Buon dicembre!

Oggi, dopo un meraviglioso fine settimana di corso di Dermoalchimia, ci piace inaugurare la settimana e, già che ci siamo, l’intero mese di dicembre con un pensiero “leggero”… dove per leggero non si intende frivolo e superficiale, ma leggiadro e gioioso, come può esserlo il volo di un uccello, anche in mezzo alla tempesta…

“Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, perché anche nella tempesta della vita umana le cose leggere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare”.
Apuleio

Buona giornata e felice dicembre!
Flavio e Samantha

Continuare a domandare

“Vedetta, quanto resta ancora della notte?” domanda il Viandante.
“La notte sta per finire, ma il giorno non è ancora arrivato – risponde la Vadetta – ma tu torna, domanda, insisti…”

Questo condizione di crepuscolo mattutino, questa incertezza, la cui risposta è altrettanto incerta ed è, al contempo, un’esortazione a tornare, a continuare a domandare, è la condizione dell’uomo, che continua a cercare anche quando capisce che non avrà mai risposta. Ma ciò che è davvero importante è tornare, cercare, insistere, domandare infinitamente…

Ognuno di noi è insieme Viandante e Vedetta…

Shomér, Ma Mi-Llailah?
Francesco Guccini

La notte è quieta senza rumore, c’è solo il suono che fa il silenzio
e l’aria calda porta il sapore di stelle e assenzio,
le dita sfiorano le pietre calme calde d’un sole, memoria o mito,
il buio ha preso con se le palme, sembra che il giorno non sia esistito…

Io, la vedetta, l’illuminato, guardiano eterno di non so cosa
cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa
e aspetto immobile che si spanda l’onda di tuono che seguirà
al lampo secco di una domanda, la voce d’uomo che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento angoscia o pace,
coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare…

e li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusìo
e sento d’ essere l’infinita eco di Dio
e dopo innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità,
ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

La notte, udite, sta per finire, ma il giorno ancora non è arrivato,
sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato…
ma io veglio sempre, perciò insistete, voi lo potete, ridomandate,
tornate ancora se lo volete, non vi stancate…

Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni
e resteranno di uomini e di idee, polvere e segni,
ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà,
che la risposta sull’avvenire è in una voce che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

I desideri sono il motore della vita

Desiderare è percepire nel proprio cuore qualcosa che potenzialmente è destinato a noi…

Ci diamo da fare e lavoriamo per realizzare i nostri desideri. Se fossimo completamente privi di desideri, a partire dai più semplici e necessari come nutrirsi, riposare, star bene, non ci alzeremmo neanche dal letto alla mattina, perché, come diceva Khalil Gibran “Il desiderio è metà della vita, l’indifferenza è metà della morte”.
E ce ne sono alcuni, di desideri, che suscitano piacere al solo pensiero, che ci fanno sognare e volare in alto con il cuore e con la fantasia. Senza bisogno di scomodare i desideri artificiali, come la ricchezza e la gloria, o quelli irrealizzabili, come l’immortalità, ci sono tanti desideri, grandi e piccoli, che ci spingono a muoverci, a impegnarci, a studiare, a viaggiare, a faticare… Il desiderio di vedere un luogo, di fare un’esperienza, di parlare con qualcuno che consideriamo speciale, di assaggiare un cibo particolare, di assistere a un evento, di imparare cose nuove, di creare qualcosa di bello, di migliorare una data condizione umana, di prenderci cura di qualcuno o qualcosa, di stare in buona compagnia, di inventare qualcosa di nuovo… e mi fermo qui, anche se potrei continuare all’infinito.
Ma sappiamo davvero cos’è un desiderio? E sappiamo veramente cosa vogliamo? Perché il rischio che corriamo, in qualità di esseri umani, naturalmente portati a desiderare, è quello di sprecare il nostro meraviglioso carburante per cose inutili e banali o, peggio ancora, di farlo sfruttare ad altri, che spregiudicatamente stimolano la nostra “natura desiderosa” per farci correre dietro a cose effimere, per le quali non sprecheremmo neanche un grammo di fatica, se non fossimo stati adeguatamente pungolati. La pubblicità, per esempio, è un mezzo studiato apposta per creare desideri transitori, che una volta ottenuti non appagano più e lasciano il posto ad altri e altri ancora. Ma, a dirla tutta, l’intera società attuale è strutturata secondo questo ingranaggio pubblicitario e consumistico.
Quindi, se l’atto di desiderare è naturale e istintivo, l’oggetto del desiderio non lo è altrettanto, ma è frutto di una profonda conoscenza di se stessi. Perché ogni desiderio dovrebbe viaggiare sugli stessi binari della personale arte di vivere e portare alla felicità.

La parola desiderio ha un’origine etimologica molto bella: deriva dal latino ed è composta dalla preposizione de-, che significa senza, e dal termina sidus, che significa stella, e vuol dire “avvertire la mancanza di una stella” e quindi il conseguente nascere di un sentimento di ricerca appassionato. Considerando, inoltre, che non possiamo avvertire la mancanza di qualcosa che non conosciamo assolutamente o che è completamente inesistente, “desiderare” assume anche il significato di percepire nel proprio cuore qualcosa che potenzialmente è destinato a noi. È una sorta di premonizione di qualcosa che le stelle possono darci, ma che ancora non abbiamo, e che può servire alla nostra evoluzione interiore.

E ora non mi resta che augurare a tutti…
Buoni Desideri e Buona Vita!

Samantha Fumagalli ⭐️

Storie di mistero e magia…

A Halloween regalati una storia thriller, ricca di mistero e magia!
Un romanzo che non è solo un thriller, ma anche una storia ricca di amicizia, amore e magia e che invita a riflettere sul senso della vita e della morte e sulle occasioni sprecate… Leggi tutto “Storie di mistero e magia…”

Unire i puntini

La vita è un processo in continuo divenire, che inventi passo dopo passo, procedendo con intuito e, a volte, anche un po’ alla cieca.
Poi un giorno ti volti un attimo, quasi per sbaglio, e vedi un meraviglioso paesaggio: l’opera d’arte che hai creato e di cui fai parte.

O, per dirla alla Steve Jobs: Leggi tutto “Unire i puntini”

L’anno degli eroi

L’eroe accende torce fiammeggianti nelle oscure strade del mondo, perché gli uomini possano vedere. Ed è proprio quello che fanno i protagonisti di questo romanzo, anche se a loro insaputa.
Sei ex compagni di scuola vengono convocati, insieme a una misteriosa figura che rimane nell’ombra, da uno stimato psichiatra per compiere un’impresa epica quanto ambigua, perché sotto la facciata di una rapina si cela un segreto destinato a cambiare per sempre le loro vite.
E forse anche quella dell’intrepido lettore. Leggi tutto “L’anno degli eroi”

Tra fantasia e realtà

Confesso, nella folle stesura di un nuovo romanzo, ho dato vita a otto personaggi di cui non riesco più a liberarmi. Me li trovo accanto mentre cammino lungo il fiume, quando cucino e a volte anche al lavoro… Non so dire se sono diventati compagni di vita o presenze ingombranti, ma propendo per la prima, data la simpatia che ho per loro.

Fatto sta, che ho deciso di presentarli al mondo.

Eccoli: Leggi tutto “Tra fantasia e realtà”

Astuti come serpenti, puri come colombe

SIATE ASTUTI COME SERPENTI E PURI COME COLOMBE
Matteo 10,16

Una frase che ha spesso destato qualche perplessità nei lettori…
Per questo abbiamo deciso di condividere il seguente commento (non nostro), che ci sembra davvero interessante in chiave non solo teologica e religiosa, ma anche umana e spirituale.
Consigliamo di trovare cinque minuti per leggerlo tutto.

«Perché Gesù aggiunge “astuti come serpenti?”
È molto interessante perché questo dà una visione del tutto realista della vita del cristiano nel mondo: ci vogliono purezza, fede, certo, ma anche intelligenza, perché il cristiano non deve essere né imbecille né gonzo. Cristo stesso non si lascia crocifiggere per debolezza, perché dice: “La mia vita nessuno me la toglie, ma io la depongo da me” (Giovanni 10,18); lo fa volontariamente, con cognizione di causa, sapendo quel che fa. Lasciarsi mettere i piedi in testa non è una gran bella testimonianza. Senza dubbio bisogna saper dare, ma dare non è lasciarsi prendere. Gesù non dice: “Se ti prendono il mantello, lasciati prendere la tunica” ma “da’ la tunica” e “Se ti percuotono sulla guancia sinistra lasciati percuotere anche sulla destra” ma “porgi la destra”. Ecco la posizione attiva del cristiano, e ci vuole certamente dell’intelligenza per evitare la possibile perversione della dolcezza e dell’amore. La mollezza e la debolezza non sono costruttive. L’Evangelo non è un incitamento alla passività, al contrario invita a una certa intelligenza attiva. E tuttavia bisogna dare tutto, anche la vita, non bisogna mai staccarsi dall’ideale di purezza né perdere in qualsiasi modo l’anima. La colomba deve temperare senza sosta il serpente e viceversa.
Fare il bene è estremamente complicato. Ne conosciamo globalmente il senso, ma in pratica bisogna essere saggi per non mancare di discernimento. Non bisogna lasciarsi andare ai propri buoni sentimenti e alla propria generosità senza conservare l’intelligenza di fare la cosa giusta nel modo giusto. Bisogna domandarsi se il nostro gesto sarà creatore o perverso per la persona a cui è destinato.
All’inverso è bene in questo mondo dimostrare intelligenza ed efficienza, anche nelle nostre buone opere, ma è essenziale saper conservare una dimensione di ideali, di approfondimento personale, di attenzione all’altro per non perdere il senso di quel che facciamo.
La grande difficoltà della vita del cristiano è proprio salvaguardare l’equilibrio tra l’intelligenza e la fede. Cristo non chiede al cristiano di ritirarsi dal mondo ma di agire e quindi partecipare al suo funzionamento, e nello stesso tempo di non perdere i propri ideali.
Il cristiano è quindi sempre combattuto tra il serpente, intelligente e terra terra, e la colomba, che si libra nei cieli. Se è troppo serpente è schiacciato nella polvere, se è troppo colomba evapora. Ci sono questi due poli antinomici, inconciliabili, tra cui il cristiano è in tensione. Ma forse è proprio questo che lo rende attivo e luminoso, come la luce che scaturisce quando sono presenti due poli elettrici opposti. Un solo polo, pur se molto potente, non produce nulla. È la dialettica della sua vita che rende il cristiano ricco e fecondo. Certamente non è una situazione confortevole ed è sempre un po’ come Cristo, combattuto tra queste due realtà, crocifisso tra il verticale della fede e l’orizzontale del buon senso terrestre.
Ma è allora che il cristiano può diventare la Luce del Mondo».
Auteur: Évangile et liberté

Bene e male, luce e ombra

“Che cosa sarebbe il tuo bene se non ci fosse il male, e come apparirebbe la terra se non ci fossero le ombre? Le ombre nascono dagli oggetti e dalle persone. Ecco l’ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Non vorrai per caso sbucciare tutto il globo terrestre buttando via tutti gli alberi e tutto ciò che è vivo per godere nella tua fantasia della nuda luce?”

Il maestro e Margherita, Mikhail Bulgakov

Equinozio d’Autunno 2019

Il sole si abbassa, i colori si infuocano, le temperature calano.
È l’equinozio d’autunno.
Il 23 settembre 2019 il Sole entra in Bilancia, segnando l’inizio della nuova stagione.
L’equinozio è il momento magico in cui giorno e notte si equivalgono e luce e ombra sono in perfetto equilibrio tra loro.
È una festa antica, ricca di miti e tradizioni, che evoca forti suggestioni, sia per il fascino paesaggistico sia per l’importante momento di passaggio, durante il quale si ringrazia la terra per i doni elargiti e ci si prepara all’arrivo del freddo.
Dicevamo, dunque, che il 23 settembre il Sole entra in Bilancia, il segno della scelta.
La luce inizia a spegnersi e la madre terra si prepara alla fecondazione, che porterà al nuovo ciclo primaverile, e a questo segno zodiacale spetta il complito di scegliere il seme migliore, per assicurare il raccolto futuro, e il terreno più opportuno cui affidarlo. Ciò richiede amore e capacità di accogliere, che vengono elargiti da Venere, e un rigore implacabile nell’eliminare quanto potrebbe compromettere il prossimo ciclo vegetativo, dono di Saturno.
Ma questi compiti non spettano soltanto ai nativi della Bilancia.
In questi giorni, noi tutti siamo chiamati a compiere scelte per preparare il futuro e ripulirlo dalle scorie del passato, come la stagione richiede, perché è proprio adesso che la natura si prepara a una nuova vita, eliminando gli scarti e selezionando il meglio.
Il momento che stiamo vivendo, in cui luce e buio si equivalgono, dopo la luminosa stagione estiva, introduce un elemento di dubbio nell’animo umano, un dubbio che è il massimo deterrente dell’assolutismo egopatico. Non esiste soltanto la luce, non esiste un solo punto di vista, non esiste soltanto l’io. E noi, al pari della Bilancia, restiamo sospesi, in bilico tra gli opposti.
Da questo momento possiamo imparare l’ascolto delle parti per tendere alla conciliazione e in ciò siamo sostenuti dai sacri principi della ragione, tanto cari alla Bilancia.
In questo periodo dell’anno, infatti, è Saturno che sostiene l’intelligenza, non Mercurio, va da sé che il desiderio di conoscere non è guidato dalla curiosità, tipica dei Gemelli, né dalla necessità di capire per evitare gli errori, tipica della Vergine, ma dalla volontà di conoscere attraverso una valutazione dialettica, che rifiuta l’unicità.
L’obiettivo è una trasformazione della coscienza che mira all’armonia interiore, in modo che nulla possa disturbare il nostro equilibrio.
Come luce e ombra si alternano, indispensabili l’una all’altra, così i dispiaceri arrivano e se ne vanno, la gioia e la tristezza si avvicendano, ma al centro resta un perno, consapevole e immobile. È il fulcro degli Ermetisti, attorno al quale il pendolo oscilla, ma senza portare scompiglio, perché lo Spirito è consapevole dell’Eternità.
 
Buon Equinozio d’Autunno!
 
Samantha Fumagalli e Flavio Gandini

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