori hanno proseguito le ricerche e hanno dato origine alla Dermoriflessologia, una disciplina olistica in grado di instaurare un proficuo dialogo tra conscio e inconscio e promuovere il benessere attraverso semplici stimolazioni cutanee.
Questa è la seconda edizione, aggiornata e ampliata, del libro uscito per la prima volta nel 2006.

Dermoriflessologia®: il Reticolo energetico e i Sistemi cutanei

di Samantha Fumagalli e Flavio Gandini

Su questo corpo, alto otto palmi, è contenuto tutto il mondo”
Buddha

«La superficie cutanea, in tutta la sua estensione, non un suo punto microscopico escluso, rappresenta un grande specchio magico sul quale viene riflesso tutto quanto esiste nel Cosmo inteso in senso più lato, cioè comprendendo non soltanto la Terra e gli astri che girano intorno al Sole, ma anche quegli innumerevoli mondi stellari che gravitano intorno a milioni di altri soli.
L’affermazione è chiara e precisa, ma il lettore non tarda a rivolgerci questa giusta domanda: e le prove? Per fortuna, poiché non si tratta di una dottrina o di speculazioni teoriche ma di realtà controllabili con metodo sperimentale, le prove confermative non mancano».
Così scriveva Calligaris nel suo libro L’Universo rappresentato sul corpo dell’uomo, e noi possiamo confermarlo grazie all’esperienza di oltre vent’anni di sperimentazioni, ricerche e applicazioni della Dermoriflessologia® in migliaia di casi.
La superficie del corpo umano è davvero lo specchio di tutto l’Universo, uno specchio magico che ci collega al micro e al macrocosmo. Su di esso troviamo le proiezioni del corpo, con i suoi organi e i relativi funzionamenti, e dell’anima, con le sue percezioni e sentimenti, ma l’anima, in quanto scintilla dello spirito che tutto permea, è interconnessa con l’intero Creato e l’intero Creato si riflette sulla pelle.
Come sosteneva lo stesso Calligaris, se si caricano, secondo le regole, i diversi sistemi cutanei (punti, linee, placche, campi) sui quali determinate immagini dell’Universo sono proiettate, nella mente dell’uomo vengono evocate tutte le immagini corrispondenti.
Poiché queste immagini sono in numero infinito, anche i sistemi cutanei (con a capo le Placche), sui quali esse vengono proiettate, sono in numero infinitamente grande e dobbiamo immaginare di calcolarle in miliardi. Per questo motivo, spostamenti millimetrici, in alto o in basso, a destra o a sinistra, portano alla formazione e alla delimitazione di un territorio cutaneo differente.
Come infinite sono le immagini vicine o lontane dell’Universo, altrettanto lo sono i piccoli o grandi territori cutanei di riflessione, sia per numero che per forma.
Se la pelle è lo schermo sul quale si proietta il grande cinema dell’Universo, si potrebbe essere indotti a pensare che l’intera superficie sia sempre iperestesica, senza bisogno che l’ipersensibilità localizzata venga rivelata dai nostri mezzi di ricerca e dai nostri esperimenti. In realtà, tutto l’Universo è proiettato in potenza sulla superficie cutanea del corpo umano, così come è proiettato in latenza nel piano cerebrale dell’inconscio.
Con il nostro lavoro (sia quando ci accostiamo a sistemi cutanei noti, sia quando sperimentiamo per scoprirne di nuovi), noi evochiamo un’immagine del Cosmo (mediante una fotografia, un simbolo, la polarizzazione del pensiero, eccetera) e poi procediamo alla ricerca della concatenata Placca cutanea divenuta ipersensibile. Questo procedimento porta alla luce ciò che è nascosto, seppur presente, sul corpo dell’uomo e traduce un’immagine dal piano inconscio a quello della coscienza. Ciò che accade è che l’immagine dell’Universo prescelta passa dal suo stato latente a uno stato efficiente, ovvero da invisibile a visibile.
Ora, se questa procedura si dimostra fondamentale per il reperimento di territori cutanei già noti, la sua applicazione, scrupolosa e ripetuta, è indispensabile quando si tratta di scoprire sistemi cutanei e corrispondenze ancora sconosciuti.

Per scoprire qualcosa, è meglio eseguire esperimenti accurati che impegnarsi in profonde discussioni filosofiche”.
Richard Phillips Feynman, Premio Nobel per la fisica (1965)

La scoperta di nuovi sistemi cutanei
Alla luce di quanto appena esposto, e che già a suo tempo Calligaris aveva spiegato, è lampante il lavoro ciclopico di ricerca e sperimentazione necessario per individuare e isolare nuove immagini del Cosmo sullo schermo cutaneo.
Sebbene sappiamo che Calligaris ha dedicato tutta la vita a quest’opera immensa, è impossibile non provare una meraviglia e un’ammirazione enormi per le migliaia di punti, linee, placche e campi che è riuscito a scoprire e catalogare.
Nel nostro piccolo, qualche Placca e qualche sistema cutaneo lo abbiamo portato alla luce anche noi. Tra questi ricordiamo la nuova funzione come archivio cronologico delle Placche delle Età, la Placca dell’Animale Totem, l’Orbitale del Prenatale e delle Vite precedenti, la sequenza dei Vampiri psichici, le Placche delle Epoche eroiche, l’integrazione e l’ampliamento dell’Orbitale dei Pianeti, la trasposizione del Termometro dei Sentimenti sulle Linee primarie (che ha dato luogo al Dermo-TEA), eccetera. Inoltre, grazie al prezioso contributo di nuovi Dermoriflessologi, abbiamo potuto individuare altri territori, tra cui la sequenza genealogica degli Avi (grazie a un’intuizione di Stefano Botti) e il sistema cutaneo dell’Albero Cabalistico (grazie a un’intuizione di Diego Mattarocci).
Poste a confronto con le innumerevoli mappature di Calligaris, le nostre sono un piccolo contributo alla ricerca, ma siamo ugualmente soddisfatti, sia per l’interessante funzione delle mappe portate alla luce (confermate da centinaia di riprove) sia perché ogni nuova scoperta conferma la veridicità del lavoro di Calligaris e la sua grandissima utilità.
Vorremmo ora spendere due parole a proposito della ricerca sui riflessi dell’Universo ancora inesplorati per chiarire il tipo di lavoro scientifico nel quale ci siamo cimentati, tanto noi quanto il nostro illustre predecessore, e fornire qualche indicazione che può essere interessante e utile per i Dermoriflessologi e per chi si accosta alla materia da neofita.

Nessun uomo ha mai fatto una grande scoperta senza l’uso dell’immaginazione”.
George Henry Lewes, filosofo

La scoperta

Dire come e perché sorge l’idea, e spesso anche la necessità, di scoprire nuove Placche o mappe cutanee non è semplicissimo, perché la ricerca può prendere avvio in molti modi. Accade che un sistema cutaneo si evidenzi tramite dermografia spontanea, durante o dopo una seduta o un percorso di Dermoriflessologia, e questo, per fare un esempio, è il caso della sequenza dei Vampiri psichici. Oppure può succedere che mentre si cerca una Placca nota, se ne rende evidente un’altra adiacente, com’è stato per la Placca dell’Animale Totem. In ambedue i casi, si procede prima a un’indagine accurata per identificare il significato del sistema emerso e successivamente alla verifica su più soggetti in modo da confermarne la validità universale e non soltanto soggettiva o casuale.
Altri tipi di scoperte sono in relazione con un estensione del significato di Placche già catalogate da Calligaris, come è successo per le Placche delle Età, che da semplici indicatori dell’età anagrafica si sono dimostrate veri archivi cronologici del vissuto personale e non solo.
In altre occasioni ancora, grazie a un’intuizione che suggerisce l’esistenza di una particolare mappa cutanea, si inizia un laborioso lavoro di individuazione, partendo da immagini o simboli che permettano di evocare il concetto corrispondente, come abbiamo fatto per l’Orbitale del Prenatale e delle Vite precedenti, per l’Albero Cabalistico, eccetera.
Come si può notare, le scoperte nascono spesso da casi fortuiti, ma tutte, senza eccezione, sono sempre seguite da un lavoro di indagine e conferma. Le riprove sono fondamentali e devono essere eseguite su più soggetti e da più ricercatori.

Una scoperta si dice che sia un incidente che incontra una mente preparata”.
Albert Szent-Györgyi, scienziato

La ricerca scientifica

Come si procede dopo aver scoperto o intuito l’esistenza di un nuovo sistema cutaneo? Bando ai facili entusiasmi, che sono pur sempre un buon motore propulsivo, si deve immediatamente passare agli esperimenti di riprova, che sono indispensabili per poter affermare l’esatta corrispondenza di un riflesso e la sua ripetibilità su più persone.
Il modo migliore per evitare condizionamenti consci o inconsci è quello di procedere con esperimenti scientifici in cieco, vale a dire che il soggetto sottoposto a esame è completamente all’oscuro del risultato che si sta cercando, oppure in doppio cieco, dove sia il soggetto che l’esaminatore non conoscono con precisione l’informazione ricercata.
Resta inteso che, per serietà e correttezza, i soggetti sono sempre volontari e vengono sempre informati di essere in fase di sperimentazione.

Vediamo qualche esempio pratico, in sintesi.
1) Nel caso delle Placche delle Età, dopo aver riscontrato sul campo una funzione più estesa rispetto a quella enunciata da Calligaris, per validare la loro valenza di archivio cronologico abbiamo sperimentato in cieco su un centinaio di soggetti, procedendo come segue. Abbiamo reperito un punto cutaneo relativa a un’età già vissuta dal soggetto (rigorosamente senza informarlo di quale età fosse), quindi abbiamo lasciato agire la stimolazione tramite spirale per un giorno e una notte, e infine abbiamo registrato il feedback del soggetto, che riferiva di aver visto riaffiorare, in sogno o in stato di veglia, ricordi, emozioni e immagini dell’età corrispondente alla Placca stimolata e a lui ignota.
2) Quando abbiamo validato, tramite esperimento in cieco semplice, le Placche dei Vampiri psichici, abbiamo dovuto selezionare persone soggette a vampirismo, ma non le abbiamo informate sulla funzione delle Placche. Dopo la ricerca del punto più sensibile e l’apposizione della spirale in chiusura, abbiamo atteso gli effetti per cinque giorni e i risultati hanno dato una conferma attorno al 90% statisticamente sorprendente.
3) Per quanto riguarda l’Orbitale dei Pianeti, abbiamo potuto sperimentare in doppio cieco, ovvero con sia il soggetto sia il ricercatore all’oscuro di quale pianeta si stava andando a individuare sull’orbitale cutaneo. In pratica, veniva posizionata la foto di un pianeta sul campo cutaneo di scansione dell’immagine e poi si ricercava la Placca iperestesica inscritta nell’orbitale. Il primo esperimento, condotto su circa un centinaio di soggetti, ha dato una conferma superiore all’80%.

Dopo la fase di sperimentazione, che può variare da un minimo di 40-50 test a un massimo di 200, se la validazione viene ampiamente confermata (statistiche che superano il 65-70%), allora la scoperta viene resa pubblica e da quel momento in poi le Placche vengono trattate in migliaia di casi (come è successo per gli esempi appena esposti).

L’Albero Cabalistico

Una ricerca che ha destato grande interesse tra i Dermoriflessologi è stata quella relativa all’Albero Cabalistico o Albero della Vita. Qui occorre fare delle precisazioni, perché l’argomento è effettivamente molto stimolante, ma il lavoro su questo sistema cutaneo si è rivelato delicato e potenzialmente pericoloso.
Le origini di questa scoperta si devono a Diego Mattarocci, che un giorno ci ha chiesto di testare se esisteva una mappa cutanea corrispondente all’Albero Cabalistico, da lui intuita sull’avambraccio destro con orientamento verso il basso (per intenderci, la Corona-Kether si trovava in prossimità della mano, mentre la Terra-Malkuth era vicino al gomito).

Inutile dire che ci siamo lanciati nella sperimentazione subito e con entusiasmo, date le incredibili implicazioni di questa possibile scoperta: un percorso esoterico unico, la corrispondenza con gli ordini angelici, con i pianeti e molto altro ancora.
Il lavoro ha richiesto un’attenta ricerca, su tantissimi soggetti e con molteplici sperimentazioni in doppio cieco (in maniera simile a quella svolta per l’Orbitale dei Pianeti) sia con i simboli delle Sefirot sia con i Pianeti sia con gli Angeli. Il risultato è stato di trovare un Albero della Vita orientato in maniera opposta a quanto suggeritoci all’inizio, ovvero con la Corona-Kether in prossimità del gomito e la Terra-Malkuth nei pressi del polso.
Successivamente alla rilevazione esatta delle dieci Placche che compongono l’Albero, abbiamo proseguito nella ricerca per registrare ciò che dall’invisibile affiorava allo stato cosciente durante e dopo la stimolazione. E anche qui i risultati sono stati eclatanti: l’Albero Cabalistico offre davvero incredibili possibilità di lavoro su se stessi, ma il suo influsso non si esaurisce qui, esso riverbera all’esterno in maniera molto forte e spesso incontrollata, soprattutto se lo si usa per agire nel mondo (provoca effettivi cambiamenti, ma si muove come un boomerang) o come strumento di potere (agisce sulla psiche, giocando brutti scherzi di delirio di onnipotenza ed esponendo al contatto incontrollato con entità invisibili).
Alla luce dei risultati emersi, abbiamo ritenuto più prudente non divulgare questo sistema cutaneo archetipale, che si è dimostrato tanto potente quanto pericoloso.

La tentazione delle Linee primarie

Lavorando sulle Linee primarie per decenni, ci è capitato di cercare di scorgervi (per nostra curiosità o perché sollecitati da alcuni Dermoriflessologi) altre simbologie aggiuntive, soprattutto in relazione con simboli ancestrali o archetipi (divinità, pianeti, segni zodiacali, Sefirot, mondi norreni, eccetera), ma ogni riprova si è rivelata errata.
Un’altra ipotesi, sottopostaci tempo fa da un operatore, che si è rivelata insostenibile è quella dell’esistenza di un’undicesima linea all’interno della mano, precisamente tra pollice e indice, in affiancamento alla Prima interdigitale, che apparirebbe e scomparirebbe in base ai movimenti di abduzione e adduzione del pollice. Questa idea non trova conferma in nessuna sperimentazione pratica ed entra in aperto conflitto con la riproduzione in grande del sistema lineare della mano. Come tutti i Dermoriflessologi sanno, la mano è un frattale del corpo e la Prima Linea interdigitale della mano si trova sul corpo nella linea ascellare destra. E sul corpo non c’è nessun pollice che fa apparire o sparire qualche linea misteriosa.
Tornando alle valenze delle Linee primarie, ribadiamo che, se indagate in cieco semplice attraverso l’uso di simboli e immagini, non hanno mai dato conferma di associazioni aggiuntive che vadano al di là della catena lineare (triplice corrispondenza) pelle-organo-sentimenti.
Dopo svariate prove, che davano tutte risultati soggettivi, e quindi diversi da individuo a individuo, abbiamo capito che il desiderio di creare sovrastrutture sulle Linee è una tentazione della mente logica, che cerca abbinamenti razionali. Ci consola sapere che questa tentazione ha sfiorato anche Calligaris, tanto che, cercando un’associazione tra Linee e pianeti del sistema solare o tra Linee ed elementi costitutivi dei pianeti (minerali, vegetali, animali, eccetera) o tra Linee ed elementi (acqua, aria, fuoco, eccetera), ha scoperto che tutti questi fattori sono scaglionati su punti infinitesimali distribuitiall’interno delle Bande cutanee, specialmentedella I e della VI, in relazione anche alle linee trasversali e a quelle oblique.
Allo stato attuale, dopo innumerevoli ricerche, ci sentiamo di affermare, insieme con Calligaris, che le Linee primarie hanno una loro funzione specifica e precisa e non ammettono sovrastrutture. Ogni associazione posticcia attribuita al sistema lineare non rientra negli studi di Calligaris e non rientra in alcun modo nella Dermoriflessologia. Il motivo di questa affermazione, verificata sperimentalmente, è intuibile nella funzione primaria del Reticolo Energetico.

Il Reticolo energetico

Quanto mai magico e misterioso, il Reticolo energetico riveste tutto il corpo con linee di primo ordine, di secondo ordine, di terzo, quarto, quinto, eccetera. Ciò vuol dire che stiamo parlando di un reticolo, forse infinito, che mette in relazione la nostra anima con la nostra forma fisica e con tutto l’Universo. È l’organo di senso più sensibile in assoluto e percepisce tutte le vibrazioni del Creato, è come un cuore pulsante che risponde al micro e al macrocosmo, è un respiro universale, è l’insieme di filamenti che mette in connessione l’essere umano con il Tutto. Ogni suo punto è un punto di riflessione, ogni suo filo ci unisce con l’Infinito.
La corrispondenza del riflesso cutaneo delle Linee primarie attribuita da Calligaris, ossia di collegamento tra corpo e spirito, è perfettamente allineata con l’essenza stessa del Reticolo ed è l’unica ammissibile e rilevabile.
Su questo reticolo di filamenti longitudinali, trasversali e obliqui possiamo isolare campi vibrazionali più specifici che si riflettono sulla pelle in punti, placche e campi, ma non possiamo sovrastrutturare il sistema lineare, perché esso vibra e cambia in base all’interscambio tra l’Uomo e l’Universo.
Lavorando sulle Linee primarie e secondarie, abbiamo visto come i nostri pensieri e le emozioni producono risposte negli organi interni e lo fanno in maniera soggettiva, ma sappiamo benissimo che anche le condizioni atmosferiche, le maree, i terremoti, i transiti planetari, eccetera inducono dei cambiamenti nel corpo fisico e negli organi, e ancora una volta la risposta è spesso individuale. Non tutti reagiscono nello stesso modo alla pioggia, al sole, al freddo, al caldo, al transito della Luna o a quello di Giove. Già questo basterebbe a dimostrare che nessun collegamento aggiuntivo si può fare tra una Linea e un fenomeno climatico o tra una Linea e un pianeta, eccetera.
Sicuramente le linee del Reticolo vibrano in risposta a tutti i fenomeni, ai simboli, ai pianeti e agli archetipi, ma lo fanno in maniera soggettiva e sulla base di numerosi fattori interni ed esterni che non ci è dato di catalogare. Anche nella ricerca occorre mantenere l’umiltà.

Dermo-TEA e Termometro dei sentimenti
L’ennesima riprova della ricettività del Reticolo energetico, ammesso che ne servisse ancora una, sta nella differenza esistente tra il test della conformazione di nascita effettuato sul Termometro dei sentimenti (costituito da Placche) rispetto a quello eseguito sulle Linee primarie (con l’apposita procedura). Sappiamo che l’individuazione dei punti di forza e di debolezza a livello della costituzione di nascita può subire variazioni, quando una certa caratteristica (capacità o abitudine appresa) viene pienamente integrata e diventa parte di noi. Di conseguenza, sia il Termometro dei sentimenti sia il Dermo-TEA possono cambiare nel tempo. Quello che abbiamo riscontrato, però, è la maggior rapidità di risposta ai cambiamenti del test attitudinale svolto sulle Linee primarie (Dermo-TEA) rispetto a quello effettuato sul Termometro dei sentimenti.

Lavori in corso

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La nuova ricerca nella quale siamo impegnati, insieme a Sigfrido Licari, è l’esistenza dell’Albero norreno dei Nove Mondi riflesso sullo schermo cutaneo. Finora siamo riusciti a individuare il sistema cutaneo, composto da nove Placche, sulla parte alta del braccio sinistro e adesso inizia il compito di testarne la ripetitività, gli effetti e le possibilità di utilizzo.
Per il momento non è possibile ipotizzare i risultati finali, ma speriamo che il suo sentiero si riveli percorribile in modo più sicuro rispetto all’Albero Cabalistico.

“Nove mondi ricordo
nove sostegni,
e l’albero misuratore, eccelso
che penetra la terra”.
dal canto di apertura dell’Edda antica

Molti sono ancora i misteri della dimensione metafisica, ma la ricerca ci permette di svelarli a poco a poco e rinnovare così la meraviglia, conservando sempre la capacità di guardare con gli occhi di un bambino.

Buona Vita!

N.B. Fermo restando la libertà (e il merito) di ognuno, è doverosa la seguente nota.
Chiunque abbia un’intuizione o ritenga di aver individuato nuovi sistemi cutanei e desideri che le eventuali scoperte rientrino nella Dermoriflessologia®, è invitato a condividere con noi le proprie idee e ricerche oltre a permetterci di effettuare le opportune sperimentazioni e validazioni.
Questo appello ha due fondamentali ragioni:
1) l’indispensabile confronto dei dati ottenuti;
2) la nostra responsabilità etica e legale del marchio (che ci obbliga a saper rispondere di ciò che entra a far parte della Dermoriflessologia® e che, trasversalmente, tutela anche i Dermoriflessologi).
Il discorso, per ovvi motivi, si estende anche alla Dermoalchimia© e a ogni nostra invenzione.

Immagini dal convegno Suoni e Vibrazioni 2018

Nella cornice dell’Grand Hotel Croce di Malta a Montecatini Terme si è svolto il Convegno Internazionale Suoni e Vibrazioni organizzato da Gianita Bucchieri.

Tra i relatori: Flavio Gandini, Lea Glarey, Franco Canestrari, Costanzo Allione, Emiliano Toso, Gabriel Zoccola, Ervin Lazlo, Isa Francalanci, Pier Mario Biava, Massimo Citro, Nader Butto.

Un’immagine dei preparativi.

L’intervento di Flavio Gandini sulla Dermoriflessologia.

Flavio Gandini presenta le scoperte di Giuseppe Calligaris.

A un pubblico curioso e attento Flavio Gandini ha raccontato di come tutto l’Universo si riflette sul corpo dell’uomo. Per esempio, il nostro Sistema Solare…

L’interessante relazione di Franco Canestrari.

L’emozionante esibizione di Emiliano Toso.

L’intervento del filosofo Ervin Laszlo.

Grazie a tutti!

Sono state due splendide giornate!