La Luna Nera

licenza gratuita by Pixabay

LA LUNA NERA in ASTROLOGIA

A completare l’interpretazione della Luna, in astrologia troviamo anche la Luna Nera, che indica uno dei due fuochi dell’orbita lunare e viene esaminata come se fosse un pianeta, anche se non corrisponde a un vero corpo celeste. Si tratta, infatti, di un punto vuoto, che si muove rispetto alla Terra seguendo la processione absidale dell’orbita lunare, e che impiega quasi 9 anni a completare il giro dello Zodiaco.

La Luna Nera affianca il simbolismo lunare di anima con il suo significato di lato ombra, ovvero quella parte dell’inconscio in cui troviamo le parti più oscure e inquietanti della personalità, come le paure ancestrali, le esperienze angosciose, gli impulsi di ribellione, gli istinti repressi, le pulsioni profonde, la sensualità, la libertà individuale. Insomma, tutti quegli aspetti che lo psichiatra Carl Gustav Jung raccomandava di rendere coscienti per non soccombere alla loro dirompente potenza.

Questo punto del cielo è collegato in modo particolare alla femminilità istintiva, presente in entrambe i sessi, seppure con espressioni differenti, e alle pulsioni sessuali. È ciò che possiamo riportare all’archetipo originario della Grande Madre ed è sostanzialmente un’immagine interna, che non fa parte della sfera conscia, e per incontrarla necessita di un viaggio interiore tra le pieghe segrete della nostra psiche.

(seconda parte – continua)

Samantha Fumagalli

Destini diversi anche se nati nello stesso momento

“Diciamolo francamente: non è vero che gli individui nati nello stesso momento hanno lo stesso destino. È falso sostenere che esiste un destino astrologicamente tracciato in anticipo. Gli astri non svelano i segreti dell’avvenire… Nessun astrologo della tradizione colta si è mai sognato di affermarlo. Questo tipo di invenzione è sostenuta dai ciarlatani e dai denigratori che, per meglio nascondere le loro prevenzioni, trasformano una verità sensata in un’impossibile pretesa”.

André Barbault

L’influsso degli astri

Sappiamo tutti che il moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole scandisce i cicli stagionali e che il moto di rotazione determina l’alternarsi del giorno e della notte, ma la funzione di quest’astro si spinge ben oltre. L’energia solare, che penetra nella biosfera, mantiene ogni forma di vita presente sulla terra e ne influenza la vitalità. La sua luce, penetrando attraverso l’occhio umano, regola l’orologio biologico interno, stabilendo i ritmi circadiani endogeni e i processi fisiologici come il sonno e la fame. La quantità di irraggiamento solare, che raggiunge il suolo terrestre, svolge un’azione significativa anche sulle malattie stagionali, tant’è che nelle zone temperate degli emisferi Nord e Sud del mondo le influenze si sviluppano nei periodi invernali e autunnali, mentre nella fascia equatoriale sono sempre presenti, seppure con intensità ridotta. È inoltre provato, empiricamente e scientificamente, che l’energia solare influenza la nostra salute e il nostro umore.

Non è casuale, dunque, che l’astrologia abbia attribuito un’importanza centrale a quest’astro, tanto da conferirgli l’identificazione del nostro Io vitale e della nostra personalità manifesta.

Come il Sole, in astronomia, è al centro del nostro Sistema solare e con la sua forza gravitazionale tiene legati i pianeti al loro corso, così il Sole, in astrologia, è il centro di gravità della personalità umana e costituisce il punto focale di coordinamento degli influssi di tutti gli altri pianeti.

Il SOLE corrisponde alla formazione dell’ego, alla sensazione di essere una persona distinta dalle altre e ci fornisce l’imprinting sull’interpretazione soggettiva del mondo e il focus organizzativo della capacità di scegliere e agire in modo positivo.

La Terra impiega un anno a compiere un giro completo attorno al Sole e quindi l’astro soggiorna circa un mese in ognuno dei dodici segni astrologici, scandendo la nostra vita in un meraviglioso racconto, che parla di stagioni, di fioriture e avvizzimenti, di lavori ed esperienze da trasformare in insegnamenti, di dolcezze e rigori elargiti della natura.

Anche la Luna esercita un’azione importante sulla Terra. La scienza ha dimostrato che il nostro satellite influisce a livello gravitazionale, dove è responsabile di causare vere e proprie maree atmosferiche, che agiscono sia sugli oceani sia sulla deformazione terrestre. Le fasi lunari, inoltre, influenzano la vegetazione, i cicli riproduttivi e lo stato emotivo degli esseri viventi. E, proprio in virtù delle sue caratteristiche, in astrologia la Luna identifica la sensibilità emotiva.

La LUNA è la capacità di sentire e di rispondere emotivamente alla vita. Rappresenta l’anima, quel soffio vitale che risponde alla vita e si gode intensamente ogni singolo istante, sia esso di entusiasmante amore o di terrificante paura.

Se il Sole-ego è l’unico che può permetterci di plasmare il nostro mondo, è soltanto la Luna-anima che può farci splendere gli occhi davanti a tutte le manifestazioni del Creato, incluse le nostre e le altrui creazioni.

(prima parte – continua)

Samantha Fumagalli

L’eterna diatriba tra bene e male

Riascoltando il podcast del 24 aprile 2023 sul tema “MITOLOGIA NORDICA” con Flavio Gandini, Stefania Nicoletti e Rudy Seery, ho avuto l’impressione di danzare sulla coda di un pavone ammirando, seppur fugacemente, i colori e i disegni di un prodigio della natura oppure, e forse il paragone è anche migliore, mi è parso di scivolare su un ponte arcobaleno, sfiorando sensazioni che andavano dal misterioso al divertente.

Un punto, però, mi è parso troppo veloce e quasi glissato. Un punto che Flavio, con approccio tipicamente mercuriale, ha semplificato, da un lato, e reso ancora più criptico, dall’altro. Mi riferisco alla domanda di Stefania sui concetti di bene e male nella filosofia norrena.

Flavio ha risposto attenendosi alla valutazione di bene e male in termini di umanità, dove l’unico male, in quelle popolazioni, era rappresentato dal tradimento e dall’ignavia. Già questo lascia intendere molto, evidenziando, per esempio, l’assenza di un peccato originale, indice di un “male precostituito”, dal quale tutti dipenderemmo e al quale tutti saremmo soggetti.Tradimento e ignavia additano come unici peccati dell’umanità il non agire per viltà o indolenza e il tradire se stessi, i propri valori e, per estensione, gli altri.

Ma quello che, a mio avviso, è particolarmente interessante è il fatto che nella cosmogonia norrena il bene e il male, semplicemente, non esistono. Si tratta di concetti molto più vicini a quelli orientali di yin e yang piuttosto che a quelli di alcune religioni monoteiste, che vedono in Dio e nel diavolo le due personificazioni di bene e male.

Nella concezione nordica non esiste un Dio e un suo oppositore, bensì esiste un’Entità superiore onnipervasiva, dalla quale “sgorgano” due forze opposte e complementari, necessarie alla manifestazione, al movimento e alla vita.
Due forze che nascono insieme, simultaneamente, dalla scissione del Tutto indistinto.
Una è fredda, oscura, femminile, grembo di ogni possibilità allo stato latente.
L’altra è calda, luminosa, maschile, capace di rendere manifesto ciò è in potenza.
Opposte, certo, perché svolgono funzioni antitetiche, eppure complementari, perché l’una senza l’altra sarebbero inutili.

Bene e male, quindi, non esistono. Esistono nel mondo degli uomini, dove vigono il giudizio e il limite, ma non sul piano spirituale e divino.

Mitologia nordica

Tra le innumerevoli aree riflesse che si trovano sulla pelle del corpo umano esiste anche quella che si riferisce alla cosmologia norrena. Si tratta infatti di simboli e archetipi antichissimi, che se riscoperti possono essere utilizzati anche in chiave riflessologica. Ne parliamo in questa puntata insieme a Flavio Gandini, studioso di esoterismo e spiritualità e di metodi naturali per il benessere psicofisico, ideatore con Samantha Fumagalli della Dermoriflessologia. Trattiamo la simbologia runica e la mitologia norrena, approfondendone vari aspetti, tra cui le similitudini tra le divinità nordiche e quelle elleniche, così come l’alfabeto norreno e le sue similitudini con quello etrusco.

20/04/23: Novilunio con eclissi in Ariete

È la seconda Luna nuova di quest’anno e si trova ancora in Ariete, per la precisione al 29° grado.

I noviluni avanzano di segno in segno con il progredire delle stagioni e soltanto una volta all’anno si ripetono nello stesso segno, imprimendo un’energia particolare ai 12 mesi in corso.

Nel 2023 la prima Luna nuova risale al 21 marzo e la seconda sarà il 20 aprile. Il questa occasione, inoltre, sarà accompagnata dall’eclissi.

L’energia dell’Ariete si dimostra molto importante nel 2023. Segna l’iniziativa, il coraggio, la voglia di dare avvio a qualcosa di nuovo e in sintonia con la nostra vera essenza.

Su scala mondiale, si somma alla spinta di Plutone in Acquario, rafforzando il clima di rivoluzione e rinnovamento in direzione di una maggiore libertà.

Tao

TAO, nel suo aspetto più sublime, non si considera l’autore della Creazione, o come il potere che completa, trasforma e dà forma a tutte le cose. Le cose che camminano, o respirano, o volano, o strisciano, attendono l’operazione di TAO prima di venire all’esistenza, senza riconoscere la Virtù a cui devono l’esistenza; e attendono l’operare dello stesso principio prima di morire, senza provare alcun risentimento. Quando gli uomini traggono beneficio da TAO, non lo lodano; così quando ne fanno cattivo uso e si procurano disastri, non possono biasimarla. Quando accumulano e immagazzinano ricchezze, questo non può essere considerato un aumento della loro ricchezza; né, quando lo diffondono, è da considerarsi un impoverimento.
Onnipervadente e che ruota ovunque, TAO, eppure non può essere cercato.
Sottile e impalpabile, tuttavia non può essere trascurato.
Se è ammucchiato, non sarà alto; se viene rovesciato, non sarà basso; se viene aggiunto, non aumenterà; se viene detratto, non sarà diminuito; se piallato, non si assottiglia; se viene tagliato, non sarà ferito; se viene scavato, non sarà trovato in profondità; se viene riempito, non diventerà poco profondo. Ombroso e indistinto, non ha forma. Indistinto e ombroso, le sue risorse non hanno limiti. Nascosto e oscuro, rafforza tutte le cose dall’assenza di forma. Penetrando e permeando ovunque, non agisce mai invano. Si china e si alza con il duro e il molle; sale e scende con lo Yin e lo Yang.

Ch’ing Ching Ching

Destino e libero arbitrio

L’arte di vivere e di essere felici è amare ciò che siamo e ciò che abbiamo e fare del nostro meglio con ciò che la vita ci dona.

L’antico monito socratico, conosci te stesso, è il punto di partenza, il primo elemento che la vita ci offre: noi stessi. Se non ci conosciamo e non ci accettiamo, non sapremo mai come sfruttare i talenti a nostra disposizione. Lo stesso discorso si estende a ciò che “abbiamo”: la nostra famiglia, lo stato fisico, ma anche la casa, il lavoro e le innumerevoli “cose” che arredano la nostra esistenza.

Oscar Wilde scrisse: “La felicità non è avere ciò che si desidera, ma desiderare ciò che si ha”.

Credo che questa frase sia stata interpretata spesso come una sorta di saggezza nel sapersi accontentare, ma secondo me non è questo il vero senso del messaggio. Oscar Wilde non dice che la felicità risiede nel rassegnarsi, ma nel desiderare ciò che si ha. Quando impariamo ad apprezzare ciò che siamo e che abbiamo, possiamo svilupparlo e usarlo al meglio, mentre quando desideriamo di essere diversi da ciò che siamo e vogliamo avere cose che non sono alla nostra portata, sprechiamo anche ciò che abbiamo.

Questo messaggio è ribadito anche nel Vangelo di Matteo: “A chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza. A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”.

Ancora una volta, non si tratta di una legge crudele che fa moltiplicare le ricchezze del ricco e manda in rovina il povero. Si tratta, piuttosto, di saper riconoscere ciò che si è e si ha e comprenderne il valore per sviluppare, accrescere, evolvere.

Il destino distribuisce le carte, ma i giocatori siamo noi. Recriminare sulla mano che ci è toccata in sorte, non la farà migliorare. Amarla, invece, ci permette di conoscerla e di usare al meglio le nostre carte.