L’uomo è l’unico animale che, dopo aver provveduto al proprio sostentamento, invece di starsene spaparanzato al sole continua ad avere fame e paura.
Perché?
Una volta appagati i bisogni del corpo, è l’anima ad avere “fame” e “paura”.
Questa sensazione inizia dalla parte dell’anima più prossima al corpo, quando una vocina, dentro, inizia a sussurrare: “La mia pancia è piena, la mia testa è protetta, il mio corpo è al caldo e accanto a me c’è una tribù che amo. Bene, adesso vorrei proprio sapere chi sono, da dove vengo, dove vado e perché”.
Domande che risvegliano timori e speranze, e soprattutto fame di risposte.
A questo punto, lasciato a se stesso, senza condizionamenti esterni, l’essere umano ha due possibilità: ignorare le pulsioni dell’anima e spaparanzarsi al sole; oppure accendere i sentimenti e l’intelletto superiore per viaggiare sulle ali dei sogni e degli ideali.
Nel primo caso, sarà libero e felice, come i suoi fratelli animali.
Nel secondo caso, intraprenderà un viaggio eroico alla ricerca del proprio sé. Solcherà terre ancestrali, mari filosofici, boschi spirituali e innalzerà il suo spirito al divino per ritrovare, insieme ai suoi simili, l’archetipico Paradiso Terrestre.
Ma l’essere umano non viene lasciato a se stesso, perché questa evoluzione naturale è scomoda e fa paura. Precluderebbe gli intessi di alcuni, quelli che hanno interpretato l’esperienza terrena come un Monopoli o un Risiko.
E come aggirare la fame dell’anima? Con bisogni fittizi, ovvio.
Al posto che far decollare l’anima sulle ali delle sue domande spirituali, i bisogni vengono ricondotti alle paure ataviche (ammalarsi, vivere di stenti, morire di fame e in solitudine), le necessità abbassate al livello di supremazia animale (essere più forti, più potenti, più ricchi, soverchiare l’altro).
L’essere viene sostituito dall’avere. Non più: chi sono? Ma: cosa possiedo?
Il problema è che, a differenza dell’essere, l’avere non è mai una risposta duratura. E così si crea una necessità insaziabile e inarrestabile di “cose” per placare una fame che non si placherà.
Perché sarebbe come dare da mangiare polistirolo a una persona denutrita che non mangia da giorni. Avrà ancora fame. Avrà sempre più fame.
Consumi al posto di sogni, capitali al posto di ideali. Questo è polistirolo, non cibo.
La fame spirituale viene dirottata verso un alimento che non nutre l’anima, ma la droga!
Finché non si troverà il coraggio di disintossicarsi e risvegliarsi, la vita sarà vissuta in schiavitù, disagio, tristezza, insoddisfazione, delusione.
E verranno alimentati la paura, la rabbia e l’odio.
L’essere umano ha fame di sogni e ideali. Ne ha bisogno per costruire qualcosa di bello, di cui essere soddisfatto, in cui stare a suo agio, dove vivere felice.
Sogni al posto di consumi, ideali al posto di capitali.
Samantha Fumagalli
Il mio augurio è che si possa superare l’inaridimento dilagante e tornare a var vibrare ideali alti, nobili e spirituali per dar forma a una nuova realtà. ❤️