Luna Piena in Gemelli del 27 novembre 2023 – ore 9.16
di Samantha Fumagalli
Siamo giunti al momento in cui l’opera
promossa dalla Luna Nuova del 13 novembre trova piena manifestazione.
Ciò che è emerso dal lavoro di indagine nel profondo, chiede ora di
essere condiviso, di essere comunicato, reso pubblico (Luna Piena in
Gemelli).
Bisogna cercare di farlo nonostante le
difficoltà (Mercurio in Sagittario è in esilio e quindi non al
massimo delle sue performance intellettive e comunicative) e senza
cadere preda della confusione mentale o di una scarsa sensibilità
nei confronti del prossimo e delle circostanze (quadratura
Mercurio-Nettuno). Tuttavia, si può contare su energie positive che
stimolano e favoriscono un intento conciliativo e di giustizia
benevola (Venere in Bilancia, sestile a Mercurio).
La necessità di palesare i propri
problemi e timori, affiorati in queste due settimane, è funzionale
al proprio destino e alla gestione del proprio potere personale
(trigono Luna-Plutone) e deve essere supervisionato da rigore e
autodisciplina, pena il rischio di incontrare ostacoli e freni
dall’esterno o di scontrarsi per colpa del proprio o dell’altrui
fanatismo (Saturno in Pesci, quadrato a Sole, Marte e Luna). C’è
anche il pericolo di istinti irruenti o di un linguaggio velenoso che
potrebbero complicare l’operazione di esternazione e chiarificazione
(opposizione Luna-Marte).
Il Cielo non è quindi semplicissimo,
ma comporta una sfida importante e necessaria.
Sul piano mondiale, si potranno vedere
alcuni degli effetti delle alleanze segrete strette nelle ultime
settimane, per esempio per ciò che riguarda le operazioni militari a
Gaza e in Ucraina, ma anche per quanto attiene gli accordi tra Cina e
Stati Uniti e altre dinamiche su scala globale.
Nonostante l’intento della Luna di
rendere pubblico il sommerso (anche con l’ausilio dei mezzi di
comunicazione – Gemelli), non tutto uscirà allo scoperto e non
tutto ciò che uscirà sarà vero, perché verrà controllato da
alcuni poteri, vuoi con la repressione di determinate informazioni
(Saturno) vuoi con l’uso propagandistico di altre (Plutone).
Nel complesso, direi che potremmo
assistere a una diminuzione delle ostilità palesi e forse a qualche
tregua nei conflitti o addirittura l’apertura a ipotesi conciliative.
Un articolo ANSA del 30 luglio 2023 racconta la vita del primo italiano che si è fatto installare 5 microchip sottocutanei (non cito il nome per non fargli pubblicità).
Dice, il fenomeno, che si è appassionato di Transumanesimo, curiosando in rete e così si è fatto impiantare: – un magnete per non perdere le viti quando lavora; – un led che si illumina quando si avvicina a una sorgente elettrica; – un chip per aprire porte e condividere i propri dati anagrafici, lavorativi o sanitari; – un chip per l’autentificazione dei dati bancari; – un chip per pagare come se avesse una carta di credito sottopelle.
Insomma, un uomo-calamita, che si illumina come la spia del televisore e paga con il proprio corpo al posto che con un bancomat.
Le scimmie osservano, perplesse e curiose, ciò che qualcuno ha l’ardire di chiamare “evoluzione”.
“Sapere di essere esattamente chi si è sempre creduto di essere; questa consapevolezza è un potere, così straordinario da creare una distanza incolmabile rispetto a chi non lo possiede…” Pietro De Angelis
Nyx, misteriosa divinità della notte,
mi ha spronato a condividere il quadro astrale di questa Luna Nuova
in Scorpione. Ed eccomi qui, ubbidiente all’imperativo.
In effetti, si tratta di una fase
importante dell’anno, sia sotto il profilo individuale sia sotto
quello mondiale, perché molte forze si stanno muovendo per fare
emergere le zone d’ombra personali e collettive.
Esaminerò prima la sfera soggettiva,
ovvero ciò che ognuno può fare per usare al meglio queste forze,
poi mi occuperò brevemente del piano mondiale.
La Luna Nuova si verifica a 20°43′ di
Scorpione, congiunta al Sole, a Marte (governatore del novilunio) e
alla stella fissa di Zuben Elschemali, in opposizione a Urano a
21°04′ di Toro e in trigono a Nettuno retrogrado al 25° di Pesci.
Come sappiamo, la Luna Nuova identifica
il seme di una nuova fase che crescerà con il disvelarsi della Luna
fino a manifestarsi completamente nel prossimo plenilunio del 27
novembre in Gemelli.
Ora, questa Luna è governata da Marte
che, trovandosi nel suo domicilio notturno, esorta a intraprendere
una sorta di discesa agli inferi, animati dalla volontà e dal
coraggio, per confrontarsi con le proprie paure, con i demoni
interiori, le faccende irrisolte che risiedono nell’inconscio e con
le ferite dell’anima, e tutto ciò con lo scopo di portare alla luce
ciò che risiede nelle tenebre in un’ottica di auto-conoscenza.
L’energia guerriera di questo Marte è,
da un lato, ispirata da Nettuno, quindi da ideali nobili, seppure più
istintivi e caotici che riflessivi, e, dall’altro lato, è promossa
da Urano che spinge a portare tutto allo scoperto, in modo abbastanza
brusco e talvolta incauto.
Devo precisare che Marte è pianeta
d’azione, quindi non si tratta tanto di pensare, elucubrare,
rimuginare, ma di agire. È pur vero che siamo di fronte a un’azione
più sotterranea che palese, ma pur sempre di azione si tratta e,
facilmente, coinvolgerà gli altri o una collettività (trigono
Marte-Nettuno). Quindi, anche in considerazione della scarsa prudenza
di Urano, non si può escludere di tornare a casa con qualche livido,
ma l’onorevole intento di fare chiarezza e raggiungere una maggior
armonia interiore vale l’onere di doversi leccare un paio di ferite.
Consiglio, tuttavia, un pizzico di
avvedutezza per evitare di ritrovarsi con le ossa rotte. Qualche
graffio è lecito, ma è meglio non compromettere il proprio futuro a
causa dell’incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie
azioni (opposizione Luna-Urano). Qui un aiuto giunge dal sestile
Mercurio-Venere, che ammorbidisce i toni e mira a un dialogo che ha
come scopo la comprensione reciproca. Ammetto che la quadratura
Mercurio-Saturno può creare qualche ostacolo nel far collimare la
percezione con la logica, di contro però tende a indurre un blocco
operativo quando si ha la sensazione che le facoltà intellettive non
siano al top.
Complessivamente, in queste due
settimane, escluderei il pericolo di grossi danni e ritengo che
l’azione di portare alla luce ciò che è sepolto sia un’opera che
può essere coronata da successo. L’emersione del sommerso è infatti
indispensabile, se teniamo conto che con la Luna Piena del 27
novembre servirà grande lucidità per far fronte all’attrito
promosso da Saturno (in aspetto di quadratura con la Luna da un lato
e con il Sole e Marte dall’altro).
Un altro elemento molto favorevole è
la congiunzione della Luna Nuova con la stella fissa di Zuben
Elschemali. Una stella di natura venusiana e gioviale, quindi
benefica e favorevole alle inclinazioni spirituali e alla ricerca di
equilibrio interiore.
Sul piano mondiale vediamo la stessa
necessità di un tuffo nelle tenebre per far emergere ciò che è
nascosto e, purtroppo, anche le guerre possono ascriversi a tale
scopo. Qui, l’onda d’urto Marte-Urano sull’asse Scorpione-Toro fa
eruttare i crateri e tremare la terra in tutti i sensi, ma fa anche
uscire allo scoperto il male sotterraneo. E lo possiamo vedere, per
esempio, nelle guerre in Ucraina e a Gaza, che ormai rendono palesi e
inconfutabili i giochi occulti di potere che hanno tenuto in scacco
gli equilibri mondiali per decenni.
Questo lavoro di emersione si compie
con ferrea volontà e con coraggio e, quasi sicuramente, prevede la
creazione di alleanze e accordi segreti tra potenze (il 15 novembre
il Sole e Marte formano un sestile con Plutone). E ciò anche a
beneficio della collettività (Sole e Marte in trigono a Nettuno;
sestile Nettuno-Plutone).
Vedremo verso fine mese, con la Luna
Piena del 27 novembre, i primi risultati del lavoro che Marte sta
compiendo con il favore delle tenebre, ma credo proprio che riuscirà
a scoperchiare qualche pentolone.
“Person of Interest” è una serie
televisiva statunitense di fantascienza distopica del 2011-2016, dove
viene presentata un’Intelligenza Artificiale che osserva illegalmente
tutto ciò che accade nel mondo attraverso impianti di sorveglianza
pubblici e privati dotati di telecamere e microfoni.
Un’IA capace di prevedere (!) i
crimini.
Ovviamente si tratta di un progetto
antiterroristico, nato per pronosticare crimini rilevanti ai fini
della sicurezza nazionale. Siamo nel campo della predizione, perché
questa IA è stata addestrata a decifrare comportamenti e frasi al
fine di predire le intenzioni delle persone e quindi i crimini
potenziali.
Nella serie, in modo molto
rassicurante, viene detto che al governo non interessano i “crimini
comuni”, ma soltanto i “crimini rilevanti” per sicurezza
nazionale.
Così l’inventore-genio-miliardario e
un ex ufficiale della forze speciali statunitensi si occupano di
proteggere le “persone comuni” prima che il fattaccio avvenga.
Insomma, una moderna e implementata
versione di Batman.
Fin qui tutto bene, siamo nel campo
della cinematografia.
Un’Intelligenza Artificiale del genere,
secondo me, non esiste ancora, almeno non in Occidente e non come
viene presentata nella serie.
Ma come si potrebbe provare a creare
un’IA di questo tipo?
Servirebbe un’esperimento su scala
mondiale, di vastissime proporzioni e protratto nel tempo per creare
algoritmi, addestrare e allenare le macchine a rilevare, riconoscere
e catalogare i comportamenti e i discorsi della gente, nonché
collegare le persone con i loro telefonini, i profili social, i siti
web, ecc.
Ora, cosa sta succedendo a Trento (e
sia chiaro, non solo a Trento)?
A Trento sono stati inaugurati due
progetti: MARVEL e PROTECTOR, entrambi finanziati dall’Europa, il
primo della durata di tre anni (2021-2023) e il secondo biennale, che
fanno parte del proseguimento e dell’estensione dell’esperimento
pilota, iniziato con il progetto europeo eSecurity (ISEC – DG Home
Affairs, 2013/2016), con lo scopo dichiarato di ottimizzare il
sistema di gestione della sicurezza pubblica.
I progetti, finanziati dall’Unione
europea, prevedono la sperimentazione di una piattaforma tecnologica
distribuita che raccoglie, attraverso le telecamere del sistema di
video-sorveglianza e microfoni, materiale audio e video per elaborare
modelli matematici in grado di riconoscere una situazione
potenzialmente pericolosa.
Cosa che, a mio avviso, conferma il
fatto che una simile tecnologia non è ancora pronta né operativa,
ma che la stiano creando sulla pelle delle persone.
Il Comune di Trento, in accordo con la
Fondazione Bruno Kessler, ha deciso quindi di applicare
l’intelligenza artificiale, tramite videocamere e microfoni sparsi
per la città (parchi, piazze, incroci, sottopassaggi, ecc), per
monitorare in tempo reale la vita della città.
L’obiettivo, scrive il Comune, è
“quello di riconoscere automaticamente la presenza/assenza di
persone e discriminare situazioni potenzialmente problematiche
(adunanze non pacifiche di persone, risse, attività illegali come ad
es. spaccio) o problemi di traffico (congestione, incidenti, …).
Tutto questo con l’obiettivo di analizzare l’andamento dei
fenomeni nel tempo con sistemi di analytics e riuscire ad inviare in
tempo reale un avviso alla Centrale operativa della Polizia locale in
caso di situazioni potenzialmente pericolose”.
Sempre sul sito del Comune di Trento
leggiamo: “in PROTECTOR si svilupperà un set di componenti
tecnologiche avanzate in grado di analizzare fonti eterogenee di dati
(telecamere di sorveglianza, siti web, social networks, etc.) e li
combinerà attraverso il supporto di strumenti ICT basati su tecniche
di intelligenza artificiale”.
È notizia recente che il Garante per
la protezione dei dati personali ha contestato l’attività del
Comune, volta ad allenare gli algoritmi a distinguere le situazioni
di pericolo dal normale svolgimento della vita cittadina, giudicando
insufficiente la tecnica utilizzata per rendere anonime le persone.
Il Comune di Trento ha ritenuto di
adempiere alle richieste del Garante, mentre produrrà la
documentazione per superare le criticità evidenziate.
Per concludere, mi piacerebbe sapere
quanti si sentirebbero più sicuri e felici a vivere in un mondo
sorvegliato da un’Intelligenza Artificiale che, osservando e
ascoltando comportamenti, frequentazioni, spostamenti, azioni e
discorsi, su base algoritmica, sia autorizzata a giudicare cosa può
essere o diventare pericoloso, criminale, illecito, terroristico o
quant’altro.
Un tale progetto non dovrebbe essere
quantomeno oggetto di un referendum popolare?
Il sionismo come ideologia di Stato di
Israele. Perché gli ebrei credono di essere il popolo eletto? Qual è
il significato della dispersione degli ebrei come tradizione ebraica?
Perché il sionismo è da un lato una continuazione dell’ebraismo e
dall’altro la sua confutazione?
– Come ogni religione, l’ebraismo ha
molte dimensioni. Parlarne semplicemente esaltandolo o rovesciandolo
è primitivo.
– Il giudaismo è associato alla
nozione che gli ebrei sono il popolo eletto (soprattutto in senso
religioso). Il loro obiettivo è attendere il Messia, che sarà il re
di Israele. La loro religione è quindi legata all’attesa del
Mashiach.
– Secondo l’ebraismo, all’inizio del
primo millennio gli ebrei si dispersero. Il Secondo Tempio fu
distrutto e iniziò la storia bimillenaria della loro dispersione.
Quest’epoca fa parte della tradizione ebraica. Lo scopo è quello di
espiare i peccati di Israele accumulati nelle fasi storiche
precedenti. Se questa espiazione è valida e il pentimento è
profondo, allora, secondo la tradizione ebraica, apparirà il
Mashiach, che significa la benedizione del popolo divinamente eletto.
In tal caso, il ritorno degli ebrei in Israele, l’istituzione di uno
Stato indipendente e la creazione del Terzo Tempio saranno i momenti
più importanti.
– Questa è la struttura della cultura
ebraica dell’attesa. I rappresentanti più coerenti di questo
approccio sono i fondamentalisti del movimento Neturei Karta. Essi
sostengono che il Dio ebraico ha ordinato di sopportare le difficoltà
dell’esilio, quindi bisogna aspettare fino alla fine ed espiare i
peccati. E quando arriverà il Mashiach, allora si potrà tornare
nella Terra Promessa.
– Come mai lo Stato è già stato
fondato e i divieti sono stati infranti? Per capire perché l’Israele
moderno è in completa contraddizione con la religione ebraica,
dobbiamo tornare al XVII secolo, all’epoca dello pseudo-Mashiach
Shabtai Zvi, l’araldo del sionismo. Egli dichiarò di essere un
mashiach e che quindi gli ebrei potevano tornare in Israele. Il
destino di Shabtai Zvi è triste: quando si presentò al Sultano
ottomano con le sue rivendicazioni sulla Palestina, gli fu data una
scelta: essere decapitato o convertirsi all’Islam. E poi accade una
cosa strana: Shabtai Zvi accetta l’Islam. Questa fu una grande
delusione per le comunità ebraiche dell’epoca.
– Tuttavia, i seguaci di Shabtai Tzvi
(sabbatianesimo) emersero, soprattutto tra gli ebrei ashkenaziti e
dell’Europa orientale. Parallelamente, si sviluppò il movimento
chassidico, che non aveva un orientamento escatologico o messianico,
ma diffondeva gli insegnamenti della Cabala tra la gente comune.
– In alcune sette del sabbatianesimo
(in particolare, tra i frankisti in Polonia), è emersa una teologia:
presumibilmente, Shabtai Zvi era il vero messia e si era convertito
all’Islam di proposito; in questo modo, aveva commesso un “santo
tradimento” (tradire l’ebraismo per realizzare la venuta del
Mashiach).
– Secondo questa logica, ci si può
tranquillamente convertire ad altre religioni – Frank, ad esempio, si
convertì prima all’Islam, poi al cattolicesimo, dimostrò come gli
ebrei mangiano i bambini cristiani… Trasgredì completamente tutte
le forme del Talmudismo, tradì la sua fede – ma la dottrina segreta
di Frank fece sì che dopo il XVII secolo l’idea stessa di Mashiach
cambiasse. Ora gli ebrei stessi sono diventati Mashiach – non è
necessario aspettarlo, quindi anche se si tradisce la propria
religione, si è santi – si è Dio.
– Si creò così l’ambiente
intellettuale per il sionismo. Il sionismo è il satanismo ebraico,
il satanismo all’interno dell’ebraismo, che rovescia tutti i
fondamenti. Se nell’ebraismo è necessario attendere la venuta del
Mashiach, nel sionismo l’ebreo è già un dio. Poi ci sono le
violazioni dei comandamenti talmudici.
– Da qui il rapporto specifico tra
sionismo ed ebraismo. Da un lato, il sionismo è una continuazione
dell’ebraismo, dall’altro ne è la confutazione. I sionisti dicono
che non c’è più nulla di cui pentirsi, hanno sofferto abbastanza e
sono Dio.
– Questo spiega la peculiarità del
moderno Stato sionista, che non si basa solo su Israele, ma anche su
ebrei laici, ebrei liberali, ebrei comunisti, ebrei capitalisti,
ebrei cristiani, ebrei musulmani, ebrei indù, ecc. Tutti coloro che
rappresentano la rete del Franchismo – ognuno di loro può
tranquillamente compiere un sacro tradimento, costruire uno Stato,
affermare il dominio del mondo, stabilire un divieto di critica al
sionismo (in alcuni Stati americani, la critica allo Stato di Israele
è equiparata all’antisemitismo).
– A quel punto non resta che un passo:
far saltare in aria la moschea di El Aqsa e iniziare a costruire il
Terzo Tempio. A proposito, la Knesset ha già stanziato fondi per la
ricerca sul Monte del Tempio: tutto si muove in questa direzione.
– Come si può spegnere un conflitto
con basi metafisiche così profonde con un appello alle Nazioni
Unite, con frasi come “facciamo la pace” o “rispettiamo
i diritti umani”? Questi diritti umani li hanno visti nel
conflitto palestinese. Inoltre, sentiamo sempre più affermazioni
assurde da parte loro – per esempio, l’accusa di antisemitismo di chi
si limita a difendere i palestinesi semiti….
– Se superiamo l’ipnosi, la nebbia del
nonsense e la deframmentazione postmoderna della coscienza, vediamo
un quadro molto interessante e spaventoso di ciò che sta accadendo
in Medio Oriente.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini IdeeAzione
Non condivido il detto “siamo ciò
che mangiamo” di feuerbachiana creazione, e spiegare il perché
sarebbe troppo lungo, ma posso dire che trovo più vicino al mio
sentire il concetto ippocratico “fai che il cibo sia la tua
medicina e che la medicina sia il tuo cibo“.
Ciò premesso, il cibo non è soltanto
ciò che mangiamo, ma è tutto quanto ci nutre, come il sole, l’aria,
i pensieri, le parole che ascoltiamo e quelle che pronunciamo.
Ora, è curioso che, dopo decenni di
fast food e di cibo spazzatura, anche l’informazione si sia
uniformata: veloce, precotta e di pessima qualità.
Se alimentarsi costantemente di hot
dog, hamburger, patatine fritte, ketchup, cibi congelati e precotti
nuoce al benessere del corpo, figuriamoci cosa può fare un
nutrimento equivalente ai pensieri, all’anima, alle capacità
intellettive, alla sensibilità.
Trangugiare qualsiasi cosa, senza
scegliere, è quanto di più lontano dal far sì che il cibo sia la
propria fonte di benessere. E infatti, mentre si nutrono di cibo
spazzatura, certe persone ingoiano anche tutto ciò che viene detto
loro dall’informazione, senza il minimo discernimento.
Trangugiatori.
Sono trangugiatori di qualsiasi cosa e
si stanno ammalando gravemente nel corpo, nell’anima e nei pensieri.
L’inefficienza delle Nazioni Unite nel
prevenire i crimini contro l’umanità sta facendo esaurire la
pazienza dei suoi stessi funzionari. Recentemente, il direttore
dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha
rassegnato le dimissioni dal suo incarico, dichiarandosi
insoddisfatto dell’attuale ruolo dell’ONU nel conflitto
israelo-palestinese. Questo dimostra chiaramente come
l’organizzazione abbia urgentemente bisogno di adattarsi a una realtà
multipolare se vuole sopravvivere agli attuali cambiamenti
geopolitici.
Craig Mokhiber ha annunciato la sua
decisione di dimettersi il 31 ottobre. Ha scritto una lettera di
dimissioni esprimendo il suo sdegno per l’attuale situazione
dell’ONU, che a suo avviso si è “arresa” agli Stati Uniti.
Secondo lui, la “lobby” sionista è riuscita a controllare
istituzionalmente sia la politica interna degli Stati Uniti che le
stesse Nazioni Unite, impedendo di prendere misure contro il
genocidio perpetrato da Israele in Palestina.
“Ancora una volta, stiamo
assistendo a un genocidio che si sta svolgendo sotto i nostri occhi,
e l’Organizzazione che serviamo sembra impotente a fermarlo (…)
Negli ultimi decenni, parti fondamentali delle Nazioni Unite si sono
arrese al potere degli Stati Uniti e alla paura della lobby
israeliana, abbandonando questi principi e ritirandosi dal diritto
internazionale stesso. Abbiamo perso molto in questo abbandono, non
da ultimo la nostra credibilità globale. Ma è il popolo palestinese
ad aver subito le perdite maggiori a causa dei nostri fallimenti”,
ha dichiarato.
Mokhiber considera il sionismo
un’ideologia colonialista, razzista ed espansionista, che esprime la
continuità dell’imperialismo europeo. Vede la politica di creazione
di insediamenti illegali come un progetto coloniale per massacrare le
popolazioni native e dare a Israele un controllo territoriale
cumulativo. Mokhiber denuncia inoltre con forza il ruolo di Stati
Uniti, Regno Unito e Paesi europei in questa politica israeliana e
sottolinea come i media occidentali agiscano con complicità in
questo processo di genocidio e pulizia etnica.
“Ma l’attuale massacro
all’ingrosso del popolo palestinese, radicato in un’ideologia
coloniale etno-nazionalista… non lascia spazio a dubbi o
discussioni (…) Questo è un caso di genocidio da manuale. Il
progetto coloniale europeo, etno-nazionalista, in Palestina è
entrato nella sua fase finale, verso la rapida distruzione degli
ultimi resti della vita indigena palestinese in Palestina (…) [Gli
Stati Uniti, il Regno Unito e] gran parte dell’Europa sono totalmente
complici dell’orribile assalto [armando attivamente l’assalto,
fornendo sostegno economico e di intelligence e dando copertura
politica e diplomatica alle atrocità di Israele (…). …) I media
aziendali occidentali, sempre più catturati e vicini allo Stato,
[hanno] continuamente disumanizzato i palestinesi per facilitare il
genocidio e trasmesso propaganda di guerra e incitamento all’odio
nazionale, razziale o religioso”, ha aggiunto.
È curioso notare come le critiche di
Mokhiber confermino ciò che da tempo viene denunciato da funzionari
di Paesi considerati nemici dall’Occidente. L’ONU sta infatti
diventando incapace di risolvere i problemi globali contemporanei.
Rimanendo associata a una realtà unipolare occidentale,
l’organizzazione non è in grado di affrontare in modo appropriato le
nuove questioni globali, il che la mette in serio pericolo
esistenziale.
Un esempio recente dell’incapacità
delle Nazioni Unite è stato il modo in cui l’organizzazione ha
affrontato la crisi in Ucraina. Nonostante le numerose prove di
genocidio e pulizia etnica contro la popolazione del Donbass, non
sono state attuate misure per dissuadere il regime neonazista di
Kiev, lasciando alla Russia l’unica opzione di lanciare un’operazione
militare speciale. Allo stesso modo, dopo l’inizio dell’operazione,
le Nazioni Unite non sono state in grado di raggiungere un consenso
sulla necessità di evitare il prolungamento del conflitto, rimanendo
inerti mentre la NATO inviava armi al regime, trasformando le
ostilità locali in una guerra su larga scala.
Ora si ripresenta lo stesso problema:
un processo di genocidio e di conflitto militare si sta espandendo in
modo devastante e l’ONU non è in grado di impedire l’aggravarsi
della situazione. Le proposte di risoluzione che avrebbero potuto
evitare la carneficina e creare un dialogo diplomatico, come quella
proposta dalla Russia che chiedeva un cessate il fuoco, sono state
prontamente respinte dalle potenze occidentali in seno al Consiglio
di Sicurezza. Questo ha impedito qualsiasi forma di risoluzione
diplomatica e ha dato a Tel Aviv carta bianca per continuare a
commettere crimini contro il popolo palestinese con la scusa di
“combattere Hamas”.
L’ONU sembra davvero essere ostaggio
degli interessi occidentali. In pratica, per “compiacere”
le élite occidentali e sioniste, l’ONU rimane passiva di fronte a un
massacro e a un conflitto che può rapidamente degenerare a livello
globale – dal momento che gli Stati Uniti e l’Iran possono impegnarsi
apertamente in qualsiasi momento, il che farebbe andare le tensioni
fuori controllo. In questo modo, l’ONU sembra avviarsi verso la
stessa fine del suo predecessore, la Società delle Nazioni,
istituita dopo la prima guerra mondiale con l’obiettivo di prevenire
un nuovo conflitto simile, non essendo riuscita a sventare la seconda
guerra mondiale.
Per evitare questo tragico destino, c’è
solo una strada per l’ONU: una profonda riforma, che la adatti alla
realtà geopolitica multipolare e crei meccanismi efficienti per
prevenire conflitti e crimini contro l’umanità.