Educazione civica: nuove Linee Guida del Ministero dell’Istruzione

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SCUOLA: pronte le Nuove Linee Guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’insegnamento dell’Educazione civica.

A partire dall’anno scolastico 2024/2025 entreranno in vigore le Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica.
Il testo sostituirà le Linee guida precedenti, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato oggi il documento al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per il prescritto parere non vincolante.

“Coerentemente con il nostro dettato costituzionale, le Nuove Linee Guida promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali”, dichiara Valditara, “valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”.“Ispirandosi al concetto di ‘scuola costituzionale’, il documento conferisce centralità alla persona dello studente e punta a favorire l’inclusione, a partire dall’attenzione mirata a tutte le forme di disabilità e di marginalità sociale.

Le nuove Linee guida”, prosegue Valditara, “vogliono essere uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiamati ad affrontare, nel quotidiano lavoro di classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti. La scuola si conferma pilastro del futuro del nostro Paese”.

Queste le principali novità introdotte dalle Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica:

è sottolineata la centralità della persona umana, soggetto fondamentale della Storia, al cui servizio si pone lo Stato. Da qui nascono la valorizzazione dei talenti di ogni studente e la cultura del rispetto verso ogni essere umano. Da qui i valori costituzionali di solidarietà e libertà e il concetto stesso di democrazia che la nostra Costituzione collega, non casualmente, alla sovranità popolare e che, per essere autentica, presuppone lo Stato di diritto. Da questo deriva anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) e il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica;

si promuove la formazione alla coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia. Di conseguenza, viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Allo stesso tempo, la valorizzazione dei territori e la conoscenza delle culture e delle storie locali promuovono una più ampia e autentica consapevolezza della cultura e della storia nazionale. In questo contesto, l’appartenenza all’Unione Europea è coerente con lo spirito originario del trattato fondativo, volto a favorire la collaborazione fra Paesi che hanno valori e interessi generali comuni; insieme ai diritti, vengono sottolineati anche i doveri verso la collettività, che l’articolo 2 della Costituzione definisce come “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’importanza di sviluppare anche una cultura dei doveri rende necessario insegnare il rispetto per le regole che sono alla base di una società ordinata, al fine di favorire la convivenza civile, per far prevalere il diritto e non l’arbitrio. Da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale;

promozione della cultura d’impresa che, oltre a essere espressione di un sentimento di autodeterminazione, è sempre più richiesta per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali. Parallelamente, si valorizzano per la prima volta l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale;

educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità. In particolare, il contrasto della criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati, attraverso l’apprendimento, sin dai primissimi gradi di scuola, di comportamenti individuali che possano contrastare tali fenomeni; è evidenziata l’importanza della crescita economica, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini; educazione al rispetto per tutti i beni pubblici, a partire dalle strutture scolastiche, al decoro urbano e alla tutela del ricchissimo patrimonio culturale, artistico, monumentale dell’Italia;

promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, dall’attività sportiva e dal benessere psicofisico della persona. In tale contesto, particolare attenzione è rivolta al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo;

educazione stradale, per abituare i giovani al rispetto delle regole del codice della strada che si traduce in rispetto della propria e altrui vita; si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna;

promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa, dell’educazione al risparmio e alla pianificazione previdenziale, anche come momento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato;

valorizzazione della cultura del lavoro come concetto fondamentale della nostra società da insegnare già a scuola fin dal primo ciclo di istruzione; educazione all’uso etico del digitale, per valutare con attenzione ciò che di sé si ‘consegna’ alla rete;

educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l’uso corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce;

si conferma il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola secondaria di primo grado.

Il viaggio dell’eroe con Flavio Gandini e Gianluca dell’Oro

Prendendo spunto dal romanzo L’ANNO DEGLI EROI di Flavio Gandini e sfruttando le conoscenze offerte dalla DERMORIFLESSOLOGIA® DELL’ARCHETIPO, in questi video esaminiamo uno a uno gli 8 archetipi del viaggio dell’eroe per conoscere meglio se stessi, il proprio percorso di vita, i blocchi e come risolverli, e le potenzialità.Il VIAGGIO DELL’EROE è una chiamata ai misteri dello spirito, comporta prove, ma anche grandi ricompense.

La DERMORIFLESSOLOGIA DELL’ARCHETIPO prevede un approccio alla vita che attribuisce il massimo valore allo sviluppo della psiche individuale al fine di fare emergere l’identità autentica e dar voce al proprio insostituibile spirito.

Ognuno compie un viaggio. La vita è il viaggio. Nell’arco di questo percorso, incarniamo diverse personalità eroiche. Nasciamo INNOCENTI, attraversiamo la fase dell’ORFANO, combattiamo da GUERRIERI, diventiamo AMANTI, in qualità di CERCATORI scopriamo nuove terre, poi la conoscenza risveglia in noi il SAGGIO, finché il desiderio di spontaneità ci porta al FOLLE e, alla fine, si può accedere all’ALCHIMISTA.

Il cammino dell’EROE non è una strada dritta, ma una SPIRALE che procede attraverso manifestazioni archetipali a diversi livelli di profondità, di ampiezza e di altezza.

La dialettica degli opposti

Riprendendo il discorso di ieri sulle domande idiote e faziose, tipo “pace o climatizzatore”, va precisato che una domanda limitata a due opzioni ha senso soltanto se posta all’interno di una concettuale e stringente dialettica degli opposti e quindi, per esempio, pace o guerra, e non pace o climatizzatore o pace e carote (che non hanno nessuna attinenza tra loro).

Ovviamente, un ragionamento su “pace o guerra” si sviluppa in termini ideali e filosofici ai quali, dopo, devono seguire proposte per la messa in atto di una delle due opzioni.

Pace o carote, esattamente come pace o climatizzatore, è una caduta preconcetta della valutazione precedente. Qualcuno, prima di fare la domanda, ha deciso che mangiare carote o usare il climatizzatore è causa di guerra e che la pace si ottiene rinunciando al secondo elemento posto faziosamente sull’altro piatto della bilancia.

Si può ragionare su “pace o guerra” e, se si preferisce la pace, si cerca di trovare la modalità migliore per ottenerla, ma un discorso tra “climatizzatore o pace” è un discorso demenziale.

Si può ragionare su “autodeterminazione o schiavitù”, su “onestà e disonestà”, su “libertà o controllo/oppressione”, ma non su “controllo o delinquenza”, perché quest’ultima opzione prevede la decisione preventiva e arbitraria che la mancanza di controllo generi inevitabilmente disonestà e delinquenza.

Quando viene posta una domanda faziosa, il comportamento più prudente è sottrarsi (fosse anche ignorandola), quello più intelligente è risalire all’origine della faziosità.

Dunque, per dire, non “pro o contro punturine” ma “pro o contro libertà di scelta”.

Nel primo caso, vi stanno obbligando a schierarvi. Come a dire: ti butto nello stadio mentre i tifosi di due squadre di calcio si stanno menando ferocemente, e ti obbligo a scegliere da che parte stare per partecipare al pestaggio, mentre a te non frega nulla di calcio oppure parteggi per una terza squadra oppure sei contro la violenza.

Occorre tenere accesa la luce della ragione e ben desta la presenza di spirito, pena il rischio di ritrovarsi, a breve, svuotati da ogni barlume di anima e con un neurone stordito che sbatte contro le pareti di un cranio vuoto.

Come pilotano l’opinione pubblica

Se qualcuno ti chiede “preferisci il mare o un paio di scarpe?” (o qualsiasi altra domanda che prevede due sole opzioni), sei indotto a rispondere o il mare o le scarpe, anche se magari preferisci qualcos’altro e soprattutto finisci per trascurare che l’uno non esclude l’altro.

Una scelta ristretta tra due alternative, fornite da un altro, è una scelta pilotata.

Da anni, questo sistema imperversa ovunque.

Pro o contro la punturina magica?
Climatizzatore o pace?
Patriarcato o libertà di genere?
Pa1eß1ineßi o 1ßrae1iani?
Occidente o distruzione?
Controllo o delinquenza?

Lo scopo è creare divisione, certo, ma ancor più dissonanza cognitiva e stupidità dilagante.

Non si risolve il problema schierandosi o gridando più forte, ma sottraendosi alla domanda idiota e faziosa.

Scienza e tecnologia

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La scienza non è il male.
La scienza è il sistema per conoscere attraverso un metodo di ricerca organizzato e rigoroso: osservazione, esperienza, ragionamento, calcolo, ecc. La scienza è nata con l’uomo.

La tecnologia, meccanica o elettronica, analogica o digitale, non è il male.
La tecnologia è sempre esistita ed è nata come forma di aiuto, per risolvere problemi pratici e migliorare le condizioni di vita.

Il fatto che, a volte, la scienza e la tecnologia diano un triste spettacolo di se stesse, per mezzo di persone che ne fanno un uso improprio o uno strumento di propaganda, schiavitù e ingegneria sociale, non deve indurre a rigettarle in blocco.

In realtà, ciò che sta accadendo negli ultimi anni, è l’occasione per diventare partecipi, consapevoli e critici, al posto che accettare tutto indiscriminatamente.
Gli strumenti, pratici o del pensiero, vanno usati e non subiti.

Flavio Gandini