“Il pensiero che guarisce” è la
tesi di laurea del celebre professor Giuseppe Calligaris, medico
chirurgo specializzato in neurologia e psichiatria, docente e
ricercatore universitario.
Le sue scoperte lo collocano a buon
titolo tra i più geniali medici dell’anima.
Egli, infatti, individuò linee e
placche sulla pelle dell’uomo, che mettono in relazione il corpo e lo
spirito, la fisiologia e la psicologia.
Nella sua rivoluzionaria tesi di
laurea, Calligaris mostra come il pensiero agisca sul corpo,
anticipando di svariati decenni le più recenti scoperte.
I suoi studi si sono sviluppati fino ad
approdare all’odierna Dermoriflessologia® (ideata da Samantha
Fumagalli e Flavio Gandini), disciplina olistica per il riequilibrio
psicofisico e l’incremento delle facoltà latenti, che usa la pelle
come specchio dell’anima e del corpo.
sfondo da Pixabay (licenza gratuita) – carta del Cielo da Astro seek
di Samantha Fumagalli
Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno e quest’ultima Luna Nuova, che diventerà Piena il 27 dicembre, dopo il Solstizio invernale, ha già un piede nel nuovo ciclo. È un seme dell’oggi che si manifesterà nella prossima stagione.
È questo il seme dell’indipendenza,
dell’aspirazione a spiccare il volo verso nuove avventure, pratiche e
del pensiero. Nuove idee, nuovi pensieri vengono deposti nella Terra
che sta per iniziare il suo processo di gestazione, ma siamo ancora
nella fase che richiede un esame interiore (Mercurio in Capricorno)
prima di poter decollare verso una nuova avventura filosofica e
concreta.
Il pensiero tornerà a volgersi
pienamente verso l’esterno e a diventare operativo il 21 gennaio
2024, quando Mercurio, ripreso il modo diretto, uscirà dalla zona
d’ombra.
Nel frattempo, il pensiero,
simboleggiato da Mercurio, sostiene il governatore di questa Luna
Nuova, Giove in Toro, con un ragionamento freddo e spiritualmente
elevato, volto a conquistare obiettivi a lunga scadenza. Obiettivi
che sono, e devono essere, quantomai pratici e tenere conto di un
benessere del vivere cha sia in armonia con la Terra e la natura e
sia in grado di generare nutrimento e bellezza per la collettività.
L’operazione va portata avanti contrastando le inclinazioni mortifere
e le passioni tormentose di Venere in Scorpione (opposta a Giove) e
favorendo le unioni profondamente radicate (sestile Mercurio-Venere).
Abbiamo qui un faccia a faccia tra Eros
e Thanatos, tra le pulsioni di vita e quelle di morte, che devono
giungere a un accordo e decidere cosa distruggere ed eliminare per
poter ricostruire qualcosa di migliore.
A tal proposito, si dimostra molto
interessante la retrogradazione di Giove che, proprio in questi
giorni, mette sul piatto ottime occasioni da cogliere con
tempestività e intelligenza, così da vederne i frutti a partire dal
primo giorno dell’anno nuovo (quando il pianeta tornerà in moto
diretto) e ancor più dall’inizio della primavera.
Siamo al cospetto di una Luna Nuova
che, più che con l’arciere, si identifica con la freccia.
Una freccia che deve centrare il suo
bersaglio e lo farà il 27 dicembre con una Carta del Cielo che
promette grandi cose e di cui avremo qualche avvisaglia non
trascurabile già durante il Solstizio d’inverno, il 22 dicembre, con
un probabile avvio di cambio di rotta a livello mondiale.
Non possiamo aspettarci la fine di
questo periodo, ma i prodromi sì.
Anche perché la Luna Nuova è
congiunta a Marte e quindi l’arciere può sfruttate l’aggressività
in modo costruttivo, per riesaminare le cose che non vanno e
cavalcare nobili principi morali e filosofici in vista del nuovo.
Non mi stupirei affatto di vedere moti
di ribellione e insurrezione nel panorama mondiale.
Qui l’aspetto più critico è dato
forse dalla quadratura Luna-Nettuno, che genera confusione,
disordine, caos e irrazionalità. E se una parte questo influsso
“giustifica” e connota l’insurrezionalismo nella sua spinta a
distruggere le illusioni false e malsane, dall’altra può creare
abbagli e noncuranza.
Ultima nota, che a mio avviso si può
leggere in chiave positiva, è la congiunzione della Luna e del Sole
con la Stella fissa Ras Algethi. Una Stella di natura erculea
(Marte-Mercurio) che favorisce l’intraprendenza e offre buone chance
di successo.
Simbolo di vita, energia vitale e abbondanza, l’agrifoglio protegge dalle negatività e propizia la fortuna. Il Re Agrifoglio regna in questo periodo, stagliandosi maestoso nel paesaggio crepuscolare dell’anno che volge al termine. Nel giorno del Solstizio invernale cede lo scettro alla Quercia che rappresenta la forza interiore, la giustizia, il potere e l’elevazione spirituale.
Non condivido il detto “siamo ciò
che mangiamo” di feuerbachiana creazione, e spiegare il perché
sarebbe troppo lungo, ma posso dire che trovo più vicino al mio
sentire il concetto ippocratico “fai che il cibo sia la tua
medicina e che la medicina sia il tuo cibo“.
Ciò premesso, il cibo non è soltanto
ciò che mangiamo, ma è tutto quanto ci nutre, come il sole, l’aria,
i pensieri, le parole che ascoltiamo e quelle che pronunciamo.
Ora, è curioso che, dopo decenni di
fast food e di cibo spazzatura, anche l’informazione si sia
uniformata: veloce, precotta e di pessima qualità.
Se alimentarsi costantemente di hot
dog, hamburger, patatine fritte, ketchup, cibi congelati e precotti
nuoce al benessere del corpo, figuriamoci cosa può fare un
nutrimento equivalente ai pensieri, all’anima, alle capacità
intellettive, alla sensibilità.
Trangugiare qualsiasi cosa, senza
scegliere, è quanto di più lontano dal far sì che il cibo sia la
propria fonte di benessere. E infatti, mentre si nutrono di cibo
spazzatura, certe persone ingoiano anche tutto ciò che viene detto
loro dall’informazione, senza il minimo discernimento.
Trangugiatori.
Sono trangugiatori di qualsiasi cosa e
si stanno ammalando gravemente nel corpo, nell’anima e nei pensieri.
Premetto che la mia è soltanto una riflessione rivolta a chi continua a farsi domande e vuole difendere la propria libertà di pensiero nel vortice di mille illusioni. Ho smesso da tempo di rivolgermi a chi sa già tutto o ha abdicato al diritto di sovranità sul proprio pensiero. A costoro lascio le loro certezze e vado oltre…
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La riflessione attiene alla fretta di
giungere a conclusioni spesso approssimative e alla tifoseria di
campo. Fattori non certo nuovi, ma che sono in preoccupante aumento.
Negli ultimi anni abbiamo visto
esacerbarsi i conflitti sociali, di solito su basi ideologiche e non
realistiche, e abbiamo osservato come la politica e l’informazione
mirino proprio al risultato di creare divisione, rabbia, contrasto e
pilotare la gente verso un pensiero unico. Prima su questioni di
salute, poi su tematiche ecologiche e più recentemente sulle guerre.
E ogni volta abbiamo assistito alla censura del pensiero critico e
del confronto, all’applicazione di etichette e all’incitazione al
conflitto e alla discriminazione.
Insomma, chi pensa con la propria testa
e non si conforma al pensiero unico, non è ben visto e diventa
automaticamente un no-qualcosa, un pro-qualcos’altro, un -ista o un
anti-ista, ovviamente della peggior specie.
Il giochetto prosegue e oggi si
ripresenta con il conflitto Istraele-Gaza: ancora una volta i media
prendono immediatamente posizione, a discapito della vera
informazione, e lo stesso sembra fare una parte dei
contro-informatori.
Ora, due parole di riflessione mi
sembrano doverose.
In primis, un’informazione corretta,
che miri alla libertà di pensiero dell’individuo, dovrebbe
raccontare i fatti con la maggior imparzialità possibile.
Secondariamente, se si vuole fare un
approfondimento per migliorare la comprensione, si possono analizzare
i dati, la storia passata, le ragioni, eccetera, sempre con doverosa
prudenza e con la disposizione mentale a valutare nuovi sviluppi che
potrebbero cambiare le carte in tavola o modificare
l’interpretazione.
Bene, questo tipo di informazione è
assente nei media mainstream e chi vuole difendere la propria libertà
di pensiero deve, per forza di cose, cercare altre fonti e fare
approfondimenti in prima persona. La cosa preoccupante, ora, è che
anche la contro-informazione (o almeno una parte di essa) sta finendo
con il fare la stessa cosa, ma sul fronte opposto: appena esce una
notizia la diffonde con interpretazioni antitetiche, spesso
affrettate, cospirative e dal carattere clamoroso. Si rischia, così,
di trasformare l’informazione alternativa in disinformazione con
conseguenze pessime sulla libertà di pensiero (che si vorrebbe
difendere), sulla capacità di giudizio e sulla tenuta stessa della
salute mentale. Per non parlare del fatto che si incrementa una
divisione sociale delirante.
Lasciamo da parte i figli dei media
mainstream che, se ci credono ancora, sono ormai irrecuperabili, e
focalizziamoci sui fruitori dell’informazione alternativa. Qui
notiamo due o più schieramenti che si accusano, talvolta
aggredendosi, per dimostrare le rispettive tesi.
Risultato? Il fronte del dissenso
risulta frantumato.
A chi giova? Non certo al fronte del
dissenso.
C’è da chiedersi se sia promosso
dall’alto o se queste persone siano bravissime a sabotarsi da sole.
In mancanza di certezze, temo che siano valide entrambe le ipotesi.
Nel mio piccolo, suggerisco: prudenza,
sangue freddo, osservazione della realtà (compreso saper riconoscere
quando i dati sono troppo scarni per trarre conclusioni), esercizio
della facoltà di sospendere il giudizio, discernimento, ragione e
buon senso.
Quanto alla tifoseria, mi sembra
quantomai sterile. Se la trovo ridicola nello sport, qui direi che è
decisamente inutile. Più interessante è invece valutare quale
interpretazione e quali linee di azione ci sembrano più affini al
nostro pensiero, alla nostra visione del mondo, alla nostra etica,
alle nostre speranze. Con l’attenzione a non cadere nella presunzione
di giudicare dall’alto chi la pensa diversamente e non pretendere che
il nostro punto di vista sia necessariamente giusto e quindi
condiviso dagli altri.
Prima di concludere, aggiungo una
considerazione di carattere astrologico.
Allenare la sana logica, il buon senso,
la ragione e le facoltà intellettive per dominare il caos, per
comprendere il metafisico o per ordinare i dati, sono tutte necessità
imposte dalla presenza di Saturno in Pesci, pena finire vittime di
abbagli, illusioni e paure della peggior specie.
Entrato nel segno dei Pesci a marzo
2023, Saturno vi soggiorna fino all’inizio di febbraio 2026 e il suo
insegnamento è proprio quello di portare ordine e giustizia nel
disordine e nella confusione.
I Pesci sono simbolo della
consapevolezza, del vitale e misterioso oceano nel quale siamo tutti
immersi, del misticismo, del mondo interiore, dell’immaginazione,
dell’ispirazione, e tra i suoi archetipi troviamo i sognatori, i
mistici e i poeti.
Saturno è il pianeta del rigore, della
privazione, delle prove della vita, dell’azione implacabile del
karma, della logica, delle facoltà superiori dell’intelletto, della
ragione.
Ora, cavalcato con maestria, questo
Saturno ci insegna a rinunciare alle illusioni, alle ispirazioni
fasulle, ai sogni irrealizzabili. Ci invita a investigare il mondo
con buon senso, logica e ragione. Ci sprona ad affacciarci sul caos e
mettervi ordine. Ci spinge a portare verità e rigore nella
dimensione interiore, nel senso mistico, nel trascendentale.
Chi accoglie il suo suggerimento, vedrà
il caos dipanarsi pian piano. Chi lo rifiuta, al contrario, subirà
la sua azione inesorabile (perché Saturno non si fermerà soltanto
perché qualcuno mette la testa sotto la sabbia) e vedrà scatenarsi
dentro di sé le peggiori distorsioni della realtà. L’ombra di
questo Saturno, infatti, porta fanatismo, irrigidimento, chimere,
errori, sensazione di impotenza, paura di dover subire l’esercizio di
un potere ingiusto, smarrimento, sofferenza.
Ma c’è di più, perché l’ombra di
Saturno si protende anche su chi detiene il potere e può indurre
alcuni rappresentanti delle élite a esercitare forme di repressione
molto dure o violente allo scopo di imporre norme e di impedire la
proliferazione di idee diverse e controcorrente.
Il non assumersi la responsabilità
individuale di questo transito, espone il fianco a subire proprio
queste forme di repressione e di distorsione della realtà, che
portano a frantumare il fronte del dissenso e la sua forza positiva e
propositiva.
La panoramica di Saturno in Pesci è
molto più vasta, ma in questo contesto mi sembrava opportuno
concentrarmi sull’aspetto che riguarda tutti coloro che vogliono
conservarsi liberi, capaci di pensiero autonomo e autodeterminazione.
Ha davvero senso indignarsi davanti a
una rappresentazione teatrale?
Il teatro è finzione, si mette in
scena una storia, un’interpretazione. L’opera può essere una
tragedia o una commedia, ma mai si pretende che sia vera, imparziale,
oggettiva.
Perché parlo di teatro e di
indignazione? Sono forse impazzita?
No, almeno non credo.
Ne parlo perché tutto quello che
stiamo vivendo e vedendo negli ultimi anni sta spalancando gli occhi
di chi credeva in una realtà illusoria.
Si vive in un mondo creato da chi
detiene il potere sugli altri.
Ci si muove sulla piattaforma di un
gioco deciso da pochi. Da un élite che ha venduto una
rappresentazione teatrale come fosse la realtà, che ha disegnato
credenze false, accettate dai più come vere.
Qualche esempio?
L’idea dello Stato come ente
territoriale sovrano.
L’idea di Repubblica come cosa
pubblica.
L’idea di Diritti umani inalienabili.
L’idea di un sistema di informazione
che informi la gente.
L’idea di vari Premi (Nobel, letterari,
eccetera) assegnati per merito e in modo imparziale.
Il mito del self-made man come sogno
liberale.
L’idea di una Legge uguale per tutti.
Mi fermo, ma potrei riempire un rotolo
maxi di carta igienica…
Sono tutte idee create per far credere
alla rappresentazione in atto e avere attori e comparse disposti a
recitare inconsapevolmente un copione scelto da altri.
La farsa sta dimostrando il suo vero
volto ogni giorno che passa e non c’è bisogno che io faccia una
carrellata per dire dove e quando e come. Chi ha occhi per vedere, ha
già visto.
Un’ultima dimostrazione, che il re è
nudo, ci arriva dall’ennesimo atto discriminatorio nel confronti di
Adania Shibli, scrittrice palestinese, che vive tra Cisgiordania e
Inghilterra.
Pluripremiata e acclamata dalla
critica, finché il suo nome faceva gioco a certi interessi politici,
si vede ora negare il premio LiBeraturpreis 2023 alla Fiera del Libro
di Francoforte per il suo libro “Un dettaglio minore”. Motivo?
Ovviamente le sue origini palestinesi e la guerra in Israele (il
romanzo racconta di una ragazza palestinese catturata dai soldati
israeliani durante l’estate del 1949).
Dopo gli autori russi, ecco il turno di
quelli palestinesi.
Cosa deve succedere ancora per capire
che hanno sempre venduto illusioni?
Non ci si illuda, ancora una volta, che
il nuovo scenario e il nuovo copione saranno diversi.
Adesso è in corso una guerra mondiale
per decidere quali saranno i nuovi autori e registi, ma sempre di
teatro si tratterà.
In questi pochi anni di Apocalisse, i
veli cadono e chi vuole può vedere, ma alla fine, siatene certi,
verrà allestito un nuovo palcoscenico e per chi ha perso l’occasione
di vedere non ci sarà una nuova chance.
Partiamo dal fatto basilare che il
termine “coraggio” compare come contrario di “paura”, ma non
fermiamoci qui e spingiamoci oltre per capire meglio. Consideriamo,
in primis, il significato etimologico di “paura”. Qui la
ricostruzione più accettata è che derivi dal latino “pavire”
ossia “battere la terra”, dalla radice indoeuropea “pau-” che
indica il senso del “battere”.
La paura, dunque, sembrerebbe derivare
dall’essere percosso, abbattuto, atterrito, e infatti la paura
scuote, spaventa, come un terremoto interiore, e di fronte alla paura
si attiva la reazione del combattere o fuggire (ciò che si ritiene
nocivo).
Igor Sibaldi sostiene che il coraggio
non è l’antidoto della paura perché quando si fa qualcosa di
coraggioso, la paura ha già vinto, è già presente. Sibaldi scrive:
“Nel coraggio facciamo soltanto ciò che la paura ci impedirebbe di
fare: e in tal modo lasciamo che la paura limiti le nostre
possibilità d’azione”. Nella sua visione, la paura si non
sconfiggerebbe affrontandola, ma con la conoscenza che porterebbe a
essere più grandi di essa.
C’è qualcosa di vero in questo, ma a
mio parere c’è anche un inganno intrinseco, che parte dal
fraintendimento del concetto autentico di coraggio.
Il coraggio non è il paradigma di
violenza che l’immaginario comune associa alla sfera cavalleresca e
militaresca. Il coraggio non è mettere a rischio se stessi in uno
scontro per affrontare il nemico. Il coraggio è ben lontano dalla
stupidità che spesso governa simili sfere. Il coraggio non è
audacia (osare), non è temerarietà (agire in modo sconsiderato) e
non è ardimento (l’essere duro).
Cos’è allora il coraggio?
La parola deriva dal latino: cor =
cuore.
Coraggio è agire con cuore, è seguire
una via che abbia un cuore, è avere in sé una speciale forza
d’animo che non lascia sbigottiti di fronte al pericolo, ma neanche
induce a buttarsi a casaccio in imprese sciocche e prive di valore.
Il coraggio è una virtù ad ampio
spettro, legata al cuore e ai nobili intenti e sentimenti.
Ora vi domando, è davvero possibile,
come sostiene Sibaldi, perseguire una conoscenza che renda più
grandi della paura, SENZA il coraggio?
Secondo me, no.
E il perché è semplice: la sfera
intellettiva senza cuore (che tradotto significa una conoscenza priva
di coraggio) è sterile e spesso è proprio indotta dalla paura,
perché cerca goffamente di dominare (non di superare) la paura
irrazionale con la razionalità. Alla lunga, ciò sfocia in nozioni
che non si traducono in atti concreti, si tratta, cioè, di una
conoscenza che rimane a livello di parole, perché manca il cuore e
il coraggio per camminarle, quelle parole.
In ultima analisi, la paura si supera con il coraggio di guardare in faccia ciò che ci spaventa, sia esso un fantasma interiore o un ostacolo esteriore, con la volontà di comprendere il senso vero e profondo della paura e poi nell’ampliare la nostra conoscenza per andare oltre.
La conoscenza, da sola, può generare inetti. Inetti che parlano bene, ma razzolano a caso.
LUNA NUOVA in Bilancia 14 ottobre 2023 con eclissi solare anulare (visibile in America)
Mi dispiace non avere il tempo per fare un’analisi approfondita di questa Luna Nuova, ma due parole sull’energia in movimento ci tengo a condividerle. È un momento in cui porre a dimora i semi di ciò che vogliamo vedere germogliare con l’arrivo della primavera (è la prima Luna Nuova dell’autunno) ed è un lavoro che deve partire dal profondo, dal passato, da ciò che ci portiamo dietro sia come doni sia come limiti karmici (la Luna è congiunta al Nodo Sud), per trasformare entrambi in qualcosa di nuovo. Trasformare gli ostacoli in esperienza e superare la zona confort dei talenti. Non sempre ciò che sembra “negativo” lo è. Può diventare “positivo” se ne facciamo tesoro e lo trasformiamo in carburante per crescere e andare oltre. Non sempre ciò che sembra “positivo” lo è. Se non lo usiamo attivamente per agire, realizzare, evolvere, diventa “negativo” perché si trasforma in una zona di confort dalla quale è difficile uscire. Questa Luna ci invita a trasformare, ma prima dobbiamo valutare le zone d’ombra e quelle di luce con uguale giustizia (Luna in Bilancia) e capire come trarre il meglio da entrambe. Servono intelligenza, coraggio, amore, ponderazione. Serve la forza e l’acume di tagliare il superfluo per sottoporre i nostri sogni alla prova della fattività (Marte trigono a Saturno). Serve una vera comprensione del termine “potere” (Luna, Sole, Mercurio in quadratura a Plutone). Potere, che è il potere di fare, di agire, di manifestare la propria libertà. Potere, che non è il potere sugli altri, non è tirannide, non è manipolazione. È potere personale.