Questo albero di mimosa è un omaggio a tutte le donne.
Oggi e sempre.
Perché una DONNA è DONNA SEMPRE e non soltanto un giorno all’anno…
E visto che non amiamo i fiori recisi, il nostro omaggio è una pianta in piena fioritura.
Il nostro modo per augurare che lo spirito femminile fiorisca sempre, forte e rigoglioso, portatore di purezza, bellezza e amore vero.
La mimosa, con le sue palline dorate, per gli indiani d’America è simbolo di forza, energia e femminilità. Ma la mimosa rappresenta anche la purezza, l’eternità dell’anima e, come raffigurazione dell’oro e del sole, richiama la vita che trionfa e la vittoria sulle forze del male.
Categoria: Benessere
La nostra creatività è il limite del sistema
Come prepararsi al collasso del capitalismo
8 CONSIGLI DI BILL MOLLISON, co-creatore della Permacultura
1. Impara a piantare, non solo un orto, ma anche colture di base (mais, yucca, ecc. ) e alberi (da frutto, nativi, legnosi);
2. Crea un legame con qualche terra, sia la tua o quella di un parente, un progetto, un giardino comunitario, ecc. Partecipa con le persone che vivono lì, vai a poco a poco alla ricerca di modi per trascorrere più tempo in campagna che in città, imparando a piantare, costruire, trattare i rifiuti organici e guarire nella natura;
3. Sviluppa abilità pratiche (cucina, falegnameria, riparazione di macchine, lavorazione alimentare, cucito, ecc.) e insegna queste abilità a bambini e amici, vicini;
4. Cerca un gruppo di sostegno reciproco, dove le persone si occupino l’uno dell’altro, facciano prodotti di necessità di base collettivamente, come prodotti igiene naturale, rimedi naturali, lavorazioni alimentari come alimenti conservati e fermentati;
5. Semplifica la tua vita ora, liberando spazio e tempo. Scopri tutto quello che puoi fare senza soldi: camminare, fare esercizi, artigianato, arti del corpo, socializzare, giardinaggio;
6. Separati dalla logica di consumare sempre di più.
Scegli prodotti che durano a lungo, di qualità, fatti da piccoli produttori, imprese sociali e imprese economiche solidali. Fai scambi, dai e ricevi regali per valore affettivo, anziché valore finanziario;
7. Scambia, immagazzina, moltiplica e diffondi semi creoli (nativi, non geneticamente modificati, prodotti dall’agricoltura popolare e familiare);
8. Riconosci che la vita sarà molto migliore dopo!
Siamo solo in transizione.
Le malattie della società
“Gli unici ospedali che si trovano sul pianeta riguardano la specie umana, e ciò è generalmente portato come un esempio dell’intelligenza e delle conquiste scientifiche dell’uomo, capace di intervenire in situazioni che altrimenti porterebbero alla morte. Ma gli uomini non sanno che le malattie si legano proprio a una società che degenera.”
dal libro di Vittorino Andreoli Il silenzio delle pietre
Ottenere risultati senza sforzo
A tutti piacerebbe la cosiddetta vita facile, ma cosa succederebbe davvero se potessimo risparmiarci tutte le difficoltà che si pongono lungo il nostro cammino? Proviamo a pensarci con l’aiuto di una piccola storia.
C’era una volta un contadino che, dopo una giornata di duro lavoro, si riposava sotto l’ombra di un grande albero e, mentre si godeva la frescura e il meritato riposo, notò una crisalide che si stava schiudendo. Attraverso il buco, vide la piccola farfalla che si dimenava con tutte le sue forze per uscire. Faceva molta fatica e, dopo aver osservato a lungo gli sforzi eroici della farfalla, il contadino decise di aiutarla. Con un coltellino allargò delicatamente il buco della crisalide e la farfalla poté uscire senza sforzo.
A questo punto accadde qualcosa di strano: la piccola farfalla, aiutata a uscire dal bozzolo, non aveva sviluppato muscoli abbastanza forti per potersi librare in aria e, nonostante i ripetuti tentativi, rimase a terra, incapace di fare ciò per cui la natura l’aveva fatta nascere.
Quel giorno, il contadino imparò una lezione che non dimenticò per il resto della sua vita: attraverso le difficoltà la natura ci rende più forti e degni di realizzare ciò per cui siamo nati.
I danni della lamentela
Ricerche scientifiche hanno dimostrato che ascoltare per più di 30 minuti al giorno discorsi intrisi di lamentele e negatività nuoce a livello cerebrale.
La lamentela viene processata in quella parte di cervello dedicata alle funzioni cognitive normalmente usata per risolvere i problemi e, quindi, in presenza di lamentela non si possono trovare soluzioni. Inoltre, questo stato mentale nuoce ai neuroni, all’intelligenza e alla nostra salute complessiva.
Da un anno, tutti i media non fanno altro che creare uno stato d’allarme continuo, disegnando la condizione in cui la maggior parte della gente vive ormai in modo costante.
Ma non è obbligatorio accettare passivamente questa situazione. Possiamo consapevolmente trasformare le crisi in opportunità, tornare a costruire una realtà più gioiosa e sperare.
Siamo gli architetti della nostra vita, del nostro cervello e del nostro benessere.
Aggressività v/s violenza
Il silenzio delle pietre di Vittorino Andreoli è un romanzo ricco di stimoli e spunti di riflessione.
Oggi vogliamo condividere un passaggio del libro con cui siamo sostanzialmente d’accordo e che ci sembra molto interessante:
“Io credo nella distinzione tra aggressività e violenza, benché non tutti la accettino e io stesso ammetta che non è facile riconoscere la diversità tra questi due comportamenti. L’aggressività esprime un atto di sopraffazione che si lega all’affermazione dei bisogni primari: approvvigionamento di cibo, difesa della prole, protezione del proprio territorio di insediamento che garantisce sicurezza e riparo dalle intemperie.
La violenza è analoga, ma non è dettata da questi bisogni. Si situerebbe dunque in una sfera dell’evitabile: in questo senso potremmo concludere che la violenza è inutile al vivere, mentre l’aggressività è un meccanismo necessario alla sopravvivenza”.
Buona giornata!
Propoli: un prezioso aiuto dalla natura
La propoli è una resina che riveste le gemme di alcune piante, come betulla, pioppo, pino, larice, olmo e ciliegio, che le api raccolgono e modificano con le loro secrezioni salivari e con l’aggiunta di cera. È anche detta “l’antibiotico naturale” ed è uno dei rimedi più usati durante la stagione fredda.
La scoperta e l’utilizzo della propoli hanno origini antichissime. I primi cenni storici sul suo uso risalgono a circa 6.000 anni fa. I sacerdoti dell’Antico Egitto utilizzavano questa sostanza per mummificare le spoglie dei faraoni, mentre i medici ne facevano uso per curare le infezioni della pelle, dell’apparato respiratorio e come cicatrizzante e disinfettante delle ferite. Le donne di stirpe reale, invece, la mescolavano al latte per ricavarne lozioni di bellezza. Ma quella egiziana non è l’unica civiltà dove si trovano citazioni riguardanti l’impiego della propoli. Anche i Greci, i Romani, gli Arabi e persino gli Incas ne conoscevano le straordinarie proprietà. Per questi ultimi, ad esempio, era un valido rimedio per le infezioni che provocavano la febbre. Aristotele, nel III secolo a.C., scrisse che la propoli era un ottimo rimedio per le malattie della pelle, per le piaghe e le suppurazioni. Nell’antica Roma, l’uso di questa sostanza ebbe un tale successo che gli stessi legionari ne portavano appresso una piccola quantità, durante le campagne militari, a scopo disinfettante e cicatrizzante. La sua storia passa, dunque, attraverso i secoli per giungere fino a noi come un potentissimo farmaco naturale.
Conferme scientifiche
Negli ultimi decenni gli scienziati hanno messo in evidenza i suoi componenti, i meccanismi di azione e le proprietà biologiche, confermando in maniera scientifica le ragioni per cui l’uomo la utilizza da così tanto tempo per curare vari disturbi e malattie.
Le api la usano come antisettico
È interessante osservare anche l’uso che fanno del loro prodotto le api stesse all’interno dell’alveare. Infatti, oltre che come materiale da costruzione, è usata come antisettico. Viene applicata come sterilizzante sulle pareti delle cellette, soprattutto quelle destinate ad accogliere le uova dell’ape regina; oppure viene depositata, per evitarne la decomposizione putrefattiva, su animaletti penetrati all’interno dell’arnia e uccisi dalle api stesse, quando non sono in grado di trascinarli fuori.
Propoli grezza o in scaglie
La propoli grezza o in scaglie che troviamo in commercio è ottenuta per raschiamento, nella pulizia periodica delle superfici interne dell’arnia, oppure grazie ad apposite griglie di raccolta poste tra il nido e il tetto dell’arnia.
Tinture
La tecnica più comune per l’uso della propoli è l’estrazione della frazione resinosa solubile in alcol (contenente la maggior parte dei flavonoidi), dalla quale si ottiene la tintura. La frazione resinosa in acqua dà origine a emulsioni tanto più torbide, quanto più alta è la percentuale di flavonoidi presenti.
Composizione
La composizione della propoli è molto variabile a seconda delle stagioni, del tipo di vegetazione e dalla razza stessa delle api raccoglitrici. Mediamente la sua composizione chimica è la seguente: resine e balsami 50% (tra cui acidi aromatici, aldeidi aromatiche, acidi caffeico, ferulico, cumarico), cere 30% (contenenti anche vitamine del gruppo B, vitamina C ed E, oltre a oli essenziali), polifenoli 10% (in particolare flavonoidi), polline 5% e sostanze varie 5% (sali minerali, tra cui: calcio, rame, ferro, manganese e altri). I flavonoidi rappresentano la frazione più interessante e studiata per le sue preziose qualità, quali l’attività antibatterica, antifermentativa e riepitelizzante. Nelle piante queste sostanze svolgono azioni di protezione e di stimolo delle principali funzioni metaboliche, come, ad esempio, la respirazione cellulare. Inoltre proteggono dai parassiti e dai danni provocati da un eccesso di radiazioni luminose.
Proprietà della propoli
Azione batteriostatica e battericida: la propoli è uno dei migliori antibatterici naturali sia per la sua attività inibitrice (impedisce la moltiplicazione dei germi ed è in grado di ucciderli), sia per lo stimolo che esercita sui processi di immunità.
Per ottenere la massima efficacia è utile iniziare la cura ai primi sintomi (consiglio valido per tutte le sue applicazioni) prolungandola per un periodo di almeno 15 giorni. È possibile l’associazione con antibiotici allo scopo di combattere la riduzione delle difese immunitarie provocata da questi ultimi.
Azione antimicotica: si esercita soprattutto sulle micosi cutanee superficiali da Candida, Tricophyton, Microsporon, Trichomonas (parassita che infetta le vie genitali femminili). L’attività antifungina sembra dovuta agli acidi aromatici e ai polifenoidi. È consigliabile un periodo di cura non inferiore ai 30 giorni.
Azione antivirale: particolarmente efficace nel combattere i virus influenzali, in quanto ne inibisce la crescita e ne rallenta la moltiplicazione, la propoli si rivela anche un ottimo antidoto nei confronti dell’herpes zoster, genitalis e labialis. La somministrazione deve durare almeno 15 giorni.
Azione immunostimolante e anti infiammatoria: aumentando la produzione di anticorpi, è un ottimo stimolante delle difese immunitarie in genere. Si può utilizzare la propoli nella prevenzione delle malattie da raffreddamento delle prime vie aeree seguendo tre cicli di somministrazione di 30 giorni ciascuno, intervallati da 15 giorni di sospensione, iniziando tra la fine di settembre e i primi di ottobre.
Azione anestetica locale: tale azione è dovuta agli olii essen- ziali volatili.
Azione epatoprotettiva: grazie all’attività anti radicali liberi della propoli è possibile riscontrare anche una proprietà di protezione del fegato e degli organi a esso connessi.
Azione vasoprotettiva: tale azione si esplica sulla fragilità e permeabilità capillare e sulla circolazione, in quanto i flavonoidi tendono a irrobustire le pareti capillari.
Azione antiossidante: protegge contro i danni da radicali liberi grazie soprattutto alle vitamine C ed E. Pare che tale attività sia maggiore per l’estratto acquoso che per quello alcolico.
Azione contro i trigliceridi: recenti sperimentazioni hanno dimostrato la capacità della propoli di diminuire il contenuto di grassi nel sangue.
Azione lassativa: la blanda azione lassativa della propoli è spiegabile grazie alla stimolazione dei movimenti dell’intestino per l’effetto combinato sulla muscolatura liscia e striata dell’intestino.
Sembra che questo prodotto sia privo di effetti collaterali anche a dosi elevate e prolungate nel tempo. Tuttavia, qualunque disturbo scompare prontamente con la sospensione del trattamento.
Preparazioni farmaceutiche
Soluzione idroalcolica di propoli: si ottiene lasciando macerare la propoli in alcol etilico, tale tintura risulta scura e lascia residui sul bicchiere in quanto la sostanza è ricca di cera, tuttavia la purificazione potrebbe comportare la perdita di alcuni componenti e la riduzione dell’efficacia. La tintura idroalcolica viene utilizzata per la fabbricazione di gocce (usate prevalentemente per gargarismi e come colluttorio) e di sciroppo (per i bambini).
Estratto secco di propoli: si ottiene concentrando la soluzione idroalcolica ed evaporando totalmente l’alcol. La polvere così ottenuta viene mescolata a opportune sostanze per la fabbricazione di compresse (per mal di gola, faringiti e altri disturbi quotidiani), compresse effervescenti o bustine solubili (che permettono un rapido assorbimento da parte dello stomaco).
Soluzione idroglicerica: si ottiene estraendo la propoli in una soluzione non alcolica. Viene utilizzata per la produzione di gocce, particolarmente adatte ai bambini, essendo totalmente prive di alcol.
Altri usi della propoli
Come già accennato, l’utilizzo della propoli in cosmesi è antichissimo. I suoi estratti vengono oggi impiegati per la preparazione di creme, lozioni, emulsioni, detergenti, unguenti, colluttori e altro. Si possono usare per la cura dei capelli e del cuoio capelluto, per l’igiene dei denti e della pelle. Vengono, inoltre, creati prodotti ad azione filtrante (solari), ad azione deodorante e purificanti per pelli grasse e impure.
Samantha Fumagalli
Dermoriflessologia e Sciamanesimo
In Dermoriflessologia abbiamo un campo cutaneo di ricezione, posto all’esterno dei polpacci, che possiamo usare anche come area di scansione per acquisire dati e sintonizzarci con determinate informazioni.
Curiosamente, la stessa zona cutanea era considerata dagli antichi sciamani come un centro di percezione molto potente.
Riporto il passaggio tratto dal libro Il dono dell’aquila di Carlos Castaneda:
“Gli esseri umani hanno uno splendido centro di percezione all’esterno dei polpacci e se si potesse indurre la pelle di quell’area a rilassarsi e calmarsi, il campo di percezione si amplierebbe in modi che sarebbe impossibile capire razionalmente.”
Longevità
Diventiamo sempre più longevi, dicono le fonti ufficiali, non ultima l’Oms, che ha dichiarato recentemente l’aumento globale dell’aspettativa di vita dai 67 anni del 2000 ai 73 del 2019.
Gli italiani si confermano tra i più longevi, al quarto posto dopo Giappone, Svizzera e Spagna, con un’aspettativa media di vita di oltre 83 anni.
Siamo portati a pensare che a 80-90 anni una persona sia vecchia e ormai prossima alla fine dei suoi giorni, ma sarà vero?
Proviamo a fare un giro nella storia a caccia di ultracentenari…
Tra i patriarchi biblici troviamo Abramo, che visse 175 anni, Giona 180, Sara 127, Mosè 120, senza contare il famoso Matusalemme che toccò la veneranda età di 969 anni.
Tra i Greci abbiamo Epimenide di Creta, vissuto 157 anni, giusto per portare un esempio tra tanti.
Tra i Romani troviamo Valerio Corvino, che superò i 100 anni, Luceia, un’attrice, che si esibiva ancora all’età di 100 anni e morì a 112 anni, e secondo quanto riferito da Plinio, basandosi sui censimenti dell’epoca, in Italia c’erano 54 persone che avevano superato i 100 anni, 57 oltre i 110, 2 oltre i 125 anni, 8 oltre i 130 e 3 oltre i 140 anni.
Non mancano ultracentenari anche presso altre culture. Attila, capo degli Unni, sarebbe morto nel 500 d.C., all’età di 121 anni.
La morte di Thomas Parr, all’età di 152 anni, fu considerata prematura dal famoso medico e fisiologo William Harvey, scopritore della circolazione del sangue. All’autopsia, infatti, i suoi organi erano in condizioni così buone da supporre che egli sarebbe vissuto altri anni ancora, se non fosse passato dalla dieta semplice e dalla vita attiva di contadino alle abitudini molli e alla dieta smodata della Corte di Inghilterra. Parr ebbe numerosa discendenza: suo figlio visse 113 anni, due suoi nipoti 127 anni e un terzo nipote 109 anni; il bisnipote visse 124 anni.
Luigi Cornaro, nobile veneto, condusse da giovane una vita dissoluta, per cui, dopo i 30 anni, si sarebbe detto che non aveva molte probabilità di vivere a lungo. Egli decise, pertanto, di mutare drasticamente il suo stile di vita, adottando rigide misure igieniche e alimentari. Si cominciò a nutrire ogni giorno con 12 once di cibo e 20 once di vino. All’età di 70 anni, a seguito del ribaltamento della carrozza su cui viaggiava, si ruppe un braccio e una gamba, ma si riprese completamente. All’età di 83 anni scrisse il trattato “Sulla vita sobria”, in cui rese conto della sua esperienza e suggerì alcune regole per raggiungere la vecchiaia nella pienezza delle facoltà fisiche e mentali. In un brano di questo libro, che fu aggiornato negli anni successivi, così scriveva: “…sono così agile che posso ancora cavalcare e salire ripide scale e pendii senza fatica. Sono di buon umore e non sono stanco della vita. Mi accompagno a uomini di ingegno, che eccellono nella conoscenza e nella virtù. Quando non posso godere della loro compagnia, mi do alla lettura di qualche libro e alla scrittura. Dormo bene e i miei sogni sono piacevoli e rilassanti. Io credo che la maggior parte degli uomini, se non fossero schiavi dei loro sensi, delle passioni, dell’avarizia e dell’ignoranza, potrebbero godere di una vita lunga e felice, all’insegna della moderazione e della prudenza.”
Luigi Cornaro mantenne sempre buona salute e morì nel 1566, all’età di 104 anni.
Van Oven, nel suo trattato “On the decline of life: an attempt to investigate the causes of longevity”, pubblicato a Londra nel 1853, enumerava 1519 persone morte ad età compresa tra 100 e 110 anni, 331 morte tra 110 e 120 anni, 99 morte tra 120 e 130 anni, 37 tra 130 e 140 anni, 11 tra 140 e 150 e 17 oltre i 150 anni.
E oggi?
Secondo il rapporto Istat sui “Centenari d’Italia”, oltre 14.000 hanno varcato il secolo, più di 1.100 hanno superato i 105 e 21 hanno più di 110, fatto che conferisce all’Italia il record di ultracentenari in Europa. Senza contare che gli over 85 in Italia sono più di 2 milioni…
Tramonto di un’epoca
La medicina non è una scienza esatta, ma in continuo divenire.
Dopo il crepuscolo degli dei, siamo giunti al tramonto dello scientismo.
Quando un pensiero deve ricorrere all’imposizione e alla fede cieca, ha i giorni contati.
Nonostante gli indiscutibili aspetti positivi della Rivoluzione scientifica e dell’Illuminismo, la scienza, da sola, ha dimostrato di non essere in grado di soddisfare tutti i problemi e i bisogni dell’uomo.
Oggi assistiamo a una stretta dell’universo scientista sulla popolazione dell’intero pianeta, una pressione che vuole imporsi oltre misura, che pretende seguaci e fedeli, che mira alla sottomissione. Comportamento ben poco dissimile da quello dell’Inquisizione, che precedette e scatenò la Rivoluzione scientifica.
Questa è l’epoca dell’Inquisizione scientifica, dove chi dubita, chi pensa, chi si fa domande e chiede un confronto costruttivo, viene perseguitato, tacciato di eresia e condannato.
Dimenticano, i moderni inquisitori, che se non fosse stato per uomini coraggiosi e pieni di dubbi, come Niccolò Copernico, Galileo Galilei, Giordano Bruno, Tommaso Campanella e molti altri, saremmo ancora convinti di vivere su una Terra piatta e al centro dell’Universo?
I veri terrapiattisti si trovano tra l’élite inquisitrice, che vuole imporre un regime di dittatura sanitaria basato sulla fede cieca in un unico fotogramma di presunta scienza.
Ricordiamoci sempre che la scienza è in continuo divenire.
La medicina è in continuo divenire.
Non sono scienze esatte e immutabili, ma sono il frutto di una conoscenza in evoluzione, che deve conservare l’umiltà per poter continuare a porsi domande e trovare risposte.