L’astrologia ha sempre esercitato un fascino speciale sull’umanità, non conosco persona che, almeno in un’occasione, non abbia provato la curiosità di sapere qualcosa sul proprio segno zodiacale o non abbia sbirciato l’oroscopo su un giornale o non si sia sentita chiedere “di che segno sei?”.
A livello amatoriale l’astrologia ci tocca tutti e quando un argomento è così diffuso e popolare non può fare a meno di suscitare polemiche di ogni genere: c’è chi la ama, chi la detesta, chi la reputa una scienza esatta, chi la considera un passatempo per sempliciotti, chi vi si affida ciecamente, chi ritiene sia da superstiziosi, per non parlare delle lunghe diatribe filosofiche intercorse fra sostenitori e detrattori, consumatesi senza mai approdare a una conclusione condivisa all’unanimità.
Proprio come suscita pareri di ogni sorta, l’astrologia attrae, tra i praticanti, gli individui più eterogenei, così, accanto a validi studiosi e raffinati pensatori, annovera anche folcloristici cialtroni.
Da oltre cinquemila anni, quest’arte antica ha chiamato a sé le più grandi civiltà del passato, le menti più brillanti, gli studiosi più geniali. Si pensi alla civiltà babilonese, a quella egizia o indiana e naturalmente quelle a noi più prossime come la greca e la romana, senza dimenticare che anche i Cinesi e i Maya hanno guardato al cielo per leggervi i segni del destino umano, elaborando una disciplina che, seppur simbolicamente diversa dalla nostra, ne replica criteri e principi.
Nell’ambito del singolo possiamo ricordare personaggi del calibro di Tolomeo, Pitagora, Talete, Galilei, Keplero, Paracelso, Ermete Trismegisto, San Tommaso D’Aquino, Bacone, Sant’Agostino, il Parmigianino, Cagliostro, Giordano Bruno, Newton, Campanella e molti altri.
Personalmente, credo che la vera astrologia sia quella sopravvissuta nei secoli e attiva nell’interesse dei geni della storia, e non quella dei rotocalchi, accessibile al grande pubblico.
L’astrologia mi ha mostrato molto più di un sistema previsionale e più di un approccio psico-conoscitivo, l’esperienza mi ha guidato verso una rete di connessioni meravigliose fino a scoprire che le cose del mondo sono unite da fili invisibili all’occhio, ma percorribili dal cuore e dal pensiero. E grazie a questi fili si possono comporre frammenti di conoscenza. Uno di questi percorsi di conoscenza ha un curioso andamento a spirale, che dagli astri conduce agli dei, dagli dei all’alchimia, dall’alchimia alla Dermoriflessologia, per tornare infine su se stesso, ma a un’ottava superiore.
Lo studio dei pianeti evoca facilmente la mitologia classica greca (per inciso, il parallelo si estende anche ad altre mitologie, ma nello specifico di questo viaggio mi atterrò a quella greca), abbiamo, infatti, Apollo dio del Sole e Artemide dea della Luna, incontriamo Ermes, Afrodite e Ares, che sono rispettivamente i pianeti Mercurio, Venere e Marte, e poi Zeus-Giove, Crono-Saturno, Urano, e ancora Poseidone-Nettuno, dio del mare, e Ade-Plutone, dio degli inferi.
Insomma, salta subito all’occhio, anche a quello meno esperto, che c’è un dio per ogni pianeta, ma è soltanto guardando con attenzione il cielo astrologico che si inizia a scorgere uno strano movimento, gli astri disposti attorno allo zodiaco sembrano animarsi, assumono sembianze sovrumane, prendono vita, ed è allora che si assiste alla danza degli dei nella nostra vita. Vere e proprie divinità che si muovono in noi, che agiscono in noi, che influenzano i nostri orientamenti.
Una domanda sorge spontanea: se nel cielo natale più che pianeti-funzione, come i testi di astrologia illustrano, ci fossero influssi divini, che penetrano nell’individuo e ne determinano l’agire?
L’ipotesi è plausibile, e si riallaccia magnificamente al principio cardine dell’ermetismo, secondo cui gli uomini sono paragonabili e burattini nelle mani di presenze invisibili. Compito dell’uomo è quello di imparare a gestire queste presenze, farsele amiche, sfruttarne i punti di forza e procedere, per quanto possibile, alla propria emancipazione.
Il processo alchemico verte esattamente sulla ricerca della libertà e, come già detto, la Dermoriflessologia è un validissimo supporto per questo lavoro. Esiste, infatti, un quadrante cutaneo di rifrazione dei dieci influssi planetari (e di conseguenza delle emanazioni degli dei), sul quale si può intervenire per conoscerli meglio, per affievolirne o incrementarne la potenza.
Tornando al filo che unisce le conoscenze vediamo che la spirale torna su se stessa: dall’astrologia al mito, dal mito all’alchimia, dall’alchimia alla Dermoriflessologia e, in un nuovo giro di giostra, dalla Dermoriflessologia si torna agli astri. Ecco come è nata la DermoAlchimia Astrologica!
Samantha Fumagalli
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