Il flusso delle emozioni è un processo dinamico e immateriale, che tende a disperdersi naturalmente, se non interviene un meccanismo in grado di tradurre questa energia in materia. Se le emozioni sono energia, allora il corpo è la materia che le trattiene. La memoria è il passaggio di stato da energia a materia, un passaggio che può essere descritto come un preciso luogo nel tempo. Il corpo mantiene i ricordi come percezioni consce e inconsce, ed è il vettore necessario e indispensabile affinché le informazioni non vengano disperse.
Siamo quello che siamo grazie al nostro vissuto e a come siamo stati capaci di gestirlo e trasformarlo in parte di noi. Certo, il discorso ha valore per chi ha onestamente elaborato tutto quello che per lui era necessario elaborare, altrimenti il passato celerà ancora fantasmi che influenzeranno il presente e l’avvenire.
Il ricordo è la capacità di trattenere in noi qualcosa che è avvenuto e che non è più presente, l’oblio ci offre l’opportunità di rinnovare la nostra essenza più profonda, anche riscrivendo con nuove esperienze le memorie limitanti e nocive.
La persistenza nel tempo di una percezione legata a un evento stressante può strutturarsi progressivamente in uno o più sintomi e poi in malattia. È qui che si rende opportuno intervenire con l’elaborazione del ricordo e poi con l’oblio, per liberarsi delle memorie stressanti e lasciare spazio a una nuova sperimentazione svincolata dalle interferenze del passato.
Samantha Fumagalli, Flavio Gandini
DERMORIFLESSOLOGIA