André Barbault era il vice presidente del Centro Internazionale di Astrologia di Parigi. Egli rivolse a Jung le seguenti domande:
Quale relazione vede tra astrologia e psicologia? E quale nuovo ordinamento riterrebbe desiderabile per l’astrologia?
26/5/1954 Parigi
Monsieur André Barbault,
ci sono molti esempi di sorprendenti analogie tra costellazioni astrologiche e fatti psichici, o tra oroscopo e predisposizione caratteriale. Fino ad un certo grado sussiste perfino la possibilità di una previsione, per esempio riguardo l’effetto psichico di un transito. Ci si può aspettare con un grado di probabilità sufficientemente alto che una determinata situazione psichica sia accompagnata da una analoga configurazione astrologica. L’astrologia consiste di configurazioni simboliche, come l’inconscio collettivo, del quale si occupa la psicologia. I pianeti sono gli Dei, simboli delle forze dell’inconscio (in prima linea, accanto ad altri).
È certo che l’astrologia ha molto da
offrire alla psicologia, ma ciò che quest’ultima può offrire alla
sua sorella maggiore è meno visibile. Per quanto io possa giudicare,
sarebbe a vantaggio dell’astrologia se si rendesse conto
dell’esistenza della psicologia, soprattutto della psicologia della
persona e dell’inconscio. Sono abbastanza sicuro che si possano
imparare alcune cose del suo metodo dell’interpretazione del simbolo.
Si tratta dell’interpretazione degli archetipi (degli Dei) comune
alla due arti, e delle loro reciproche relazioni. Soprattutto la
psicologia dell’inconscio si occupa della simbolica archetipica.
Spero di avere risposto alle Sue
domande.
Je vous presente, monsieur,
l’expression de mes sentiments distingués.
Realtà potenziata, metaverso, intelligenza artificiale, ingegneria genetica, crionica, nanotecnologia, neurofarmacologia, interfacce tra mente e macchine, eccetera, sono tutti elementi del transumanesimo, che mira a una convergenza tecnologica a partire dall’unione di biologia, informatica, nanotecnologia e scienze cognitive.
Il transumanesimo non è un’invenzione dei complottisti, ma una realtà che conta svariati estimatori, nonché associazioni nazionali e internazionali.
La maggior parte dei transumanisti non crede in un’anima umana trascendente, ma confida nella compatibilità delle menti umane con l’hardware dei computer, nella speranza che la coscienza individuale possa, un giorno, essere trasferita su un supporto digitale.
Ciò premesso, è importante sapere che la scienza non ha ancora raggiunto questi traguardi e non si sa se li raggiungerà mai. Quello che è certo, invece, è che stanno cercando di rendere questo panorama appetibile per gli esseri umani (come hanno fatto con i sieri miracolosi) così da poter fare una vasta sperimentazione sulle persone, usandole come cavie.
Rendono dilettevole e utile la realtà virtuale e la realtà aumentata, tramite visori e stimolatori sensoriali, e poi cercheranno di sostituire gli strumenti esterni con integrazioni fisiche di componenti digitali.
Chi accetterà questo nuovo scenario, si trasformerà in una cavia, perché, lo ripeto, questa fantatecnologia è ancora lontana dall’essere una realtà, tantomeno sperimentata e sicura.
Ciò che accadrà nei prossimi mesi e anni dipenderà dalla gente. Sarà una libera scelta accettarlo, ne più ne meno di ciò che è successo con la fantapandemia.
Informatevi prima, per non dire, dopo, che siete stati obbligati e fregati.
Le origini della Festa di Ognissanti sono antichissime e risiedono nelle tradizioni dei norreni, dei celti e dei popoli dell’antica Roma e dell’antica Grecia.Tra la fine di ottobre e i primi di novembre si festeggiava la fine del periodo fertile e produttivo, ringraziando per i doni ricevuti, e l’ingresso della natura nel periodo della quiete e della morte che si prepara alla rinascita. Sono, in sintesi, le calende d’inverno, momento considerato di maggior contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
I norreni e i celti festeggiavano Samhain, i romani celebravano Pomona e i greci celebravano il culto in onore a Iside.
Quando Cesare conquistò la Gallia, le feste cosiddette pagane si integraron,. Lo stesso però non avvenne con la religione giudaico-cristiana, che, nel VII secolo, con Papa Bonifacio IV tentò, prima, di abolire completamente questa festività, per cancellare ogni residuo dei culti antichi, e, poi, rendendosi conto che questo avrebbe scatenato le ire del popolo, decise di affiancare la ricorrenza con un giorno di festa religioso, chiamato Tutti i Santi. Nell’800 Papa Gregorio IV fece coincidere la data della festa cristiana con quella pagana per diminuire ancor di più il peso dell’antico culto pre cristiano. Il giorno di Tutti i Santi cadeva quindi il 1° novembre, in coincidenza del giorno successivo alla notte delle calende d’inverno, ma anche questo non bastò a sradicare il culto antico e la Chiesa, nel X secolo, introdusse una nuova festa dedicata ai morti, che cadeva il 2 novembre. Durante i festeggiamenti del 2 novembre si accendevano grandi fuochi per ricordare le anime dei defunti come nella tradizione celtica.
Nel 1475 la festività di Ognissanti venne resa obbligatoria in tutta la Chiesa d’Occidente da Sisto IV, ma il culto antico, in special modo quello celtico, nonostante un lungo periodo di quasi totale dimenticanza, è sempre sopravvissuto nella cultura dei popoli europei fino ai giorni nostri.
Tanto demonizzato per le più varie egopatie che si porta appresso, l’ego non è quel terribile compagno di viaggio che molti descrivono. L’ego… a me piace definirlo come la proiezione olografica dell’Io spirituale. Una proiezione indispendabile per vivere nella dimensione fenomenica e per recitare il proprio ruolo nella grande commedia della vita. Il problema si pone quando dietro la proiezione olografica non c’è alcun Io spirituale, e quindi l’ego diventa un involucro vuoto, oppure quando si cede alle lusinghe della megalomania, e allora l’ego si ammala e diventa egocentrico ed egopatico. Plasmare un sano ego serve nel gioco della vita. Diventare schiavi dell’ego è tutta un’altra storia…
«La Terra e tutti gli altri pianeti
sono in perpetuo movimento, ciascuna a velocità differente. Talvolta
si avvicinano e talvolta si allontanano. Per questo motivo, le loro
interazioni si rafforzano, si indeboliscono oppure cessano del tutto.
Per il momento ci basti sapere che le influenze planetarie sulla
Terra si alternano: ora agisce un pianeta, ora un altro, ora un
terzo, e così via.
[…]
Schematicamente, possiamo descrivere
queste influenze nel modo seguente. Immaginiamo una grande ruota
sospesa sopra la Terra, con sette o nove proiettori a luce colorata
fissati sul bordo. La ruota gira, e a turno la luce dei vari
proiettori illumina la Terra, la quale, di conseguenza, è sempre
colorata dalla luce del proiettore che la illumina nel momento
considerato.
Tutti gli esseri nati sulla Terra sono
colorati dalla luce che prevale al momento della loro nascita, e
mantengono questa colorazione per tutta la vita. Come non c’è
effetto senza causa, così non c’è causa senza effetto. E, senza
alcun dubbio, i pianeti hanno un’influenza enorme, tanto sulla vita
dell’umanità in generale, quanto sulla vita di ogni individuo in
particolare. È un grave errore della scienza moderna non riconoscere
questa influenza. Ma questa influenza non è così grande come gli
“astrologi” moderni vorrebbero farci credere.
L’uomo è un prodotto dell’interazione
di tre tipi di materia: una positiva (l’atmosfera della Terra); la
seconda, negativa (i minerali, i metalli); infine, una terza
combinazione (le influenze planetarie), che viene dall’esterno e
incontra le prime due materie. Questa forza neutralizzante è
quell’influenza planetaria che colora ogni nuova vita che nasce. La
colorazione rimane per l’intera esistenza. Se il colore era rosso,
quando questa “vita” incontrerà il rosso, si sentirà in
corrispondenza con esso.
Certe combinazioni di colori hanno un
effetto calmante; altre, un effetto perturbatore; ogni colore ha una
particolare proprietà. È una legge, una questione di differenze
chimiche. Ci sono, per così dire, delle combinazioni “simpatiche”
e delle combinazioni “antipatiche”. Per esempio, il rosso stimola
la collera, il blu risveglia l’amore. La combattività corrisponde al
giallo. Quindi, se sono portato a collere improvvise, è un fatto
dovuto all’influenza dei pianeti.
Ciò non significa che voi o io
esistiamo effettivamente in questo modo, ma è una possibilità.
Possono intervenire delle influenze più forti. Talvolta dall’interno
agisce un’altra influenza, che vi impedisce di avvertire l’influenza
esterna; in questi casi potete essere così presi da voi stessi da
trovarvi, per così dire, chiusi in una corazza. E questo fatto non
vale soltanto per le influenze planetarie; spesso succede che altre
influenze, provenienti ancor più da lontano, non riescano a
raggiungervi. Più l’influenza è distante, più è debole: anche se
è inviata apposta per voi, non può toccarvi, perché la vostra
corazza glielo impedisce.
Più un uomo è sviluppato, più è
soggetto alle influenze. Talvolta, nel tentativo di liberarci dalle
influenze, per evitarne una finiamo per subirne molte altre, e così
diventiamo ancora meno liberi, ancora più schiavi.»
Giuseppe Calligaris è stato l’uomo che ha sollevato il fitto velo che celava le rappresentazioni fisiche dello spirito e dalle percezioni sensoriali dell’anima. Egli ha scoperto nella pelle dell’uomo l’organo di confine tra il corpo fisico e i corpi sottili, tra il mondo materiale e i mondi metafisici. E la pelle gli ha confidato molti segreti, consentendogli di individuare su di essa particolarissimi canali energetici utili per la cura dell’uomo e per la scoperta delle sue facoltà latenti. Calligaris, grazie alla sua intuizione e a un’incredibile dedizione, ha dato origine a una conoscenza stupenda, che merita di proseguire. Conoscenza che finalmente ha trovato nella Dermoriflessologia® (Gandini – Fumagalli) la giusta strada per allargare i propri orizzonti.
È per inquadrare più precisamente le circostanze nelle quali le principali scoperte sono state fatte che abbiamo ritenuto fondamentale riprendere, anche se sommariamente, la biografia di quest’uomo straordinario, soffermandoci in modo particolare sulle tappe che hanno segnato i punti cruciali lungo il tracciato del percorso di conoscenza.
Nato nel 1876 a Forni di Sotto, in provincia di Udine, Calligaris era figlio del medico condotto della zona. Più per vocazione che per rispettare una tradizione familiare, decise di seguire le orme paterne. Infatti, già la lettura del suo primissimo lavoro, la tesi di laurea intitolata Il Pensiero che Guarisce, ci può chiarire quanto la sua mente fosse aperta e il suo pensiero proiettato verso la ricerca di una conoscenza ben più vasta del patrimonio della medicina scientifica dell’epoca. Egli cercò di comprendere quello che nemmeno oggi la scienza medica sa spiegare; vide ciò che ancora oggi in pochi riescono a vedere. Era il 1901 quando espresse la convinzione dell’esistenza di uno strettissimo collegamento tra corpo e psiche. I dati esposti nella tesi Il Pensiero che Guarisce provenivano dagli scritti di numerosi autori della fine del XIX secolo, ma l’analisi si rivela comunque supportata da convinzioni personali e la ricerca, ampia e ben strutturata, permette di prevedere un futuro brillante nel campo della ricerca, per il giovane laureando. In effetti, non appena portati a termine gli studi, il giovane medico venne chiamato a Roma dal già noto professor Mingazzini per ricoprire la carica di assistente universitario. Docente dal 1903, poi segretario del Congresso nazionale della Società di Neurologia, in seguito autore di numerosi articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche, Calligaris riuscì ad aprire, con l’aiuto del padre, una clinica in provincia di Udine. Intanto, però, la Grande Guerra si avvicinava e con essa la chiamata alle armi. Dall’esperienza vissuta come medico militare nacque il primo libro, un diario analitico contenente una rassegna di esperienze belliche vissute da un uomo poco propenso ad accettare passivamente i traumi che il conflitto provocava. Mentre la guerra proseguiva, un’altra tragedia colpì Calligaris: gli austriaci, nella loro avanzata, occuparono la Clinica e la vuotarono di tutti gli scritti che raccoglievano i dati ricavati durante il primo decennio di lavoro. Calligaris, addolorato, ma non prostrato riprese con maggior vigore il lavoro. L’unico risultato positivo, esaminando la situazione dal nostro punto di vista di posteri, consiste nella sopravvivenza della materia nei Paesi di lingua tedesca che ancora oggi conoscono il nome del nostro connazionale e ne portano avanti alcune teorie. Il periodo tra la prima e la seconda Guerra Mondiale fu estremamente produttivo per gli studi, infatti verso la metà degli anni Venti, partendo da un tema affidatogli come argomento di ricerca dall’Istituto di Neurologia dell’Università di Roma, Calligaris approdò a una delle più stupefacenti scoperte sull’essere umano. Il problema, che reclamava una soluzione, consisteva nel trovare la correlazione tra la presenza di zone del corpo dotate di minore o maggiore sensibilità cutanea rispetto alla norma, e i danni alla corteccia cerebrale conseguenti a traumi o malattie. Non essendo evidente alcun collegamento neurologico diretto tra le parti interessate, la medicina ufficiale chiedeva di rintracciare il nesso logico tra cause ed effetti. La risposta, forse, non fu precisamente chiarificatrice per la questione in oggetto, ma i risultati vennero giudicati talmente importanti da condurre l’Autore a presentare una relazione nell’ambito di un Congresso nazionale. Il testo Le Catene Lineari del Corpo e dello Spirito, pubblicato nel 1928, riporta tutti i risultati che precedentemente erano stati enunciati in congresso e rappresenta il punto d’inizio di una letteratura sconvolgente per i suoi contenuti innovativi. In questo testo l’Autore annunciava in modo definitivo e perentorio di aver individuato una struttura reticolare, presente sul corpo dell’uomo, in grado di fornire, tramite una semplice procedura di esame, indicazioni precise e ripetibili sullo stato psicologico e fisiologico. Aveva tracciato la mappa completa di tali linee (che possiamo definire senza dubbio energetiche) e aveva definito le basilari corrispondenze psicosomatiche. La relazione presentata parla della connessione tra cute, organi interni e sentimenti (quest’ultima denominazione è assegnata alle espressioni dello spirito), collegamento che si era rivelato percorribile in ogni direzione. Da buon neurologo, ma soprattutto da ricercatore, Calligaris fornì un’ampia documentazione ricavata dagli esperimenti effettuati, per stilare una casistica dettagliata e verificabile. L’entusiasmo della ricerca e la meticolosità nella conduzione degli esperimenti rendevano assai interessanti i risultati, i quali purtroppo non erano corredati dalle procedure di trasferimento nella pratica delle teorie esposte, se non in casi sporadici. Ben conscio di questa parzialità, lo studioso, oltre a difendersi dagli attacchi degli scettici (argomento che sarà costantemente presente nei suoi libri) sollecitava l’intervento di specialisti che portassero avanti la sperimentazione e che trovassero la conferma o la smentita alle sue scoperte. Purtroppo la richiesta di collaborazione non ebbe alcun seguito pratico, bensì sfociò in un clima di quasi assoluto scetticismo che provocò l’inizio del processo di emarginazione di Calligaris. A breve distanza seguì la pubblicazione del secondo libro Le Catene Lineari Secondarie del Corpo e dello Spirito, pubblicato nel 1930, altro caposaldo, che definisce con estrema lucidità gli aspetti significativi nascosti all’interno delle bande cutanee, cioè aree più ampie nelle quali sono contenute le linee primarie protagoniste del libro del ‘28. Altri due anni e nel 1932 venne stampato il testo in tre volumi intitolato La Fabbrica dei Sentimenti, terza e ultima opera fondata principalmente sul basilare reticolo energetico (costituito dall’insieme delle catene lineari). In realtà in questi tre volumi fanno la loro apparizione, per la prima volta, altre zone cutanee significative, denominate placche, che rappresentano un ulteriore balzo in avanti nella conoscenza dell’essere umano. Esse sono, infatti, collegate a doti superiori dell’uomo. La ricerca proseguì diramandosi all’interno di molti campi scientifici fino alla scomparsa dello scienziato nel 1944. Dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, per l’ultima e definitiva volta, la quasi totalità dei manoscritti di Calligaris fu sottratta al suo Paese natale per seguire Oltreoceano l’esercito statunitense. Anche negli Usa vennero portate avanti alcune sue ricerche. Prima di quest’ultima “beffa postuma”, la maggior parte delle copie dei libri stampati era già stata distrutta. Soltanto l’esistenza di qualche collezione privata ha permesso di salvaguardare, in lingua italiana, il patrimonio delle scoperte di Calligaris. Proprio dai privati, negli anni della Guerra Fredda, i sovietici hanno attinto per documentarsi e proseguire a loro volta le ricerche, senza lasciare apparente traccia a proposito dei risultati ottenuti. Ed è ancora grazie a qualche biblioteca privata che sono emersi i libri che hanno permesso di riprendere le ricerche in Italia così che, in anni più recenti, altri connazionali hanno potuto parlare degli straordinari risultati inerenti le scoperte del grande scienziato.
Per decenni si è trattato di episodi sporadici, ma dal 1995 che le scoperte di Calligaris vengono a tutti gli effetti rimesse sul banco di prova da un piccolissimo gruppo di intrepidi, di cui siamo orgogliosi di essere fondatori e promotori. Da quel giorno gli studi si sono sviluppati fino ad approdare all’odierna Dermoriflessologia®, una disciplina olistica per il riequilibrio psicofisico e l’incremento delle facoltà latenti, che usa la pelle come specchio dell’anima e del corpo.
Quasi mai l’umanità, per andare da A a B, percorre la strada dritta. Di solito incontra bivi, deve scegliere, affronta salite e discese in un percorso tortuoso e quasi mai le cose sono come appaiono.
Ciò che sembra sbagliato, a volte, fa avanzare. Ciò che sembra giusto, a volte, fa retrocedere. A volte, accade il contrario. Altre volte ancora, tentativi scoordinati portano all’affiorare di idee, proposte, soluzioni e novità positive.
Criticare tutto a prescindere è, a mio avviso, maldestro, anche se spesso ci si azzecca, perché la strada è lastricata di errori.
Scegliere è avveduto, perché è l’unica arte che abbiamo.
Saggio sarà, poi, vedere con mente aperta e cuore cristallino.
Per evolvere e svilupparsi verso una condizione migliore l’umanità deve mirare a obiettivi elevati, nobili di cuore e di pensiero.
Da decenni assistiamo, invece, allo scempio del pensiero dominante che “se gli altri fanno schifo, possiamo farlo anche noi e forse facciamo un po’ meno schifo”. Lo abbiamo sentito dai politici corrotti e che rubavano (“lo fanno tutti”) fino ad arrivare, oggi, dove la guerra della Russia in Ucraina fa schifo, quindi le guerre dell’occidente fanno un po’ meno schifo, le oligarchie orientali fanno paura, quindi quelle occidentali la fanno un po’ meno, l’espansione dell’oriente verso l’occidente è deprecabile, quindi l’occidente che vuole inglobare l’oriente non è così male…
Inviterei a uscire da questo pensiero involutivo e distruttivo: non è questa l’unica realtà.
Si può fare di meglio. Bisogna voler fare di meglio!
Sono APERTE le ISCRIZIONI per l’ANNO ACCADEMICO DI DERMORIFLESSOLOGIA 2022-23
Accademia di Dermoriflessologia 2022-23 a Boffalora d’Adda (Lo)
Docente: Flavio Gandini (ideatore della Dermoriflessologia®)
Per informazioni: formazione@dermoriflessologia.it – vega@vega2000.it Tel: 335/7065167 (Flavio)
La Dermoriflessologia è una disciplina olistica dedicata al benessere psicofisico e all’evoluzione spirituale, che unisce antiche conoscenze esoteriche con le scoperte dello scienziato italiano Giuseppe Calligaris. Si avvale di una tecnica riflessologica che interagisce con l’energia psicofisica attraverso semplici stimolazioni cutanee.
La Dermoriflessologia si basa sulla capacità del corpo di conservare memoria del proprio vissuto e su quella della pelle di essere uno specchio fedele di corpo e anima. Emozioni e pensieri influenzano lo stato fisico, le condizioni fisiche influenzano pensieri ed emozioni. Questa relazione si riflette sulla pelle, dove possiamo individuare i flussi energetici e le memorie cristallizzate nel corpo.
La Dermoriflessologia consente di:
✔ rilevare le condizioni
psicofisiche;
✔ inviare segnali a corpo e psiche
per indurre risposte di auto-guarigione;
✔ portare alla luce la vera
personalità;
✔ promuovere la risoluzione dei
traumi e la liberazione dai condizionamenti derivati da episodi
stressanti o dolorosi;
✔ stimolare sentimenti positivi;
✔ amplificare e pilotare l’attività
onirica;
✔ risvegliare le facoltà superiori.
Il programma didattico prevede 8
week-end più gli esami:
La costituzione energetica (2 week-end) 10-11/9/2022 (in presenza) – 15-16/10/2022 (online)
La costituzione quadripartita
dell’uomo, le 10 Linee Primarie, che analizzano i flussi d’energia
e di memoria, svelando i meccanismi delle corrispondenze
psicosomatiche.
La simbologia emotiva (1 week-end) 19-20-/11/2021 (online)
Le immagini simboliche che offrono la
possibilità di dialogare con l’inconscio.
Il Codice Psicosomatico (2 week-end) 7-8/1/2023 (online) – 15-16/4/2023 (in presenza)
Le 96 Linee Secondarie e le Placche
cutanee mostrano e riequilibrano i sentimenti specifici.
Il Potere dei Sogni (1 week-end) 11-12/2/2023 (online)
Le Placche oniriche trasformano i sogni
in alleati. Si polarizzano, ricordano e interpretano.
Riflessologia della Memoria (1 week-end) 13-14/5/2023 (in presenza)
Le Placche delle Età e L’albero
degli Eroi attivano il contatto con il Tempo e il Luogo, la Dinamica
del Ricordo promuove l’elaborazione del vissuto emozionale.
Sperimentazione, pratica, esami (1 week-end) 17-16/6/2023 (in presenza)
Laboratorio e approfondimenti.
Sede: Associazione Vega, via Pietro Nenni 28/4, Boffalora d’Adda (LO)