L’incantatrice

“Nel passato ci sono le ceneri, nel presente il fuoco che ci dà l’ardore di scrivere il futuro”

È uscito da pochi giorni il secondo romanzo di Samantha Fumagalli

L’incantatrice

Amalia è solo una bambina, quando la morte della nonna Ofelia sconvolge la sua vita e segna per sempre il suo destino. La ritroviamo oggi, ormai trentaduenne, insegnante in una scuola d’arte, alle prese con una strisciante insoddisfazione di fondo e un tragico incidente, accaduto nel liceo dove insegna.

Il presente incalza e le domande sul suo oscuro passato si moltiplicano: cos’è successo davvero a Ofelia? Perché sua madre è sparita? Chi è veramente Dorotea? E perché nessuno vuole parlare?

Amalia accetta la sfida che la vita le sta lanciando e decide di intraprendere una ricerca sulla sua storia familiare. Tra vecchi bauli, strani amori, certezze che si sgretolano e un viaggio imprevisto, risalirà il misterioso ramo materno della famiglia e farà luce sulle sue origini, ma soprattutto scoprirà chi è veramente: non la persona banale che credeva, ma una creatura speciale.

La storia di Amalia è forse la storia di tutti noi. È l’archetipo del viaggio per scoprire chi siamo, da dove veniamo e qual è il nostro posto nel mondo.

L’ebook è già disponibile su tutte le librerie online, tra cui:

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E tra poco uscirà anche il cartaceo!

Essere, fare, avere

Nei flussi energetici e nelle memorie somatiche di ciascuno di noi, secondo la Dermoriflessologia® (come in tutti i sistemi energetici, dall’Agopuntura alla Riflessologia plantare, eccetera) non esiste traccia dell’avere, nel senso di possedere cose.
Nelle Linee cutanee della Dermoriflessologia, possiamo individuare i flussi e le memorie dell’essere (l’essere come identificazione biologica e sessuale, l’essere come identità affettiva e familiare, l’essere come identità di gruppo, territoriale e tradizionale, l’essere come senso di appartenenza umanitario e mistico) e i flussi e le memorie del fare (fare come manifestazione delle competenze primarie e del lavoro in senso esteso, fare come creare e comunicare, fare come interazione e integrazione nell’ambiente, fare come cooperazione e organizzazione sociale).
Nessuna presenza di flussi né di memorie inerenti all’avere.
E questo semplicemente perché l’avere (che si tratti di cibo, vestiti, casa, automobili, oggetti, strumenti, soldi, eccetera) è funzionale all’essere e al fare.
Da solo non esiste, non lascia nessuna traccia in noi.
Il possesso, da solo, non arricchisce né modifica minimamente il nostro corpo e la nostra anima.
Le cose materiali, dal cibo al denaro, sono soltanto strumenti che ci permettono di fare esperienza, di partecipare alla meravigliosa manifestazione della vita fenomenica.
Il possesso e l’accumulo sono deviazioni, sono il segno di un’esistenza insoddisfacente che cerca compensazione in qualcosa che non potrà mai fornirgliela.
Questo non vuol dire che povero sia l’equivalente di felice.
Vuol dire che le “cose” devono servire a uno scopo, altrimenti sono inutili. Come il cibo, che serve a nutrirci per poter essere e fare al nostro meglio, mentre vivere per mangiare e accumulare cibo, non è vivere.
Quando una persona sostituisce l’essere e il fare con l’avere, vuol dire che c’è un problema di fondo.
La vita è esperienza.
Buona Vita!

Mandala degli astri in pdf

I Mandala degli Astri ci accompagnano nella nostra storia personale e nell’evoluzione, ci aiutano a fare chiarezza in noi e ad armonizzare le energie interiori ed esteriori.

Novità: MANDALA DEGLI ASTRI in versione PDF!
Da leggere, stampare e colorare… ristampare e colorare di nuovo… e conservare

I Mandala degli Astri ci accompagnano nella nostra storia personale e nell’evoluzione, ci aiutano a fare chiarezza in noi e ad armonizzare le energie interiori ed esteriori.

I mandala nascono da antiche discipline orientali con lo scopo di interagire con le energie dell’individuo e con lo spazio. Sono figure sacre che, grazie a forme, colori e simboli, riverberano in chi le osserva e con l’ambiente circostante. I Mandala degli Astri sfruttano il dinamismo positivo dei nove pianeti dell’astrologia antica e si possono usare per meditare, colorare e da appendere in casa per armonizzare gli ambienti. Colorare i mandala è un’antica forma di meditazione, adatta a ogni età, che purifica l’anima, calma la mente, libera lo spirito, migliora la concentrazione, la memoria, la creatività e riduce lo stress.

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Ci fa accogliere nel proprio cuore chi amiamo.

Fa sapere a chi amiamo che gli vogliamo bene.

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Riflessione personale sul virus

Essendo personale, forse non fregherà a nessuno, ma tant’è 😄

Detto sinceramente, questo povero virus mi fa quasi tenerezza. Uscito da un laboratorio, e subito trattato come un mostro. Temuto. Accusato dei crimini peggiori. Un minuscolo filamento di RNA sfruttato per generare panico, terrore, e decine di fobie. La fobia delle malattie, della morte, dei luoghi aperti, di quelli chiusi, delle persone… E odio. Odio per chi passeggia, per chi corre o va in bici, per chi gioca, ride, scherza o si abbraccia, per chi disubbidisce, per chi pensa diversamente. Odio per chi non si fa annichilire dalla paura. Un virus sfruttato per generare povertà, ubbidienza, abbattimento e limitare la libertà.
Ora, non è che questo scenario mi faccia arrabbiare o deprimere.
Onestamente, non me ne frega niente.
Non mi piace, perché è più bello vedere persone felici, che abbracciano la vita e si abbracciano tra loro, ma non mi tocca.
Se condivido informazioni diverse dalla narrazione ufficiale, notizie più sensate e rasserenanti; se scrivo che si può fare prevenzione, rinforzando il sistema immunitario al posto che chiudendosi in casa; se dico di usare bene il proprio tempo e far funzionare il proprio personale sistema di valutazione, se dico di accendere l’attenzione e la consapevolezza; lo faccio soltanto per invitare a pensare liberamente e a non diventare vittime di uno stato di ipnosi dilagante.
E lo faccio coerentemente, perché è ciò che pratico ogni giorno.
Durante questo periodo, io e Samantha, abbiamo reinventato il lavoro, registrato decine di audio per l’Accademia di Dermoriflessologia e per gli aggiornamenti professionali, scritto moltissimo (saggistica e narrativa), tenuto i contatti con persone splendide. Abbiamo rinforzato il legame con la natura e con gli aspetti magici della vita. Abbiamo letto e studiato. Riso moltissimo. Sentito. Pensato. E molto altro…
In sostanza, possiamo dire grazie a questo virus, per le incredibili occasioni che ci ha offerto.
E lo facciamo davvero: GRAZIE!
Ogni esperienza genera arricchimento, se sappiamo cogliere al volo le opportunità che offre.
L’augurio è che ognuno possa uscire da questa esperienza più ricco interiormente, più consapevole, più cosciente e con una scala di valori più vicina al proprio sentire.
Viva la libertà!

Dimensione interiore ed esteriore

DISTINGUERE TRA DIMENSIONE INTERIORE ED ESTERIORE
In questo momento di caos è importante saper distinguere tra dentro e fuori, tra ciò che siamo e ciò che osserviamo al di fuori di noi.
Interiorizzare l’allarme, le ingiustizie, la privazione di libertà è una procedura dannosa.
Coltivare la pace, la gioia, la felicità, la libertà interiori è il primo indispensabile passo per essere in armonia e per poter vedere con occhi limpidi e con cuore sereno. Nulla può alterare il nostro benessere interiore. Questa è l’unica cosa di cui abbiamo davvero bisogno.
Il secondo passo è osservare e scegliere.
Se si prova indignazione di fronte alle circostanze esterne, si può decidere di adoperarsi affinché il mondo esterno corrisponda maggiormente alla pace e alla libertà, che regnano nel nostro mondo interiore. Ma senza che il primo inquini il secondo.
Il terzo passo è manifestare fuori da noi la bellezza che vive già nella nostra dimensione interiore.

UN UOMO PUÒ ESSERE LIBERO ANCHE IN CATENE,
COSÌ COME PUÒ ESSERE PRIGIONIERO SENZA CATENE.

Felice vita!
Samantha Fumagalli

Ci credi alla vita dopo…?

NEL VENTRE DI UNA MADRE C’ERANO DUE BAMBINI.

Uno chiese all’altro: «Ci credi in una vita dopo il parto?».
L’altro rispose: «È chiaro. Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci a quello che verrà più tardi».
«Sciocchezze, – disse il primo – non c’è vita dopo il parto. Che tipo di vita sarebbe quella?».
«Io non lo so, – rispose il secondo – ma ci sarà più luce di qui. Forse noi potremo camminare con le nostre gambe e mangiare con le nostre bocche. Forse avremo altri sensi che non possiamo capire ora».
Il primo replicò: «Questo è un assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca!? Ridicolo! Il cordone ombelicale ci fornisce nutrizione e tutto quello di cui abbiamo bisogno. Il cordone ombelicale è molto breve. La vita dopo il parto è fuori questione».
Il secondo insistette: «Beh, io credo che ci sia qualcosa e forse diverso da quello che è qui. Forse la gente non avrà più bisogno di questo tubo fisico».
Ma il primo contestava: «Sciocchezze, e inoltre, se c’è davvero vita dopo il parto, allora, perché nessuno è mai tornato da lì? Il parto è la fine della vita e nel post-parto non c’è nient’altro che oscurità, silenzio e oblio. Non ci porterà da nessuna parte».
«Beh, io non so, – disse il secondo – ma sicuramente troveremo la mamma e lei si prenderà cura di noi».
Il primo replicò: «Mamma? Tu credi davvero alla mamma? Questo è ridicolo. Se la mamma c’è, allora, dov’è ora?».
Il secondo disse: «Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo in lei. È per lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere».
Il primo concluse: «Beh, io non posso vederla, quindi, è logico che lei non esista».
Anche il secondo concluse: «A volte, quando stai in silenzio, se ti concentri ad ascoltare veramente, si può notare la sua presenza e sentire la sua voce da lassù».

Con questa storia, uno scrittore ungherese ha spiegato l’esistenza di Dio e della vita oltre la vita.

La più grande azione luci-ferica degli ultimi decenni

La mia visione spirituale dei recenti avvenimenti

di Samantha Fumagalli

È nella più assoluta confusione che cadono, finalmente, i paradigmi della realtà. Quella illusoria.

La descrizione del mondo, così come è stata insegnata, inizia a vacillare, a disgregarsi. Si ascolta tutto e il contrario di tutto. Non si sa più a cosa credere, non si sa più cosa sia vero e cosa falso.

È panico? No, è fantastico. Inebriante!

È dal caos che nasce la consapevolezza. Dalle tenebre che sgorga la luce.

Quando non si hanno più stampelle a cui appoggiarsi, l’unica opzione praticabile è imparare a camminare sulle proprie gambe.

Si è fatto un gran parlare di Nuova Era, di risveglio delle coscienze, di illuminazione.

Bene, l’occasione è arrivata! Su scala mondiale.

Reclusione, annichilimento, repressione, incertezza, paura, oscurità. Tutti sentimenti che generano attrito. Dall’attrito si sprigiona la scintilla, dalla scintilla divampa il fuoco. E il fuoco è l’elemento spirituale per eccellenza.

Non a caso, fin dalle antiche scuole iniziatiche, la Prova del Fuoco corrisponde alla Prova della presenza di Spirito.

Il fuoco è luce. E chi può promuovere il risveglio della coscienza di essere scintille divine, consapevoli e responsabili, se non Lucifero, il portatore di luce?

Perdonate la mia antica simpatia per l’angelo più bistrattato di tutti, il prediletto di Dio, a cui è stato affidato il compito più scomodo, ingrato e difficile di tutti: generare attrito perché si accenda la scintilla della coscienza divina negli esseri umani. Scintilla che fa divampare il fuoco dello Spirito.

Una domanda sorge spontanea: perché il risveglio non può accadere gentilmente, a opera di un angioletto buono e tenerone che insegna agli uomini a volersi bene?

Semplice! Perché nessuno può risvegliare nessuno. Nessuno può dare l’illuminazione a nessuno.

Ci è stato regalato il privilegio del libero arbitrio e ognuno può e deve scegliere da solo. È un compito esclusivamente individuale quello di risvegliarsi alla consapevolezza di essere una scintilla di Dio. E per accendere la scintilla divina è indispensabile l’attrito, esattamente come lo è per accendere un fuoco.

“Andrà tutto bene”, secondo me, non è un buon mantra, perché viaggia sulle note di “stai tranquillo, continua a dormire, ci pensiamo noi a te”. È l’antitesi della luce.

Andrà tutto bene è narcotizzante. Persino un po’ noioso.

Scegliere, svegliarsi e restare svegli, disegnare la propria realtà, il proprio presente, il proprio futuro. Usare la fantasia, la creatività, l’iniziativa, l’intraprendenza, il coraggio, la gioia. Questo è elettrizzante, divertente, vitale.

Nel risveglio, l’unico pericolo da cui guardarsi è quello della superbia, che farebbe dimenticare di essere parti di Dio. Scintille di un Tutto e non il Tutto stesso. Come scintille possiamo co-creare, nel rispetto delle leggi universali, della Natura e delle altre creature, con umiltà e senso di condivisione.

Alla Luce dei fatti, bisognerebbe essere grati per la grande occasione che è stata offerta all’umanità. A ciascuno di noi.

Il mio augurio è che ognuno possa attraversare e superare la Prova del Fuoco e scoprirsi più ricco, consapevole, spirituale e umile.